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Cultura
I Neanderthal abitavano la Campania
di Angelo Forgione
Un dente di latte di un bambino neandertaliano è stato ritrovato nella Grotta di Roccia San Sebastiano nei pressi di Mondragone.

Secondo il paleoantropologo Giorgio Manzi della Sapienza di Roma «il dentino si caratterizza nella morfologia come secondo molare deciduo inferiore di sinistra ed è stato perduto quando l'individuo aveva in età paragonabile a quella dei nostri figli a 10 anni vissuto circa 39/40.000 anni fa».

Esattamente il periodo della super-eruzione dell’Ignimbrite Campana nella caldera dei Campi Flegrei, così violenta da giocare, secondo una ricerca dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Napoli, un ruolo importante nei processi demografici delle popolazioni paleolitiche delle regioni centrali e orientali del Mediterraneo, che potevano proprio comprendere sia gli autoctoni Neanderthal che i primi sapiens moderni di provenienza africana.
Rinvenuti anche i resti di molti strumenti e punte d'armi di selce.

«L'età del dente è particolarmente importante perché aiuta a segnare la fase finale della vita degli uomini di Neanderthal in Italia e l'origine dell'Homo sapiens», ha dichiarato l'archeologo Marcello Piperno, anch'egli della Sapienza.

Secondo l'archeologo Carmine Collina, principale responsabile degli scavi e dello studio, la scoperta descrive «una storia dell'evoluzione che va da 40.000 a 20.000 anni fa, periodo in cui la grotta è stata abitata ininterrottamente da uomini di Neanderthal e Sapiens».

Alle pendici della rocca medievale di Montis Dragonis, da cui ha preso nome il paese di Mondragone, vi è dunque una delle ultime testimonianze in Italia della presenza dei primi uomini che si aggiungono ai ritrovamenti nelle grotte del Monte Circeo datati tra 50.000 e circa 35.000 anni fa.

Ulteriori scavi potrebbero far luce proprio sul ruolo dell'eruzione del supervulcano dei Campi Flegrei sul popolamento dell'area.
13/12/2012
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