Contatta napoli.com con skype

Cronaca
Pizza Margherita, furto Savoia ai Borbone (?)
Il nome è lo stesso ma la storia no
di Angelo Forgione
Ha appena ricevuto il riconoscimento STG (Specialità Tradizionale Garantita) dall’Unione Europea la Pizza Napoletana che ha nella “Margherita” sicuramente la sua regina.

La storia ufficiale vuole che la più popolare delle pizze sia nata 120 anni fa per omaggiare Margherita di Savoia, moglie di Umberto I, Regina d’Italia alla quale sarebbero stati dedicati dal pizzaiolo Raffaele Esposito i colori bianco, rosso e verde della mozzarella, del pomodoro e del basilico. Ma la storia ufficiale della “Margherita” è solo un capitolo del più ampio libro del Risorgimento e rappresenta uno dei tanti spunti per un più ampio dibattito sulle verità e presunte falsità raccontate dalla storiografia ufficiale.

In realtà vi sono tracce di pizza “Margherita” già nella Napoli borbonica, almeno cinquanta anni prima di quel 1889 a cui si attribuisce la nascita del succulento piatto. Tracce rinvenute da Alessandro Romano, coordinatore del Movimento Neoborbonico, che risalgono al 1866, anno in cui Emmanuele Rocco scrive nel l’opera “Usi e costumi di Napoli e contorni” diretta da Francesco De Boucard che «le pizze più ordinarie, dette coll'aglio e l'oglio, han per condimento l'olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l'origano e spicchi d' aglio trinciati minutamente (e l’immancabile pomodoro). Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite collo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico con delle sottili fette di muzzarella». Ricette datate 1849 e ben radicate dall’inizio della dinastia borbonica, in quel ‘700 in cui a Napoli, come nel resto d’Europa, prende piede l’uso del pomodoro per la preparazione dei cibi. Solo da allora si può parlare di pizza come la conosciamo oggi.

Si parla chiaramente nel primo caso della “Marinara” e nel secondo della “Margherita” (nei testi si fa riferimento anche a qualcosa che somiglia al calzone) sulla quale quelle sottili fette di mozzarella erano disposte come nel fiore a cui è intitolata la particolare pizza, dal centro verso l’esterno, e una volta fuse richiamavano la forma dei petali di una margherita. Dunque non solo la “Margherita” sarebbe storicamente antecedente all’invasione piemontese ma il nome deriverebbe dal disegno che vi si creava con le fette di mozzarella. Il fiore sarebbe sparito spargendo “volontariamente” la mozzarella con casualità e senza geometria, incanalando così il piatto principe delle pizzerie nel corso della propaganda filosabauda che certamente non si sarebbe lasciata sfuggire l’opportunità di apporre il suo marchio sul simbolo culinario della Napoletanità.

Risalendo ancora più indietro, nel 1830 un tale di nome Riccio, nel libro “Napoli, contorni e dintorni”, scrive di una varietà di pizza che faccia pensare all’odierna Margherita, condita proprio con pomodoro, mozzarella e basilico.
In ogni caso, accertata l’esistenza di questi testi, si può riflettere sul fatto che Margherita di Savoia è divenuta Regina d'Italia il 9 gennaio del 1878 sposando Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II; passano quindi ben 29 anni dalla documentata esistenza della pizza condita con mozzarella, olio, pomodoro e basilico.

Il Movimento neoborbonico ha già chiesto ai pizzaioli Napoletani di riprendere i fili della storia e di ritornare ad apporre la mozzarella a forma di fiore come in epoca borbonica per far sparire anche dalle tavole le falsità piemontesi del Risorgimento. Anche il movimento Insorgenza Civile appoggia la causa e sostiene la tesi, in un coro di ripristino della verità storica al quale si unisce anche il Movimento V.A.N.T.O.

Dunque non solo la “Margherita” sarebbe storicamente antecedente all’invasione piemontese ma il nome deriverebbe dal disegno che vi si creava con le fette di mozzarella (foto sotto)
23/12/2009
FOTO GALLERY
RICERCA ARTICOLI