“Conversazione a Due Voci”
di Giovanna D'Arbitrio
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Sabato 15 Dicembre 2018 alle ore 10,30, nella splendida Sala Comencini della Fondazione Circolo Artistico Politecnico in piazza Trieste e Trento a Napoli, è stato presentato il libro “
Conversazione a Due Voci - note di supervisione”, scritto da
Rosa Romano Toscani, (psicoterapeuta e scrittrice, socio fondatore SIPP, docente con funzioni di training). ), con la collaborazione di
Pietrina Bianco (psicoterapeuta e dirigente U.O. adozione e affido familiare).
Al dialogo con le autrici hanno partecipato
Giuseppe Scialla (Autorità Garante infanzia e adolescenza),
Antonio De Rosa (Presidente SIPP),
Luigi Baldaccini, (direttore dell’Istituto di Psicoterapia Relazionale),
Raffaele Caprioli (psichiatra , membro ordinario SIPP),
Antonia Imparato (Psichiatra, membro FPL e membro EPFCLI),
Valeria Sperti (docente di letteratura francese- Università Federico II), nonché l’attrice
Agnese Crispino che ha letto alcuni brani del libro.
Nel corso del dibattito, coordinato abilmente dalla stessa Pietrina Bianco, è stato evidenziato quanto sia importante la figura del “
supervisore” come supporto nei momenti di impasse di fronte a casi più complicati. In momenti storici difficili come quelli attuali, inoltre, secondo i relatori occorre “
umanizzare” i processi psicoterapeutici, evitando modelli superati, in particolare nel campo di infanzia e adolescenza (G. Scialla). I mutamenti sociali agiscono anche sui pazienti che oggi vogliono guarire “
in fretta” e quindi per loro occorrono nuovi strumenti, nuova formazione e continuo confronto (A. De Rosa, P. Bianco.).
Immersione empatica, umiltà, rispetto reciproco, superamento della “
vergogna” e in particolare creatività sono elementi fondamentali nel percorso in cui si confrontano paziente, terapeuta e supervisore alle prese con transfert e controtransfert (A. Imparato, R.R. Toscani, L. Baldaccini).
E poiché il libro è ricco di citazioni letterarie, è stato evidenziato infine il legame tra psicanalisi, letteratura e arte in genere, nonché l’importanza del linguaggio, cioè l’uso di parole “
appropriate” nel delicato dialogo della “
triade” paziente- terapeuta - supervisore, una storia scritta a tre mani (V. Sperti, R. Caprioli, R.R. Toscani).
Ѐ senz’altro difficile sintetizzare un dibattito di due ore in poco spazio, un dibattito che fin dall’inizio si è rivelato coinvolgente, colto ed elevato, un’ottima opportunità per riflettere anche per la sottoscritta che da insegnante spesso ha seguito con particolare cura alunni affetti da disagio psichico.
Ho letto il libro in breve tempo, grazie allo stile scorrevole e al significativo contenuto: molto interessante la seconda parte in cui il caso di Anna, una paziente difficile, evidenzia in pratica come le autrici abbiano vissuto il rapporto con la paziente: l’una nei panni di terapeuta (P. Bianco) e l’altra in quelli di supervisore (R. R. Toscani).
Mi è piaciuta la citazione a pag. 57: “
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”(Proust). Una citazione appropriata agli aspetti innovativi illustrati nel libro.
Rispondente a verità la quarta di copertina in cui si legge che “
dopo un’esauriente cornice teorica, il volume presenta un’esperienza esemplare di supervisione di una coppia al lavoro, didatta-allieva, che accompagna le varie tappe di un percorso di psicoterapia psicoanalitica. Come sottolinea Palacio Espasa nell'introduzione, è soprattutto la qualità della relazione interpersonale maestro-allievo che favorisce la trasmissione della tecnica psicoanalitica. L'originalità di questo libro sta proprio nel testimoniare la graduale acquisizione di competenze a partire da una profonda relazione duale che, per osmosi, si estende alla cura del paziente: la supervisione quindi come riconoscimento e costruzione tra ognuno dei due membri separatamente e in coppia. Accogliendo le parole di Claudio Neri, "uno spazio per la differenza tra pari". La narrazione dell'allievo dell'esperienza della supervisione costituisce un ulteriore elemento di ricchezza del testo, un'apertura e uno sguardo dentro l'avventura emotiva della sua formazione nella ricerca di autonomia, autenticità e creatività come persona analitica”.
Un libro originale in cui s’intrecciano storia e narrazione clinica attraverso il racconto dei suoi protagonisti, in un percorso intimo, empatico e creativo, un libro sull’arte dell’ascolto e del “
cum-versare” dentro la stanza d’analisi, sulla nostra vita e la vita degli altri.