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Cronaca
Comunità Montane: io dico chiudiamole, senza rimpianti
di Oreste Mottola*
Da oggi comincia la settimana più difficile delle comunità montane del salernitano. Dietro alle spalle ci sono gli echi delle cronache passate: il Suv della Gelbison Cervati (che vergogna che ogni denuncia ed aumento del prezzo dei carburanti non abbia scalfito i propositi proprietari degli amministratori dell'ente); i socialisti della Valle del Calore (specie in estinzione qui affidata alle ideali cure di una delle Legambiente indigene) che vanno in soccorso di Latempa e prima annunciano Angelo Maraio assessore e mezz'ora dopo nuovo comunicato e zacchète voilà il ritorno di Angelo Rizzo da Campora; negli Alburni ancora aspettiamo di sapere se dopo i primi vagiti il "Movimento Politico Alburni" strombazzato dal buon Ezio Russo dirà prima papà (Carmine Cennamo) o mamma (Pasquale Vessa).

In mezzo a questi ardui dibattiti sull'universo ed i suoi destini c'è il destino di grandi aree dove le strade comunali e provinciali sono sempre più dissestate e la dotazione a disposizione delle scuole si fa sempre più scarsa. E non parliamo d'occasioni di lavoro ai giovani più meritevoli e dotati di talento: ai ragazzi manco i manifesti alle elezioni fra poco gli chiederanno di attaccare. Tanto mica si vota più per deputati e senatori, tutti felicemente nominati.

Nel frattempo ci raccontano che Vittorio Esposito (capo della comunità montana del Vallo di Diano, mica di una qualsiasi) al Parco del Cilento è stato fottuto da Corrado Matera perché quest'ultimo è, casualmente, il cugino del sindaco di Vallo della Lucania. O che i potenti politici di Capaccio, che trattano con potenti imprenditori - investitori, stanno molto dispiaciuti per averci rimesso la vicepresidenza del buon Angelo Valletta. Oppure che va sottolineato "il grande senso della comunità" di Enzo Marra che ci ha appizzato il suo assessorato per restituire una cadrega ad un uomo di "Panda" Mucciolo. O Auricchio e De Rosa che da trent'anni dividono un paese ma al Parco ce li hanno mandati perché stessero assieme. Aveva proprio ragione Renato Brunetta quando ha commentato la decisione di sopprimere enti come le comunità montane con la frase: "Non faremo male a nessuno se non a qualche trombato della politica".

C'è qualcuno che ha il coraggio di dargli torto? Si dice c'è un personale da gestire, delle sedi e la gestione della bonifica montana. Dalle nostre parti non vedo problemi all'orizzonte: 1) qualche impiegato ed una decina d'operai in più per ogni comune potrebbero finalmente riscattare un evidente deficit di produttività registrato fino ad oggi. A disposizione dei sindaci potranno sicuramente rendersi più utili. 2) Le sedi? Diventino sedi d'accoglienza delle nuove forme di fruizione turistica che stanno per essere promosse dal Parco Nazionale del Cilento. 3) La bonifica montana: conosco tanti geometri, architetti ed ingegneri dei nostri uffici tecnici comunali che tanto bene potrebbero fare avendo a disposizione dei bracci operativi che sicuramente sanno il fatto loro.  Restano i "politici trombati" che sicuramente hanno un mestiere da esercitare con maggiore impegno, famiglie che ne reclamano la presenza, e se l'età c'è dei bei centri anziani (presenti ormai sotto ad ogni campanile) dove impegnarsi ad organizzare la gara di liscio.

Poi, ed è la prima volta che ne parlo, credo che occorra portare al definitivo macero una generazione politica che è stata faziosamente democristiana, socialista e comunista ed ora è solo dominata dal cinismo. Che agitando le bandiere rosse e bianche ha avuto potere e posti. E che non è in grado di insegnare eticamente nulla ai giovani d'oggi e per questo meno ha occasioni di far male e meglio è per tutti. Io dico il contrario di ciò che scrive Gian Antonio Stella sul "Corriere della Sera": sì chiudiamole tutte e con i soldi risparmiati paghiamo le borse di studio ai giovani meritevoli che vogliono andarsi a perfezionare nelle università d'eccellenza, diamo di più a quelli che prometteranno di tornare per rilanciare il turismo a Sacco e Roscigno ed apriranno bead and breakfast a Felitto o alleveranno capre a Cannalonga. Qualunque cosa è sempre meglio piuttosto che diventare inutili assessori o consiglieri alla comunità montana.

* Giornalista. Condirettore del settimanale “Unico”
18/6/2008
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