Una trottola di giornalista
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 31.12.2018)
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Da “
inviato speciale” in giro per il mondo a narratore seducente. Dieci titoli in libreria. Dalle Olivetti portatili al computer. Quella libreria in via Capitelli. Le redazioni, i giornali e la casa editrice romana. Una enciclopedia sportiva vivente.
Questo straordinario giornalista-trottola, mai fermo, sempre in cerca di un campione da intervistare, questo nostro carissimo amico Franco Esposito, eccezionale enciclopedia vivente di tutti gli sport, con una memoria eccezionale che fa impallidire quella celebre di Pico della Mirandola, ha questo pregio, fra i tanti pregi che ha, di scrivere un libro all’anno ora che è in pensione e non gira il mondo come ai suoi tempi di “inviato speciale”.
Dieci libri dieci, che passione
I libri sono sempre una gran novità, scritti con quel suo stile elettrico che prende il lettore alla gola e lo trascina sino all’ultima pagina, senza pietà, ma il pregio maggiore è che la presentazione dei volumi è ormai l’occasione unica e irrinunciabile per riunire la banda degli amici suoi colleghi, giornalisti che sono invecchiati con Franco Esposito e gli sono grati di questi incontri e degli abbracci che li accompagnano, più giovani di lui, più vecchi di lui, coetanei suoi, biondi, bruni, calvi e, grazie a Dio, ancora in salute o pressappoco. Abbiamo tutti una certa età.
Se i libri propongono fantasie e ricordi, curiosità, storie, novità e grande sapienza storica, gli incontri sono un match di cuori contenti, una partita di saluti e come va, una corsa con pedali sentimentali ad andare a vedere, sentire, salutare Franco Esposito. Ed ora, se non ricordo male, ma vado a memoria, e io non sono Pico della Mirandola, Francuccio Esposito ha scritto dieci libri e sono dieci anni che facciamo celebrazione e baldoria, e Franco non cambia mai, non cambia mai, parole, parole, parole.
Ha tanto da raccontare e da dire sulle sue rotte stupefacenti da Napoli a New York, 34 viaggi in Usa, e intorno al mondo con amore come un pacco postale, Mosca, Pechino, Johannesburg, Londra, Parigi, Barcellona, Avellino, anche Marcianise, calcio e olimpiadi, pugilato, basket e tanta, tanta pallanuoto, scrivendo con appassionata ossessione da quando picchiava senza riguardo sui tasti delle graziose Olivetti portatili dai colori gentili, che gemevano sotto i suoi colpi, sino a questi tempi in cui le più delicate tastiere dei computer gli impongono di picchiare con tatto aggraziato.
La casa rossoverde a Posillipo addiruso
Da poco ci siamo ritrovati al Circolo Posillipo, che è un po’ casa di Franco Esposito per i mille e uno articoli scritti sulle imprese rossoverdi, e lo abbracciano tecnici e giocatori, nuotatori, tuffatori e velisti, per l’ultimo suo libro, “
Palombelle tra amore e guerra”, l’incredibile storia di Dusan Popovic, “
il gigante fragile”, il centroboa posillipino tra i più forti al mondo che venne tra noi dagli strazi delle guerre slave e aveva negli occhi una eterna malinconia, morto a 41 anni in un incidente stradale in Ungheria pieno di ombre. Franco è stato suo amico e ha scritto una storia che prende il cuore per il trasporto sentimentale con cui ha miscelato il suo proverbiale rigore di cronista.
L’ultimo libro, e quale è stato il primo? Annuso copertine, sfoglio contro-copertine, sbircio risvolti di copertine, ricordi e foglietti di appunti, e forse il primo libro è stato “
Testa Alta due Piedi”, un affascinante “
viaggio” nel calciomercato, con storie e aneddoti ovviamente inediti, e poi “
Nel nome del padre del figlio e dello sport”, suggestiva e puntuale rassegna di nonni, padri, figli, fratelli, sorelle, nipoti, le dinastie sportive italiane salite sui podi di tutto il mondo.
E un titolo tira l’altro
Non ho la meticolosa mania di Franco, irreprensibile paladino della precisione e della notizia esatta, e potrei sbagliarmi, ma accidenti alla pignoleria, sono etichettato come “
giornalista di colore” per coloro ai quali, e Franco mi perdonerà se non sono preciso.
