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Cronaca
L'antico stadio di antonino. Il restauro a metà
di Antonio Cangiano
Un vero e proprio gioiello dell'antichità romana finalmente restaurato e reso, se non accessibile almeno visibile, non appena 2 anni fa dalla sovraintendenza ai beni archeologici di Napoli, risulta nell'ala ovest, ancora da portare alla luce, completamente abbandonato e lasciato a se stesso, esposto al di sopra di un dirupo mai messo in sicurezza dal rischio idrogeologico.

Via Campi Flegrei, a pochi passi dall'attuale complesso Olivetti, moderno centro integrato di servizi e cuore pulsante dello sviluppo ad ovest di Napoli, il sito individuato e restaurato dalla sovraintendenza fa bella mostra sotto gli occhi di tutti sebbene i suoi cancelli rimangano ancora chiusi per mancanza di personale; male comune ai maggiori siti archeologici dei campi flegrei.

Voluto da Antonino Pio per onorare la memoria del padre adottivo Adriano, morto a Baia nel 138 lo stadio di Puteoli posto in posizione panoramica su una terrazza a picco sul mare era uno dei maggiori dell'antichità (m. 260 x 65), inferiore solo a quello fatto costruire da Domiziano a Roma (285 metri) e corrispondente all'attuale piazza Navona.

La struttura che ospitava gli Eusebeia, giochi ginnici quinquennali sull'uso di Olimpia, nel corso dei secoli soggetto ai fenomeni tellurici che caratterizzano la zona, crollò nel settore nord sottraendo un'ampia parte dell'arrivo curvo, lo sfendone.
In tempi recenti poi l'amministrazione fascista per ampliare il tracciato della Via Domitiana decise di tagliare letteralmente in due la pianta dello stadio e buona parte della pista.
Era il 1932, con l'apertura della strada si separarono anche le sorti dei suoi resti.

Altre rovine, infatti, non meno importanti e necessitanti di un'opera di restauro e consolidamento, visibili fronte strada, rimangono coperte da rovi, sterpaglia e vegetazione spontanea. Sono i ruderi delle gradinate ovest ancora del tutto inesplorati.

Al di sotto del livello stradale i vomitoria, ovvero gli ingressi laterali che consentivano l'accesso allo stadio, visibili dal basso percorrendo la via fasano all'altezza dell' ingresso Sofer,   sporgono pericolosamente da un dirupo mai messo in sicurezza ed insistono su un forte contesto abitativo che dai primi anni '60 ha popolato la zona. Più segnalazioni sono giunte agli addetti ai lavori circa problemi legati alla cattiva incementazione delle acque meteoriche nei valloni di ruscellamento e non mancano piccole erosioni che vengono giù dal costone, come lamentano gli abitanti della zona.

Eppure stupisce l'idea che l' opera di recupero straoridinaria dell'antico stadio antoniano, realizzata solo pochi anni addietro grazie a un finanziamento di cinque milioni di fondi europei gestiti dalla Regione, abbia tralasciato di consolidare un pezzo così importante dell'antica struttura imperiale, testimonianza significativa del carattere greco-orientale della città di Puteoli, lasciando tali rovine, nude e visibili, esposte al rischio idrogeologico semplicemente perchè poste dall'altra parte della strada.

28/2/2010
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