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La napoletanità vince
di Angelo Forgione
Di lauree ad honorem, Riccardo Muti ne aveva già ricevute.
A Siena in "letteratura e spettacolo", a Torino in "storia e critica delle culture musicali", a Milano in "arti, patrimoni e mercati".

La sua Napoli non poteva mancare, e così l'Orientale gli ha conferito la Honoris Causa in "letterature e culture comparate".

La cerimonia si è svolta nella splendida basilica di San Giovanni Maggiore, un luogo di assoluto riguardo per uno tra i Napoletani che danno lustro alla città nel mondo.

E lui ha ricambiato alzando gli occhi in alto, osservando la bellezza del monumento in cui l’Orientale ha deciso di accoglierlo, mentre il rettore Lida Viganoni annunciava alle circa 700 persone la consegna del titolo accademico.

Un gesto che parla da solo per un uomo che sa apprezzare la cultura nelle sue sfaccettature e per essa si batte da sempre.

Un luogo diverso e più nobile di quelli in cui aveva ricevuto le altre lauree, e il Maestro ha notato e sottolineato la differenza, restando davvero colpito, emozionato, da una cerimonia «degna dello stile napoletano».

Nel suo discorso, ha sottolineato che la napoletanità, seppur avversata, alla fine vince sempre.
Non parole vuote e di circostanza ma un pensiero sentito, coerente con quanto detto nella cerimonia della consegna della laurea a Milano dello scorso Novembre, occasione in cui il direttore d'orchestra tolse dei sassolini dalle sue scarpe con tagliente ironia, ricordando ai presenti che quando da giovane era salito nel capoluogo lombardo per studiare al conservatorio, fu accolto con la diffidenza che il Nord riserva ai figli del Sud.

Lo chiamavano terrone.
Ora è ambasciatore della cultura italiana e napoletana nel mondo, cosa di cui non perde occasione per dimostrare quanto ne sia fiero.

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14/3/2013
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