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Cronaca
Si scia sulla monnezza
di Francesco Canessa
Arriva nei cinema un nuovo film dei fratelli Vanzina, genere fanta-futuro, “2061, un anno eccezionale” titolo che si rifà a “1984”, il profetico e drammatico romanzo di Gorge Orwell, annunciandosi però di genere del tutto diverso, come una commedia di costume. Vi si racconta di una Italia nuovamente divisa in piccoli stati (quello meridionale non si chiama più Regno delle Due Sicilie, ma Sultanato delle Due Sicilie, e questo già fa capire dove si va a parare). Tutta la Penisola è afflitta da una enorme crisi energetica, la gente va in bicicletta e vive a lume di candela. Un professore mezzo svitato che ha viso e stazza di Diego Abbatantuono si mette in marcia per ripetere l’impresa di Garibaldi e lungo tale itinerario il film si propone di prendere in giro le contraddizioni e i difetti dell’italica gente.

Lo coproduce Rai Cinema, una delle branche del Servizio pubblico, i Vanzina sono cineasti eccellenti, gli attori di contorno bravi, qualcuno spiritoso, come il nostrano Biagio Izzo e quindi certamente ci divertiremo. Ma la benemerita Associazione “Napoli punto e a capo” non la pensa così e annuncia azioni di protesta, tra cui un volantinaggio nelle sale, perché “con questo film si aumenta il razzismo e si bollano i napoletani, derisi e sbeffeggiati!”. Un episodio del film racconterebbe, infatti che Cortina d’Ampezzo è in crisi paurosa, perché tutti preferiscono andare a sciare a “Munnezza da un pezzo” località campana dove le piste scendono da montagne di rifiuti adeguatamente compattati.

Condivido la sensazione sgradevole dei napoletani perbene. Si prova di peggio, dinanzi ai titoli, prima ancora che ai contenuti, dei libri su Napoli che si affollano sugli scaffali delle librerie. A leggerne di seguito solo alcuni, può prenderci addirittura l’angoscia: Napoli assediata – L’ultimo sangue – Gomorra – Le strade della violenza (malviventi e bande di camorra) – Sfregio – Vedi Napoli e poi muori – Cinque numero perfetto (è una grafic novel che racconta a fumetti altrettanti omicidi) oppure Dieci (episodi di malavita ciascuno in violazione d’uno dei comandamenti). E non ho fiducia che Napoli Ferrovia, il recentissimo lavoro di Ermanno Rea, sia d’argomento meno crudo, anche in considerazione che l’illustre scrittore si è dimesso dalla presidenza del Premio Napoli prima che il libro uscisse.

Voglio dire con questo che Napoli si vende nera, i suoi primati culturali, le meraviglie architettoniche e paesistiche, i suoi sentimenti, la sua ironia, la sua filosofia della vita non fanno cassetta. E la colpa è anche nostra, che poco o nulla facciamo perché quel colore cambi nell’immagine complessiva della città, attraverso grandi e piccoli comportamenti, o anche con i gesti semplici che ciascuno di noi potrebbe e dovrebbe fare per uscire dall’indifferenza, o dalla rassegnazione, e  continuare  a sentirsi perbene. Allora sì che i volantini di protesta avrebbero peso e ragione.

Alla prima del film nella sala n° 7 del Warner Village di via Chiaia, c'erano alla proiezione delle ore 18 di venerdì 26 quattro persone, compreso il sottoscritto. Due erano ragazzi che, terminato il secchiello di pop corn, se ne sono andati. Un flop completo e ben gli sta, perchè il film è sciocco e noioso. Nessun protestatario e manco un volantino né dentro, né fuori. Meglio così, proprio non ne sarebbe valsa la pena. ( F.C.)
25/10/2007
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