Intanto vi mitraglio i titoli dei suoi libri, dopo quelli già citati, e cioè “
I pugni degli eroi” e “
Dentro i secondi”, scritti con Dario Torromeo, suo sodale (come si usa dire elegantemente); “
Dodici leoni” con Marcello Altamura sulla vita di Luis Vinicio e la sua rivoluzione nel calcio; “
Dal vostro inviato” che mi è piaciuto di più perché è la vita stessa di Franco fra sport, amori, giornali, viaggi, disavventure, taccuini, peccati e penitenze; “
Uno su mille ce l’ha fatta” sulla riscossa fisica e professionale di Fabio Pisacane, il ragazzo dei Quartieri Spagnoli che oggi gioca nel Cagliari; “
E continuano a chiamarli lotteria” irritata puntualizzazione sul “
luogo comune” dei calci di rigore dopo i supplementari, questa sentenza finale del football di cui Franco rivela i tre “
innovatori” e scopre, con la sua dote di segugio della notizia, i 48 tiri dal dischetto che assegnarono una vittoria in Namibia; “
Arrivano i nostri” avvincente racconto di riscoperta degli allenatori di calcio.
La casa editrice romana Absolutely Free Libri, con una gran collana di narrativa, saggistica, poesie e manuali stampa i libri di Franco, una editrice coraggiosa senza sovvenzioni che ha attirato fior di scrittori e molti, tra i giornalisti, ne conosco, Giorgio Cimbrico con la passione per il rugby, il romanista Piero Torri, il gigliato Alberto Polverosi.
Mazza e pivize, grazie no
Di tutti gli sport scrive Franco Esposito tranne lo sci perché lui, ragazzo di Chiaia, considera già i 251 metri di altitudine del Vomero una… montagna, e Franco è ragazzo di mare, e il baseball che, se vogliamo, è la versione americana di “
mazza e pivize”.
Lo sport è stato per Franco l’ambiente, l’occasione, gli avvenimenti e i campioni che gli son serviti per diventare un narratore appassionato e originale. Passava di corsa in redazione per inseguire una notizia, un personaggio, un incontro. E, in redazione, cantavamo ma dove va Franco Esposito con la valigia sempre pronta, sempre in cerca di un match e di un campione, con la sua faccia mai stanca, sempre in cerca di una storia da raccontar, ma anche di una bimba da baciar, come ha scritto nel libro autobiografico. Andava e scriveva, andava e telefonava, andava e dettava i suoi articoli infiniti. È stata una bella vita e una migliore non poteva averla.
La bella banda degli abbracci
Andare in pensione, come ci tocca mentre i giornali tagliano, liquidano, ridimensionano, escludono non è stato un danno per Franco perché ha continuato a scrivere, libri e non più articoli, e la verve, la voglia, il piacere sempre vivo di “
cucire” le parole, di farne una storia, continuano a sorreggerlo.
E così lui manda una mail, fa una telefonatina, invia un sms per dirci dell’ultimo libro e dove ci vediamo per parlarne e abbracciarci, e accorrono Francesco De Luca e Adriano Cisternino, Sergio Troise e Rino Cesarano, Antonio Corbo e Danilo Di Tommaso, Walter Pandimiglio e Romolo Acampora, Nino Petrone e Bruno Buonanno, Gianfranco Coppola e Lucio Pomicino, Luca Vigliotti e gli altri, tutti gli altri che con Franco hanno vissuto e condiviso questa incredibile vita di scrivere, certamente un vizio, una passione, un’esigenza insopprimibile.
Franco vive oggi fra Napoli e Grosseto, fra Grosseto e Napoli. Si è allontanato in Toscana forse per provare la nostalgia di Napoli, della bellezza e del caos, che provano tutti quelli che vanno e tornano, questa attrazione fatale di una città bella e impossibile, ma unica, amante e madre, come si suol dire.
E a Grosseto, com’era inevitabile, Franco spopola, al Bar La Vasca, al Mondadori Bookstore, alle riunioni dei Lions e del Panathlon, protagonista col suo garbo e i suoi libri, i racconti, le conversazioni.
Cresciuto tra i libri, Franco Esposito, che divenne subito un libraio eccellente in via Capitelli, la libreria da dove ha spiccato il volo per scriverli, i libri, non più per venderli, ragazzo ardimentoso, giornalista di vaglia, scrittore seducente, amico generoso sempre pronto a trarre dall’archivio della sua memoria e dei flop-disk l’informazione, la storia, il personaggio per un collega che glieli chiede e ne ha assoluto bisogno nella fretta redazionale di buttar giù un “
servizio”.
Scetateve guagliune ‘e chesta vita. Fra un giorno, un mese, un anno arriva la nuova convocazione di Franco. Il mio ultimo libro, ci vediamo a, in questo giorno, a questa ora. Corre la notizia. Franco Esposito è diventato il commissario tecnico della nazionale dell’amicizia che convoca i “
giocatori” per la partita più bella, proprio la partita dell’amicizia tra i suoi amici col suo ultimo libro e il sorriso di sempre.