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Efficienza e chiacchiere
di Sergio Civita
Don Luigi Merola, il parroco di Forcella, ha deciso: lascia l’incarico. Si recherà dal Cardinale Sepe per rassegnare le sue dimissioni. È stufo di promesse regolarmente mancate e di “sceneggiate” come quella dei locali affidatigli dal Comune per realizzare un centro di aggregazione.
Si è scoperto dopo che i locali in questione sono di proprietà dell’Asl che non ha alcuna intenzione di cederli a don Luigi, ma ha – anzi – minacciato di denunciarlo nel caso li occupasse.
L’”efficienza” della macchina comunale, che non riesce nemmeno ad essere al corrente delle sue proprietà, avrà come ulteriore conseguenza la perdita dei 300mila euro stanziati dalla Regione per l’adeguamento dei locali, soldi che saranno certamente pretesi dall’impresa aggiudicataria della gara.

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Probabilmente la ragione prevarrà, la Regione “obbligherà” l’Asl a non insistere sul proprio atteggiamento ed a cedere i locali, ma l’accusa di don Merola è dura e va ben oltre: “Lo Stato è assente; tutto come prima, è coprifuoco”.
Spero che il Cardinale riesca a convincere il ministro Amato ed il viceministro Minniti che occorre fare sul serio e potenziare il piano di sicurezza che invece viene difeso da quest’ultimo che ha dichiarato in un’intervista che “Su Napoli stiamo impegnando il meglio di tutte le forze… La cosa più sbagliata è quella di trasmettere un’idea che mentre qualcosa si sta facendo nulla si è fatto, perché innanzi tutto non risponde al vero, ma soprattutto perché trasmette un’idea di ineluttabilità che sarebbe il peggior nemico che oggi ha di fronte Napoli”.

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Sull’intervento di Mancino che chiede a gran voce l’intervento dell’Esercito, Minniti dichiara: “Capisco le argomentazioni di Mancino. Tuttavia, pur non escludendo in linea di principio l’uso dell’Esercito in situazioni particolarmente difficili, mi limito ad osservare che, proprio perché oggi il nostro è un Esercito professionale, il suo compito è sempre più diverso rispetto a quello delle forze di polizia. D’altro canto gli obiettivi fissi da vigilare a Napoli sono in numero molto limitato. Per liberare 100 uomini delle forze di polizia sarebbe necessario impiegare un contingente dell’Esercito di almeno 500 uomini e ogni militare impiegato in funzioni di controllo del territorio costa circa 15mila euro in più all’anno. Costi troppo elevati per vigilare obiettivi fissi, a meno che non si pensi di utilizzare l’esercito in dirette funzioni di ordine pubblico… Ma non credo che al momento nessuno pensi a questo”.
Il viceministro ne fa quindi un fatto di costi-benefici… Non vale la pena, secondo il suo ragionamento, spendere qualcosa per ottenere risultati per Napoli…

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Francesco Caruso, il “disobbediente”, ha visitato in coppia con la senatrice di Rifondazione Comunista Heidi Giuliani (madre del giovane morto a Genova mentre assaltava una camionetta dei Carabinieri) il Ctp (Centro di Permanenza Temporanea) di Crotone ed ha deciso, dopo aver compiuto l’ispezione parlamentare, di autorecludersi nel centro fino al momento in cui il governo non decida di eliminare “questo buco nero nello Stato di diritto”.
Dorina Bianchi, della Margherita, lo avverte “che è impensabile che si possa immaginare di abolire un filtro di prima accoglienza per i clandestini che arrivano in Italia, alla mercé di schiavisti e di mercanti della morte”.
Lapidario il giudizio (che mi sento di condividere in pieno) di Maurizio Gasparri (An), Dario Galli e Roberto Caledori (Lega): “Ci resti”.

