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Da Torre Annunziata al Comando delle Forze NATO
di Francesco Canessa
Se le brutte notizie corrono molto, quelle belle corrono poco. E’ una legge dell’informazione (pessima legge!) a validità universale, ma come succede spesso nella vita, c’è chi ne fa le spese di più e chi di meno.

Tra i primi, vi sono  certamente Napoli e i Napoletani, vuoi per le ricorrenti offensive mediatiche che le piovono addosso dall’esterno, che per lo stesso atteggiamento del giornalismo di casa, più incline a strillare la “nera” che a dare enfasi a quel po’ di “bianca” che di tanto in tanto gli capita di raccontare. In questi giorni è accaduto, ad esempio che  poco o punto risalto abbia avuto sui giornali che si stampano dalle nostre parti l’assunzione del comando dell’intero apparato militare dell’Alleanza Atlantica da parte di un ufficiale italiano, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, che è uno di noi, vesuviano puro sangue, nato a Torre Annunziata 63 anni fa. Lo hanno votato nel Quartier generale di Bruxelles i 26 responsabili militari dei Paesi della Nato e succede nella presidenza del Comitato operativo dell’Alleanza al generale canadese Ray Henault.
 
L’ammiraglio già aveva in Italia una carica d’eccellenza, essendo Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 2004. Questo dopo una straordinaria carriera in mare, culminata al comando della nave ammiraglia, l’Incrociatore portaelicotteri Garibaldi. Ma la sua specializzazione è di sommergibilista, formatasi nel tempo al comando di imbarcazioni convenzionali (Bazzana, Piomarte, Cappellini, Sauro) tanto da essere chiamato dalla Marina degli Stati Uniti a partecipare nella sede del SACLANT di Norfolk, Virginia, al programma di Guerra subacquea del Long Term Planning, come ufficiale ASW. La stima degli ambienti militari internazionali ha avuto ora conferma con la indicazione unanime al prestigioso incarico, cui anche erano candidati un generale spagnolo e uno polacco. Ne fa esplicito richiamo il messaggio di congratulazioni che il Presidente della Repubblica Napoletano gli ha rivolto: “ La nomina è un riconoscimento meritato per chi come lei ha saputo guadagnarsi stima e fiducia nel Mondo e significativo per  l’Italia, per il suo lineare impegno al servizio della pace e della sicurezza in Europa.”

Fossi stato il direttore di un giornale di Napoli, avrei messo la notizia in prima pagina, sacrificando una volta tanto quella dell’ultima sparatoria, o della discarica di mondezza chiusa. Per offrire un contributo al risveglio dell’orgoglio civico nostro e di tutta la terra vesuviana, che ancora riesce ad essere una delle patrie storiche della gloriosa marineria italiana.  
16/11/2007
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