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La laicità dello Stato
e le processioni religiose
di Lucio Palombinicio
La laicità dello Stato, quella vera, trae origine dai processi di secolarizzazione e comporta una netta separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa (fonte Treccani).

Alcuni anni fa Massimo Introvigne (1955), fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (Cesnur), ha stimato in circa settecento i gruppi religiosi nel nostro Paese.

Questi gruppi danno luogo certamente a diversi generi di manifestazioni confessionali, pubbliche e private, che, com’è ovvio, pochi conoscono.

Importa a uno Stato, se veramente laico, ciò che compie, senza infrangere la Legge, una processione religiosa?

Potrebbe, invece, tuttalpiù, importare che una manifestazione religiosa sia aperta e scortata, parafrasando De André, nella celebre e celeberrima “Bocca di rosa”, dall’autorità costituita, con tanto di fascia e “con i pennacchi e con le armi”, non proprio il massimo della laicità.

C’è anche da chiedersi, poi, se tutte le manifestazioni religiose, di ciascuno dei suddetti settecento gruppi religiosi, e non solo una, siano aperte e scortate dall’ordine costituito.

Se durante la manifestazione di uno di questi gruppi religiosi, non necessariamente la processione cattolica di Maria SS. Annunziata a Oppido Mamertina, una di queste si fosse, Ça va sans dire, “soffermata” davanti un caseggiato in cui potrebbe scontare la pena un “boss” processato e condannato dello Stato stesso, avrebbe anch’essa attirato l’attenzione del ministro dell’interno o del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, e di tutta la stampa e dei media in genere?

Uno Stato veramente laico, forse, potrebbe e dovrebbe più interrogarsi sul perché questo rispetto, probabilmente addirittura quotidiano, piuttosto che “irritarsi” al suo manifestarsi in modo saltuario, anche se plateale, durante una manifestazione religiosa, e come solo una di queste manifestazioni religiose sia, da sempre, aperta e scortata dall’autorità costituita, con tanto di fascia e “con i pennacchi e con le armi” e, infine, come oggi non colpisca tanto la sua presenza ma il suo andarsene, e quest’ultimo sia addirittura additato.
19/7/2014
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