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Napoli sobrio in un calcio ubriaco di politica economica
di Angelo Forgione
Bilanci in rosso per Juventus, Milan e Inter. All'orizzonte si profilerebbe il fair-play finanziario imposto dall'UEFA e c'è da anticiparsi per coprire i buchi di bilancio.

Per le squadre “strisciate” sono ampi perchè fin qui Agnelli, Berlusconi e Moratti hanno speso molto più di quanto incassato ripianando i buchi di tasca propria, l'esatto contrario di ciò che prevede l'UEFA.
Non tanto per gli acquisti ma per gli ingaggi che hanno assorbito quasi tutte le entrate.

Solo negli ultimi consuntivi la Juve ha palesato circa 95 milioni di passivo, l'Inter 87 e il Milan 70. E non a caso sono le tre squadre più indebitate della Serie A, quelle che hanno inseguito una massima competitività anche fuori dai confini nazionali, ormai lontana.

Così si spiegano le numerose cessioni delle milanesi che da una parte incassano liquidi e dall'altra cancellano le spese alla voce "monte ingaggi".
La Juventus invece continua a comprare come può e a non cedere, più per investimento che per possibilità, basandosi cioè sui ricavi dello stadio di proprietà (ancora senza sponsor) e sulla partecipazione alla prossima Champions League, una sorta di rischio calcolato che nasconde però qualche insidia.

De Laurentiis ha condotto ancora una volta il suo Napoli all'attivo di bilancio e la crescita costante è diventata "esponenziale", come dice Mazzarri che non a caso ha stabilito il suo record di permanenza su una panchina, proprio perchè lentamente si stanno ridimensionando le concorrenti.

Prima la Lazio, poi la Roma, ora l'Inter e il Milan.
Lavezzi è volato a Parigi perchè aveva una clausola rescissoria che gli ha consentito di annusare e assaggiare i soldi per sfamare le sue cinque generazioni a venire e l'affare ha accontentato tutti tranne i tifosi azzurri che però si abitueranno molto presto all'idea.

Resta il problema di fondo, la dirompente irruzione degli sceicchi nel calcio che è poi stata decisiva per la "resa" degli ostinati mecenati italiani impotenti di fronte ai pascià che stanno conquistando il mondo.

Cosa succederà quando entrerà, se entrerà, in vigore il Fair-Play UEFA?
Manchester City e Paris Saint-Germain fuori dalle coppe europee se spendono più di quanto ricavano?

Questa è la minaccia e il calcio italiano si sta adeguando con grossi sacrifici che dovrebbero pagare; il problema è tutto degli altri.

In Spagna le banche locali si sono dissanguate pur di sostenere il prestigio di Barcellona e Real Madrid, ma ora non c'è più niente da spremere e la crisi è appena iniziata.

Fino a qualche anno fa il Barcellona faceva serenamente a meno dello sponsor per scelta, ma recentemente ha dato lo spazio sulle maglie agli arabi di "Qatar Foundation" per 150 milioni quinquennali.

Poi ci sono i fenomeni Manchester City, Paris Saint Germain e Malaga degli sceicchi che, dopo i petrolieri russi, hanno preso d'assalto il calcio europeo devastandone gli equilibri.

Già, ma perchè mirano a determinati club e quelli italiani, così importanti, non fanno gola se non per qualche sponsorizzazione?

Tamim Bin Hamad Al-Thani, principe ereditario di un paese grande come l'Abruzzo di nome Qatar, ha acquistato il Paris Saint Germain tramite il "Qatar Investment Autorithy" per farne un dream-team.

Il suo paese è la terza riserva al mondo di gas naturale liquefatto (LNG) che frutta miliardi e miliardi di euro, ha investito 4 miliardi di dollari in infrastrutture di sfruttamento dei giacimenti e nell'affare sono entrate due società, la giapponese Chiyoda e la Technip, francese come il PSG e come il tifoso Nicolas Sarkozy che da presidente della Repubblica ha aperto le porte all'amico Al-Thani nominandolo anche grand'ufficiale della Legione d'onore.

