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Cronaca
L’UNESCO non boccia Napoli ma interpella il Governo
di Angelo Forgione
Pericolo scampato. Napoli non uscirà dalla lista dei siti UNESCO ma il degrado del suo centro storico, sotto attento monitoraggio, deve essere combattuto.

Il World Heritage Centre ha presentato la relazione ispettiva sulle condizioni disastrose del Centro Storico di Napoli che sarà dibattuta nei prossimi giorni durante il summit di Siviglia. Tale relazione è il frutto della visita che gli ispettori UNESCO hanno effettuato a Dicembre dello scorso anno, allertati dalle notizie circa le condizioni del patrimonio artistico e monumentale della nostra città.

La mancanza di un “piano di gestione”, ovvero quel piano sistematico obbligatorio nel quale si stabiliscono gli interventi necessari da attuare per la tutela, la conservazione e la riqualificazione urbana della città, rappresentava una “spada di Damocle”. L’UNESCO lo esige dal 2006, secondo la legge n.77 che interessò tutti i siti patrimoni dell’umanità. Il “piano di gestione” non è mai stato redatto dalle istituzioni locali, e il W.H.C. non riesce ad ottenerlo; sfiduciato nelle istituzioni locali, ora tenta la carta dell’interrogazione del Governo centrale.

La relazione ispettiva è stata inviata al Ministero dei Beni Culturali, chiamato a commentarla, e verrà discussa durante la riunione del Comitato degli Stati Membri della Convenzione del Patrimonio che si terrà dal 22 al 30 Giugno in quel di Siviglia. Da qui ne dovrebbe conseguire una decisione sul “caso Napoli”, e tutto lascia supporre che sarà chiesto al Governo centrale di provvedere alla preparazione del “piano di gestione” per Napoli, dal momento che le istituzioni locali non hanno saputo far fronte al loro dovere.

Nella relazione è chiaramente riportato che “non sembra esservi un elevato grado di integrità del bene” e che “le minacce sono da notare nella mancanza di manutenzione continua del tessuto urbano e nel problema traffico e nei grandi interventi”. Nelle conclusioni, al punto 4 il W.H.C. “si rammarica del fatto che il piano di gestione, annunciato dalla relazione periodica del 2006, non è stato preparato ed esorta le autorità a cominciare la sua preparazione”; altresì, al punto 6, si richiede allo Stato membro “di presentare al W.H.C., entro il 1° febbraio 2011, una dettagliata relazione sullo stato di attuazione delle raccomandazioni, nonché il piano di gestione per l'esame da parte del Comitato del World Heritage Centre nella sua 35a sessione nel 2011”.

Nessuna bocciatura, quindi, ma un severo richiamo; ed è il minimo che potesse accadere. La verità è che Napoli non è stata ancora estromessa “solo” grazie ad una sorta di immunità dovuta all’importanza, il prestigio e la bellezza del suo centro storico. Se si fosse trattato di un sito minore staremmo qui a recitare il requiem. Certo, dalla riunione di Siviglia potrebbero scaturire ulteriori decisioni poco piacevoli, ma è chiaro che il “caso Napoli” sia il vero  motivo di discussione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si trova nella scomoda posizione di chi non può penalizzare una città così bella e importante ma nemmeno riesce ad ottenere garanzie sul suo recupero patrimoniale.

Una situazione anche “comoda” per le istituzioni locali, responsabili di decenni di immobilismo e incuranza verso un patrimonio unico al mondo che hanno prodotto un tale sfacelo.

17/6/2009
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