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Spettacoli
Eddy Napoli regala emozioni al Trianon
di Angelo Forgione
Grandi emozioni sabato 3 Marzo in un teatro Trianon riempito in tutti suoi circa 500 posti in occasione della seconda data “live” di Eddy Napoli.

In una location storica nel cuore del centro antico (un teatro popolare tra mura greche!) l’artista napoletano ha una volta di più dato sfoggio della sua napoletanità pura, riscaldando la platea con la sua voce e con i suoi musicisti capaci di non far notare la mancanza del mandolino.
Musica napoletana contaminata e rivestita di internazionalità senza perdere il contatto con la tradizione.

Un’atmosfera magica tra canzoni di Napoli interpretate in maniera impeccabile. C’è spazio anche per la storia personale dell’artista con un toccante brano musicato su un testo del nipote Salvatore Lanza: «Conservo intensi ricordi della casa di famiglia, al Ponte di Casanova, un luogo dove sono passate diverse generazioni di artisti e dove si respirava un odore particole, ll’addore ‘e canzone».

È poi il momento di un toccante omaggio a Lucio Dalla (“Caruso”) dopo il quale l’atmosfera si stempera con canzoni di Carosone e Fierro in chiave jazz/blues e con gli intermezzi degli ospiti Gianni Aversano dei “Napolincanto” e Aniello Misto che con Eddy Napoli ha proposto un briosa versione reggae di “Luna Rossa”.

Quando lo spettacolo sembra concluso, l’intenso e inatteso bis con la grande “provocazione”: Eddy saluta tutti ma il teatro lo acclama e quando il sipario si riapre non torna sul palco ma lascia scorrere su un grande schermo il videoclip di “Malaunità”, brano ispirato alle verità nascoste del periodo risorgimentale.

Spuntano tre bandiere delle Due Sicilie, due in galleria e una in platea, mentre gli spettatori restano rapiti e in silenzio fino all’ultimo fotogramma.

Eddy torna sul palco, siede al piano in compagnia della fisarmonica, e suona una sua rivisitazione dell’inno delle Due Sicilie di Giovanni Paisiello col testo riscritto da Riccardo Pazzaglia.

Alla fine dell’esecuzione si alza in piedi tra gli applausi e spiega la grande provocazione; qualcuno dalla galleria chiede di insistere, ma il cantautore non va oltre e invita tutti ad approfondire l’irrisolta “questione meridionale” senza però chiudere il momento intensamente identitario.

Un piccolo preambolo anticipa l’anteprima del lavoro discografico in uscita; «è un’atto d’amore verso la donna più bella del mondo».

Una canzone intensa, a tratti struggente, che fa salire a tutti un nodo in gola. La serata chiude con un altro inno: ‘O surdato nnammurato.

Eddy Napoli ha dimostrato come si fa rete tra gli artisti napoletani in una città troppo chiusa e diffidente.
Ha dimostrato come si unisce la modernità alla tradizione e alla storia identitaria. Una serata che ha riconciliato i napoletani con loro stessi.

Guarda il videoclip

5/3/2012
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