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Cultura
"Anima" di Carlo Molino
Presentazione del libro alla Libreria Guida a Portalba
Carlo Molino, chirurgo, mercoledì 18 marzo alle ore 18.00 nella saletta  rossa della Libreria Guida a Portalba presenterà il suo libro di poesie intitolato "Anima" edito da Guida. Il libro è una raccolta di 147 poesie selezionate dall'autore fra circa 600 scritte in quasi 35 anni. Infatti ha iniziato a scrivere all'età di 15 anni.

Ha già pubblicato nel 2005 un libro, a scopo di benificenza, sull'Africa e sulla sua esperienza in tema di cooperazione internazionale e solidarietà. Lavora in qualità di responsabile di Unità Operativa Semplice di "tumori neuroendocrini del pancreas" presso l'AORNA. Cardarelli di Napoli.

Presenterà l'evento Gaetano Coppola docente di poesie presso l'Università Popolare. Il club Unesco Napoli ha dato il suo patrocinio, così come l'Associazione Ancora di Partenope ed i due presidenti Danise Fortunato e Agostino Ragosta porteranno il loro saluto.

Discuterrano del libro:
Patrizio Ranieri - Direttore artistico del teatro Garibaldi di
Santa Maria Capua Vetere e direttore della Compagnia d'arte Fabbrica Wojtyla.
Morace Michele - amico dell'autore.

I versi saranno interepretati dagli attori:
Nico Tarantino
Carmine Gargiulo
Ruggiero Coppola
il piccolo Francesco esposito
e concluderà Giacomo Rizzo - attore ed amico dell'autore.

Presentazione a cura del Prof. Lucio Solli docente di filosofia della scienza presso la Fondazione Humaniter di Milano:

LA POESIA di CARLO MOLINO

La filosofia ha tralasciato la domanda estetica: “cos’è l’arte”. Tuttavia l’arte continua a guardare al mondo dandogli quel valore di cui esso è del tutto spoglio quando è privo di qualsiasi visione-interpretazione umana (l’arte stessa, le religioni, le filosofie); quando cioè esso consiste, come dice Eliade, nel “flusso caotico e precario delle cose”, nella “vicenda fortuita e senza senso del loro apparire e scomparire”, manifestandosi come, si può dire, il precario.

Al mondo l’arte e le altre culture interpretative danno, come detto, quel valore che lo eleva dal precario. Ed essa, l’arte, lo fa coinvolgendo il fornitore in problematiche che variano da opera ad opera: dalla comunicazione emotiva dell’autore alla sensibilizzazione politica del fornitore.

Quella forma d’arte che è la poesia, da parte sua, sin dal secolo scorso è emersa con una complessità di termini discorsivi confermando la sua creatività alogica, con la quale trasmette spesso una visione del precario; la quale, anche se spesso grave e dolente, pur sempre la valorizza.

Carlo Molino, poeta, nei versi giovanili – che segnano una fase di maturazione – si pone interrogativi sul mondo; si pone in eremitaggio meditativo ed insieme esternativo del suo vissuto; esibisce difetti e virtù quali compagni lenitivi del suo sofferto interiore; confronta mondo e teatro; descrive la sua solitudine in dialogo con la natura.

Poi, meno giovane, ma ancor giovane, si avvia verso la maturità poetica: descrive proteste di libertà che sono compiacenze di auto-prigionia del sé; unisce raggi lunari e fossa comune; racconta la tristezza come dolce compagna. Qui si prepara il Molino degli anni successivi, quelli della poesia matura, della vera, completa, poesia.

Emergono in questa aspetti umani e naturali in contrasto: dolce bellezza di natura e terremoto; espressioni che distaccano dal mondo, ma che sono “immersi nella melma delle delusioni, nella caotica giungla del sociale”; che “dissolti nella neuronica voglia di cambiare”, al contrario “fermano la grandezza cosmica di un ordine crescente”; macigni che s’infrangono “sulla desertica spiaggia”; amore che “assopisce (….) la disperazione”.

È in definitiva narrazione di una realtà nata in conflitto e per il conflitto. Altrove emerge la distinzione tra enti intimistici e tra enti intimistici e sociali: “pensieri (…) sorpassati (…) dal vento impetuoso  di una notte glaciale”, quali “istanti di lucida follia o immensa beatitudine”; “attesa che l’opinione sfidi la paura dell’irreale”; l’invito “a sopportare il peso dei (…)sentimenti, ad affollare le (…) gesta di atti d’amore”; la coscienza che “giace” fra i corpi dilaniati dei nemici”; “l’attimo che transita fra il certo ed il ricordo , fra il concreto e il possibile”; passi felpati (…) oltre il vivido suono di un osteria”. Anche da queste poesie traduce il conflitto.

In definitiva dalla poesia di Carlo Molino emerge una varietà di motivi che regnano il sofferto divenire della vita, divenire che egli racconta con dolente ed insieme quieta accettazione.
                                                                       
Lucio Solli

Note biografiche

Carlo Molino, nasce nel 1959 in provincia di Napoli;
già da piccolo è un bambino estremamente curioso ed iperattivo; la sua mente è alla continua ricerca di risposte alle mille domande sull’esistenza umana; il suo impegno è, negli anni giovanili, oltre quello dello studio, lo sport (pratica a livello agonistico fino all’età di circa 21 anni il canottaggio); la sua innata curiosità lo portano a scegliere di intraprendere gli studi di medicina, ed in particolare di chirurgia, conseguendo in tempi rapidissimi una brillante laurea in medicina e chirurgia presso la 2^ università degli Studi di Napoli e la successiva specializzazione in chirurgia generale, oltre a coltivare sempre gli studi specialistici necessari per un continuo aggiornamento ed accrescimento professionale.

Ma la sua ricerca “dell’uomo” non si estrinseca esclusivamente attraverso lo studio del corpo umano e delle sue patologie e degenerazioni, ma anche attraverso la ricerca del rapporto umano con il paziente che egli cura con grandissima attenzione e rispetto.

L’esperienza lavorativa, sempre in prima linea presso i reparti di chirurgia generale e di urgenza degli ospedali napoletani  S. Giovanni Bosco, prima, e Cardarelli poi,non sono sufficienti a rispondere alla sua ricerca dell’uomo.

Decide dunque di intraprendere un viaggio in Africa dove presta la sua opera professionale a favore dei più poveri in un ospedale costruito nella foresta del Kenia. Ne nascono nuovi stimoli e le emozioni riportate da questa esperienza, non isolata ma ripetuta nel tempo successivo, sono raccontate con estrema sensibilità, in un libro-diario, ricco di immagini, pubblicato nel 2005 con lo scopo di raccogliere fondi per contribuire anche economicamente alla realizzazione di un nuovo reparto di pediatria dello stesso ospedale keniota e  sostenere le spese di mantenimento dell’intera struttura.

Fonda nel 2006 una associazione onlus avente come scopo principale l’emergenza medica per le popolazioni in difficoltà.

Parallelamente al suo crescere come uomo, come medico, come marito e padre, trasfonde, fin dai suoi primissimi anni giovanili, in scritti poetici i suoi dubbi, i suoi drammi, la sua continua ricerca dell’essere e di comunicare attraverso un viaggio introspettivo di cui le opere che si propongono in questo testo sono una sintesi selezionata con cura dallo stesso autore.   
 
 
16/3/2009
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