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Cronaca
Rocco e le sue (mille) donne
di Luciano Scateni
Mente e sa di dire bugie, chi con aria virginea racconta di non sapere chi sia Rocco Siffredi, imperatore mondiale del sesso estremo, attore, regista e produttore dei più espliciti, spregiudicati e, consentite, ipervolgari porno. Fatti suoi, penserà che tifa per la libertà senza condizioni e in fondo ha ragione. Ognuno immagini la vita erotica come gli si addice, ma è innegabile che simile pornografia, oltre alla falsità di prestazioni impossibili senza dosi da cavallo di vasodilatatori, è un concentrato di manifestazioni a metà tra violenza, maschilismo e discutibilissimo gusto. Ma riprendiamo il ragionamento sul “siffredismo”. Già le esternazioni della povera Moana Pozzi e delle sue colleghe, costruite con furbizia per legittimare il mestiere di pornostar, mostravano la loro evidente fragilità, mascherata dall’avvenenza e, nel caso di Moana, dalla sua dolcezza psicofisica. Le ostentazioni visibilmente spavalde dello stallone italiano sono però un insulto alla realtà.

Ne parliamo per colpa del malvezzo che induce a saltellare da canale a canale televisivo in cerca di qualunque cosa non sia trash, finendo regolarmente nel trash. Rai 2, domenica postprandiale, scena: avvolto da una poltrona bianca, corrispettivo moderno del trono, un Rocco Siffredi in gran forma e vestito, proprio così vestito, si è raccontato a Simona Ventura, ai suoi ospiti in studio e a qualche milione di teleutenti. Nello spirito di chi, esasperato, pensa “vediamo questi dove arrivano” siamo stati informati della sua brillante carriera di “scopatore” cinematografico iperdotato (scusate se il tema ci ha indotto a usare un termine non proprio elegante): è iniziata precocemente. Racconta il “nostro” che l’incoercibile vocazione a far sesso davanti alla macchina da presa lo ha fulminato alla tenera età di 13 anni, allorché i coetanei sognano di diventare astronauti, giocatori di calcio, cantanti. Con la benedizione di papà e mamà,

Rocco ci ha dato dentro, con una performance dopo l’altra, ogni volta che gli hanno messo davanti due femmine appetibili. Ma…, ma anche l’ipermaschio ha messo la testa a posto, nel senso che ha deciso di metter su famiglia. Chi ha sposato? Non c’è da sbagliare, una nota pornostar importata dall’Est europeo e scoperta per caso. Al sodalizio arride la prole. Domanda “Come spiegherete loro i perché del vostro “lavoro”? Rocco risponde con calma olimpica che saprà come fare e aggiunge che se sceglieranno percorsi di vita diversi la decisione sarà rispettata. Se invece volessero seguire le orme di mamma e papà saprà lui “come aiutarli a farlo bene”. La signora Siffredi, sollecitata dal disinvolto consorte si sbilancia: l’uomo ideale? Ma Gattuso, senza dubbio, un uomo vero. Il marito approva sorridente, si direbbe contento. Sono i prodigi del sesso senza limiti. Il  lungo soggiorno dei Siffredi nello studio di “Quelli che il calcio” agevola anche l’autocitazione di aver intrapreso il viale dorato della moda per diventare imprenditori della moda e accontentare, a loro dire, i milioni di fan ansiosi di indossare abbigliamento della premiata ditta.

L’incontro si conclude con qualche eccesso verbale del pornodivo, la finta dissociazione della conduttrice, abbracci e baci (particolarmente “affettuoso” quello di Simona Ventura a Rocco), la standing ovation del pubblico femminile e la domanda dell’incolpevole teleutente: perché?

4/2/2008
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