La Francia e il Qatar hanno firmato un trattato fiscale molto vantaggioso per i residenti e gli investitori qatarioti sul territorio francese che è divenuto per loro un paradiso fiscale.

Tra i due paesi intercorrono interessi in tema di turismo, aviazione, gas, petrolio, elettricità, infrastrutture, sicurezza del territorio e cooperazione scientifica.

Durante la "liberazione" in Libia voluta da Sarkozy, il Qatar è stato l’unico paese arabo coinvolto e i suoi aerei, Mirage francesi, partivano per i raid con quelli della Nato.

Insomma, calcio utile strumento di consensi per affari ben più ampi. Altro che Ibrahimovic e Lavezzi, altro che il calcio francese, il Qatar vuole portare via tutto e lo sta facendo; se qualcuno non se ne è accorto, la conquista del mondo è solo iniziata: dai magazzini Harrods a Londra alla maison Valentino e la Costa Smeralda in Italia, e poi Volkswagen-Porsche in Germania senza dimenticare Tiffany, le banche greche, Barclays e Credit Suisse... solo per fare qualche "piccolo" esempio.

Tutto ciò approfittando della crisi, e quando questa passerà gli europei si renderanno conto di aver perso il proprio sistema economico.

Poi c'è il cugino di Tamim, il patron del Manchester City ma anche del Getafe e di Al-Jazeera, lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, che solo nel calcio la parte del leone l'ha fatta l'anno scorso a suon di petrodollari e ha così riportato la Premier League ai "citizen" dopo 44 anni di digiuno.

Sono questi gli uomini che stanno gonfiando la bolla finanziaria del calcio europeo e che prima o poi metteranno in difficoltà il presidente dell'UEFA Michel Platini, il cui figlio Laurent è avvocato per la "Qatar Sport Investments", braccio del "Qatar Investment Authority", la stessa holding che controlla il PSG.
Società che, dopo aver schiaffeggiato la decenza, avrebbe tempo fino al 2014 per onorare i parametri del Fair play finanziario.

Piccolo contributo alla definizione dello scenario: i Mondiali di Calcio del 2018 e quelli del 2022 sono stati assegnati alla Russia e al Quatar, proprio loro.

Polemiche e accuse di corruzione ai rappresentanti della FIFA dopo che Papà Platini si è speso perche fossero assegnati al paese del proprietario della squadra di Parigi.

Molti gruppi imprenditoriali francesi, da Alcatel a Novotel, da Accor a Le Meridien fino a Sofitel, saranno coinvolti nel grande business legato all’organizzazione del primo mondiale arabo.

Il capo del comitato organizzatore è Nasser Al-Khelaifi, uomo riconducibile alla famiglia Al-Thani, presidente del Paris Saint Germain e gran capo di "Al-Jazeera Sport" che ha acquistato per 90 milioni di euro i diritti del campionato francese e ha tutto l'interesse che la "Ligue 1" diventi fortemente competitiva e appetita dagli sponsor; ma anche membro del CdA della "Qatar Sports Investment" riconducibile alla società per cui lavora Laurent Platini.

Ora Blatter, a dodici anni di distanza, sposta l'attenzione sulla presunta corruzione da parte dei tedeschi per accaparrarsi i mondiali del 2006.

I qatarioti, che si sono candidati anche alle Olimpiadi del 2020, spenderanno somme ingenti per realizzare stadi climatizzati che aggireranno il problema del caldo mentre noi poveracci italiani viviamo ancora nello sfascio del 1990 e abbracciamo il nuovo corso del nostro calcio che cerca di guarire.

Qui non ci sono banche, sponsor o interessi per sceicchi.
Magari la Juve otterrà il massimo dando la sponsorizzazione dello stadio proprio ai qatarioti ma l'unica strada possibile è quella intrapresa.

Se Platini manterrà gli impegni sarà una strada vincente.
Se...
18/7/2012
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