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Cronaca
Una questione di coscienza
di Mario Caruso
L'eventuale “uscita” di Bassolino dal palazzo della Regione consentirebbe, in questo momento di elezioni, anche una campagna di stampa più chiara e più vera, non telecomandata come è avvenuto in questi lunghissimi anni.

I campani hanno il diritto sacrosanto di conoscere nel profondo ciò che è accaduto, e i debiti economici, oltre quelli morali, che i “regionali” hanno lasciato da pagare. Scoperchiare le pentole, togliere il grasso accumulato nel tempo. È già accaduto, ma la storia prima o poi ti presenta il conto e sono guai per chi non può onorarlo….

L’immondizia è solo metà faccia della cattiva politica, perché il volto della vergogna si completa con gli assassinii commessi nell’erogare l’assistenza sanitaria.

Giusto proclamare 48 ore di sciopero per l’operaio deceduto nel porto di Genova, bene programmare leggi più severe per difendere i lavoratori dalle mortali insidie che incontrano ogni giorno quando vanno a guadagnarsi la paga. Ma, possibile che non c’è un po’ di misericordia per i pazienti che vengono ricoverati negli ospedali su una barella?

Soli e abbandonati, senza la possibilità di usufruire di un comodino dove appoggiare una bottiglia d’acqua, di un bagno per i loro bisogni. La scorsa settimana, ancora un “morto barellato”, un’anziana donna.

L’immondizia genera malattie. La barella uccide. Sono due passaggi diversi, vero! Ma sono nel filone unico che etichettano il modo di amministrare la cosa pubblica. Purtroppo la pietà non è materia per la magistratura, non ci sono codici che determinano condanne per una “cattiva coscienza”.

“Bassolino decida che cosa fare, affidandosi alla sua coscienza”, ha affermato Walter Veltroni.  "È una notizia che a me ha dato un grande dolore - ha spiegato, riferendosi al rinvio a giudizio del governatore campano - è una persona per cui ho grande stima e amicizia, e penso che abbia fatto nel corso della sua storia politica cose di grandissima importanza per la sua città e la sua regione”.

“Di fronte alle cose dolorose di questi giorni – Veltroni ci riprova - l’unica è affidata alla coscienza individuale: sono sicuro che Bassolino, la cui coscienza civica conosco bene, farà la scelta più giusta".

Il “caso di coscienza” è stato rispedito già al mittente, Bassolino gli ha risposto : “Io resto e lavoro, la città ha ancora bisogno di me”.

Lavorare? Con chi? Quali sono i suoi compagni di banco? I tecnici? Uno già è andato via (il sociologo con delega al Turismo…), l’ultimo arrivato è un suo conoscente di vecchia data, il quale ha già guadagnato il diritto alla notorietà perchè al primo Consiglio Regionale indossava un pullover dalle tinte accecanti.

La sanità è un’emergenza che dura da tre lustri, gli sprechi svuotano le casse della Regione Campania e le tasche dei cittadini. I bilanci di Asl e ospedali sono top secret.

I sacchetti dell’immondizia vengono inviati in Germania, i debiti sanitari negli Stati Uniti. Alcune banche e finanziarie oltre oceano hanno acquistato i crediti per speculare sui ritardi dei pagamenti e lucrare interessi.

“Io resto e lavoro”, bene! Allora perchè non sprecare una manciata di minuti per capire che cosa sta accadendo in questi passaggi finanziari e per scoprire  nelle mani di chi è il  gioco dei debiti e dei crediti? 

Intervenire con la mano pesante fino a ieri era un po’ difficile, perché significava subire attacchi  dall’altra componente di maggioranza, cioè la Margherita. Ma oggi l’uscita di De Mita (cacciato da Veltroni perché è troppo vecchio…) anche impegnato in altro sito politico, ha lasciato più spazio di manovra a Bassolino, il quale può andare a controllare più tranquillamente i conti della sanità.

E lo faccia al più presto, possibilmente con l’aiuto di un tecnico, però che sia vero tecnico e non un “vegliardo” a colore.

La sanità campana ha sfondato il tetto di spesa, un buco di 130 milioni di euro al 31 dicembre 2007, in questo stesso anno a marzo sono stati pagati 2 miliardi e 233 milioni di euro,  78 milioni di euro a luglio e a gennaio 2008 due miliardi di euro.

Ogni giorno dieci e più ragionieri girano per le Asl per verificare le fatture. A che serve? In verità la spesa andrebbe controllata al momento dell’acquisto e una volta verificata e accertata la reale necessità di nuovi servizi e forniture.

In cinque anni, 2001-2005, l’entità del debito è stato pari a 5 miliardi e 400 milioni di euro. Ai napoletani e ai campani viene lasciato in eredità un mutuo di 170 milioni di euro l’anno. PER 30 ANNI.

Una questione di coscienza.
2/3/2008
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