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I Temerari sempre più… temerari!
di Alessandra Giordano
Ad esattamente un anno di distanza dal debutto al San Carlo della Traviata di Giuseppe Verdi firmata Brockhaus per la stagione lirica del massimo partenopeo del 2010, ecco un remake di tutto rispetto e assolutamente esilarante firmato da Marcello Lando, regista e autore de I Temerari.

Se al San Carlo di grande effetto furono le scene “specchiate” di Svoboda, qui troviamo l’impareggiabile gusto e fantasia di questa compagnia di rotariani dilettanti attori che ormai da venti anni, partita da Napoli, calca i palcoscenici d’Italia riscuotendo un successo strepitoso col solo intento di raccogliere fondi da devolvere al prossimo bisognoso.

Fanno tutto da soli, I Temerari: dai testi alle musiche, dai costumi alle coreografie, dalle scene alle luci come già in altre occasioni.
Già sei sono infatti le rappresentazioni che grazie alla genialità di Marcello Lando, ingegnere, past Governor del Rotary, con il pallino del teatro (e non solo).
Hanno infatti, riscosso successo negli anni la fiaba-horror Barbablù, intitolata “Barbablues”, l’Amleto shakespeariano, “C’è del marcio in Danimarca”, la Boheme ripresa con “Ma per fortuna è una notte di luna”, “L’inferno… è un’altra cosa” dal sapore dantesco della Divina Commedia, addirittura l’Iliade riportata sul palco con “Dei, Achei, Eroi & Troy”, tutte parodie in chiave musical grazie alle musiche arrangiate ed orchestrate da Peppe Ventrella e dallo stesso Lando.

Quest’anno I Temerari hanno trasferito nel comico-grottesco anche la tragedia più lacrimevole come la Traviata dimostrando così, in Sempre libera degg’io, dal titolo di una delle più famose arie verdiane, come il confine tragico-comico possa spesso rivelarsi molto sottile.

Due le rappresentazioni della commedia musicale che hanno registrato il tutto esaurito al teatro Politeama e il cui ricavato va a finanziare le iniziative dell'Inner Wheel Club Napoli Luisa Bruni, presieduto da Elisabetta Di Gianni, e l’Unitalsi.

Si spengono le luci, la cacofonia dell’orchestra che accorda gli strumenti si dissolve e s’ode l’applauso del pubblico all’apparire del direttore d’orchestra. Tutto registrato, tutto finto. Si alza il sipario e comincia il tourbillon variopinto ed elegante della passerella dei costumi d’epoca: magnifici abiti da gran sera ottocenteschi con tanto di parapallo, sottogonne in crinolina e a cupola, pizzi e merletti indossati dalle signore-attrici davano il via alla pièce teatrale che racconta l’amore contrastato tra Violetta e Alfredo (Annamaria e Edoardo Sabbatino, coniugi anche nella vita reale).

Tra battute mordaci, doppi sensi e qui pro quo, perfetti nella loro parte Bruno Ferrara e Saja Ventrella (i Germont, genitori di Alfredo) attori consumati e disinvolti.
Straordinaria Laura Scognamiglio nella parte di Annina, la femme du menage che coordina il circo del piacere; incredibili Virgilio Firpo e Bruno Postiglione, gli angeli della morte che danzano notturni e in modo improbabile accanto ad una Violetta ammalata di tisi (e che alla fine, però, befferà tutti).

Bellissimo il ballo di carnevale e le maschere e le moine delle donnine facili, altri costumi – tutti di Lilia Iodice o della sartoria di Annamaria Di Leva, altre scene, altre risate.

Non sono mancate le frecciatine dirette alla cronaca ormai trita delle vicende berlusconiane, tra le varie Noemi (la Letizia, pura siccome un angelo) con la voce in falsetto della Iodice in cuffietta rosa e le escort (“ex-cortigiane”) da scandalo-minorenni.

Fondamentali le musiche che miscelavano le arie di soprani e tenori con le canzonette nazionalpopolari.
Così Libiam ne’ lieti calici si trasformava in uno scatenato twist e Amami Alfredo in un allegro can can con le attrici più giovani a mostrar i… mutandoni.

Tutti bravi, coraggiosi e… più che mai temerari gli altri attori, non solo, ma anche alla bisogna cantanti e ballerini con le coreografie di Marilena Riccio: Mariacarla Lamberti, Attilio e Gabriella Leonardo, Guglielmo Montella, Lucio Vacca, Mariagiulia Mancini, Argentina Calcagni, Francesca Massara, Rosita Oliva, Roberta Postiglione, Daniela Schioppa, Germana Sera, Carlo Miele, Giuseppe Montella, Nico Pasquino, Marco Dellonda e ancora: Leontina Alvano, Barbara Genio, Fabiana Sera, Ninì Spinelli, Luciano Martucci, Francesco Salerno, Antonio Sannino.

Bravissimi anche Gherardo Mengoni, ingegnere di scena con l’assistenza di Licia Firpo.

22/4/2011
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