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Cronaca
A rischio le pergamene dell’archivio di stato
L’umidità e le infiltrazioni d’acqua piovana minacciano i preziosi documenti
L´allarme è stato lanciato pochi giorni fa. La sede centrale dell'Archivio di Stato di Napoli, ossia il complesso monumentale dell´antico monastero benedettino dei S.S. Severino e Sossio, tra gli edifici storici più antichi della città di Napoli, ha bisogno di un intervento di restauro.

Maria Rosaria De Divitiis, Responsabile dell´Archivio, ha lanciato l´allarme: "Ci sono documenti antichissimi, carte, codici e pergamene miniate che rischiano di scomparire a causa della presenza di umidità e delle infiltrazioni d'acqua. Siamo di fronte ad una tragedia". Continua De Divitiis "esiste un progetto per ridare lustro al monumento ma occorrono circa 80 milioni di euro per attuare il restaurare e il ripristino degli ambienti".

L'Archivio di Stato, situato nel cuore del centro antico della città dal 1835, è tra i più grandi del mondo. Si snoda in 25 mila metri quadrati, con oltre 50.000 metri lineari di scaffalature, e raccoglie fonti documentarie e bibliografiche dal X al XIX secolo. Tra le più importanti raccolte d´Italia, l´Archivio conserva circa 24 mila pergamene e oltre 1 milione di materiale cartaceo di fondamentale importanza per la storia dell'Italia Meridionale. Cimelio simbolo di valore è il prezioso codice miniato della Confraternita di Santa Marta.

Purtroppo però i preziosi libri restano inzuppati d´acqua! Che cosa farne delle migliaia di documenti che rischiano di andare perduti?
Antonio Pariante e Marcello Mottola, del Comitato Civico di S.Maria di Portosalvo, affermano l´esigenza di spostare tutti i documenti in una sede più sicura al fine di salvaguardare questo inestimabile patrimonio. "Il trasferimento momentaneo dei documenti potrebbe avvenire sfruttando la disponibilità di Castel Capuano da poco liberato dagli uffici della Amministrazione Giudiziaria - sottolineano ancora Pariante e Mottola - proprio perché il monumento è già sede di una biblioteca che conserva il cosiddetto Fondo Antico, (circa 80.000 codici del XVI, XVII e XVIII, ndr)" .

"Castel Capuano quindi è sicuramente nella condizione di rispondere alle esigenze di tutela del patrimonio - continuano Pariante e Mottola - sia in termini di spazio che per le caratteristiche ambientali idonee a ospitare e conservare questi delicati materiali".

L´ipotesi, avanzata dagli esponenti del Comitato di Portosalvo, consentirebbe così di ridurre i costi al solo trasloco dei documenti, fruttando le due proprietà demaniali, e permetterebbe di destinare i fondi alle sole operazioni di restauro e ripristino.

1/4/2009
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