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Enzo Rivellini e Marcello Tagliatatela non stanno dando tregua alla Soresa, la società regionale che dovrebbe gestire il debito della sanità campana. Hanno richiesto al presidente del Consiglio regionale Lonardo di nominare una commissione d’inchiesta sull’intero “affaire” Soresa e presentato una interrogazione parlamentare con la quale si ribadisce che la vicenda Soresa dimostra che si sta gestendo male il debito sanitario e si chiede quali provvedimenti si intendano prendere al proposito.
Si vuole far luce sulle reticenze dell’assessore Montemarano denunciate dal presidente della Soresa Prof. Sandulli e sulle vicende della Carrington Cross, società di consulenza della Soresa, controllata al 50% dalla Harley & Dickinson (società con un solo dipendente) che è a sua volta controllata da tale Maria Cristina Ghezzi per il 20%, e per il restante 80% dalla Consulfiduciaria SpA, una fiduciaria privata di cui, per la privacy, non si possono avere ulteriori notiize.
Rivellini esprime l’auspicio che “sia Bassolino che Montemarano che gli altri assessori che hanno materialmente o tacitamente sottoscritto le operazioni della Soresa, si adopereranno per chiarire il groviglio di queste società e si conoscano infine i nomi di chi sta dietro alle fiduciarie coinvolte nell’affaire Soresa che sembra giorno dopo giorno sempre più un intrigo finanziario internazionale piuttosto che un’operazione per assicurare ai cittadini il costituzionale diritto alla salute”.

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Pecoraro Scanio ne ha avuto per tutti al congresso del suo partito.
Dalla Fibe che avrebbe “fatto i pacchi” alla regione Campania: pacchi per cinque milioni di tonnellate di rifiuti in cambio di migliaia di miliardi, fino agli eletti dei Verdi: “Mica hanno vinto un concorso. Li mettiamo tutti sotto monitoraggio. E giudicheremo chi sta seduto e chi costruisce consenso lavorando. Se viviamo di opinione dobbiamo crearne”.
Sulle nuove tecnologie: “Chi ha detto che dobbiamo fossilizzarci sugli inceneritori? A Benevento si parla di destrutturatore molecolare, evoluto e più pulito”.
Ancora: “Ad Acerra l’inceneritore si farà. Non è detto che le sue tecnologie non debbano essere migliorate al massimo”. E poi, sugli amministratori: “A chi non fa la differenziata si mandano i commissari”. La nostra sindaca è avvisata…

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Uno degli ultimi “annunci strillati” della nostra sindaca è stato quello che “Lo stadio a Scampia si farà”.
Ci si dovrebbe preoccupare se non fosse uno dei soliti annunci.
La città ha priorità di importanza ben superiore a quella della costruzione di un nuovo stadio. Si ristrutturi (con la metà dei soldi necessari per la costruzione di quello nuovo) il san Paolo in modo da riportarlo alla sua capienza di 85mila posti e con lavori eseguiti seriamente da imprese affidabili si potrà disporre finalmente di un impianto che possa offrire agli spettatori il comfort che si avrebbe diritto ad ottenere con il pagamento del costo del biglietto, ma soprattutto che non si allaghi ad ogni pioggia.
Il progetto del nuovo stadio “offerto” alla città dal costruttore Dario Boldoni (cognato di Ferlaino...), fra l’altro, prevederebbe solo 65mila posti…

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La stazione ferroviaria di Torre Annunziata Centrale è stata chiusa per “inagibilità” da parte di RFI che lamenta la mancata manutenzione e la pulizia quotidiana della struttura affidata alla “custodia” del Comune. Una notizia sconcertante, anche perché c’è chi pensa di denunciare sia il Comune che la RFI per interruzione di pubblico servizio.

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La Provincia ha sponsorizzato anche quest’anno il Festival della mela annurca a Giugliano. Dopo che il saporoso frutto nostrano ha ottenuto il riconoscimento Igp, nulla di significativo, però, si è fatto per valorizzarne le colture e spingerne il consumo.
Non è con le feste di piazza che si promuove l’immagine di un prodotto, ma con la ricerca esasperata della qualità che consiste – in questo caso – dall’attenzione alla semina ed alla crescita del frutto alla sua protezione da insetti ed agenti atmosferici, alla cura maniacale dell’aspetto estetico.
Qualcuno si è accorto di come vengono “presentate” le mele del Trentino? Sono lucide, di colore uniforme, quasi uguali di grandezza, tutte dotate di bollino di riconoscimento, ordinate in cassette predisposte…
Le nostre annurche, anche se molto più gustose, si presentano bruttine, di ogni dimensione, macchiate in più punti, spesso sporche di terra e appiccicose. Perfino i nostri negozianti non le espongono volentieri.
La Provincia potrebbe promuovere uno o più consorzi per raggiungere risultati analoghi a quelli ottenuti in Trentino, ma con il “plus” del sapore ineguagliabile delle mele nostrane.
Altrettanto si potrebbe fare per altri prodotti della nostra terra. Penso, ad esempio, al pomodoro San Marzano.
10/12/2006
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