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Non sarebbe meglio...?
di Sergio Civita
Non sarebbe meglio se il sindaco, il governatore e il presidente dell’amministrazione provinciale non si occupassero delle cose di una Società che porta sì il nome di Napoli ma che non ha certo bisogno di interventi esterni come quelli posti in essere con suppliche e piagnistei nei confronti dell’immarcescibile presidente della Figc Franco Carraro?
È inutile e controproducente tirare in ballo la “terza città d’Italia”, il “bacino di utenza”, i non meglio identificati “meriti sportivi”. Si mette così la vicenda sul piano del favore personale, della carità pelosa, invece che su quello – dovuto – del diritto.
Sarebbe invece stato il caso di imporre (avendolo…) il proprio carisma e far valere le ragioni giuridiche che giustificano ampiamente la promozione del Napoli in serie B.
Non dimentichiamo inoltre che sono stati gli stessi quattro signori di cui parliamo che lo scorso anno hanno fatto in modo da far retrocedere il calcio napoletano in serie C.
Non intendo qui esporre le ragioni giuridiche che sono alla base del mio discorso.
Sono state già ampiamente dibattute e sviscerate da giornali, radio, televisioni e da napoli.com stesso.
Vorrei solo che chi rappresenta la città lo facesse in modo serio, sereno, rispettoso dei terzi, chiedendo unicamente – con fermezza – il rispetto delle leggi e dei regolamenti, senza piatire favori in nome di presunte amicizie o colleganze di partito o di governo che, come sempre, lasciano con un pugno di mosche in mano.
È la strada che ha imboccato De Laurentiis, che potrà anche non portare al risultato se ancora una volta verrà calpestato il Diritto ed avranno la meglio mestatori ed imbroglioni, ma – vivaddio – è la strada di una persona con gli attributi, sicura di sé e pronta a combattere per difendere i diritti suoi e dei napoletani senza piegarsi a nessuna “ragion di Stato” o a volere camorristico di terzi.

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Non sarebbe meglio utilizzare un milione e duecentomila euro (due miliardi e mezzo delle vecchie lire) per – come propone il presidente della Circoscrizione Fabio Chiosi – restaurare il Mausoleo di Posillipo, il Sacrario contenente le spoglie dei Caduti napoletani di tutte le guerre, che è ridotto in condizioni pietose dalla pluriennale mancanza di manutenzione e dalla pervicace sine-cura comunale piuttosto che acquistare un immobile da regalare ad una banda di “disobbedienti” le cui principali occupazioni sono l’organizzazione di disordini e lo spaccio di droga?
Come si concilia inoltre lo sfratto ai giornalisti della Campania dal Circolo della Stampa (che da quando è in carico all’Amministrazione è ridotto ad un rudere…) con il “dono” ai no-global di un fabbricato che occupano abusivamente da oltre quindici anni?

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Non sarebbe meglio evitare di commentare la cosa come ha fatto il presidente della commissione bilancio del Comune Claudio Ospite: “L’importante – comunque – è che una situazione illegale sia stata sanata”?
O fare in modo che la sindaca risparmi la sua preziosa voce evitando le esternazioni del tipo:
“È una cosa che bisognava fare. Abbiamo ricevuto in questi mesi numerose segnalazioni e sollecitazioni proprio dal movimento a cui questi ragazzi fanno capo. Ci abbiamo riflettuto ed abbiamo deciso di procedere all’acquisto. Il motivo? A mio avviso è necessario creare nella nostra città spazi di aggregazione, luoghi di ritrovo per i giovani, punti di contatto. Officina 99, in qualche modo, rappresenta tutto ciò e pertanto l’acquisizione dello stabile da parte del Comune è un atto opportuno”.
A chi le fa notare che nell’edificio di via Gianturco l’illegalità regna sovrana, dal furto di energia al consumo eccessivo di alcoolici, all’uso di sostanze stupefacenti risponde:
“È chiaro che in questo non posso essere d’accordo con loro ed in tal senso la mia condanna è netta, inequivocabile. Non posso condividere tutte le loro azioni, non lo faccio neppure con i boy-scout. Ma il punto non è questo. Viviamo in una città difficile ed abbiamo il dovere di difendere i nostri ragazzi”.
E i “nostri ragazzi” come l’hanno presa? Mario Avoletto, leader storico del gruppo di contestazione:
“Non saremo mai accondiscendenti rispetto alla nuova proprietà. Non accetteremo paletti e veti da parte di nessuno e continueremo a gestire Officina 99 senza nessuna ingerenza istituzionale o partitica”.
Come faccio di solito in questi casi, non commento ciò che si commenta da solo…

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Non sarebbe meglio evitare di “imbrogliare le carte” come ha fatto l’amministrazione comunale presentando, nel bilancio di previsione 2005, l’acquisizione del fabbricato occupato abusivamente dai no-global di Officina 99, come un non meglio identificato stabile in Via Carlo di Tocco (senza numero civico…)?
“Acquisizione dell’immobile di Via Carlo di Tocco da destinare ad attività sociali”.
Lo stratagemma dell’ineffabile assessore Cardillo supportato dai suoi colleghi Balzamo e Tecce e affiancato dal city Manager Luigi Massa è riuscito ad ingannare i consiglieri che hanno approvato senza sapere cosa stavano votando.
La Cdl ricorre alla Corte dei Conti, Udeur e Margherita sono furiosi: la maggioranza al Comune si spacca; e poi, la struttura è inagibile e pertanto va restaurata (a carico del nuovo proprietario, il Comune, ovviamente…) per non mettere a repentaglio l’incolumità dei “nostri ragazzi”.
Un bel risultato, non c’è che dire…
Occorrerà anche sanare i prelievi abusivi di acqua ed energia elettrica (un legale li chiamerebbe "furti"), il contratto telefonico stipulato con documenti falsi (lo stesso legale tratterebbe la cosa come "truffa"), mettere a norma l’antenna fuori legge di “Radio Lina” ("illecito amministrativo"), proibire l’acquisto di alcoolici con partita Iva falsa (la Guardia di Finanza legge i giornali? Se ne parla da un paio di anni almeno…) e l’uso sistematico di sostanze stupefacenti, tutto a carico del Comune.
Sono curioso di vedere Cardillo & C. cosa si inventeranno per assegnare automaticamente – aggirando la legge – la struttura agli attuali occupanti abusivi e per evitare di far pagare loro un equo canone per l’utilizzo di un bene pubblico.

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Non sarebbe meglio che la nostra città avesse uno scatto d’orgoglio e decidesse di voler affrontare il futuro con piglio professionale, affidandosi una buona volta ad amministratori seri e responsabili che guardino al domani con lungimiranza e progettino il futuro tenendo sotto controllo il presente, si occupino del quotidiano con l’occhio a quello che accadrà?
Se i nostri politici continueranno a discutere del sesso degli angeli tra dilettanti allo sbaraglio e continueranno a non tenere in considerazione ogni e qualsiasi “segnale” esterno alla loro logica (ricordate il “manifesto” del filosofo Masullo? Ne avete più sentito parlare?) per la nostra città si prospettano tempi ancora più cupi di quelli odierni.
Ci sono molti esempi nel mondo di città con amministrazioni capaci e lungimiranti, da Barcellona a Berlino, da Parigi a Manchester, a Valencia, a Marsiglia… ma non occorre andare lontano, basta scendere cinquanta chilometri a sud di Napoli, a Salerno, per aver modo di capire che basta solo programmare seriamente e affidandosi a professionisti seri per realizzare qualcosa che ridia alla città una qualche speranza.
21/8/2005
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