Recensioni
Buchi Bianchi di Carlo Novelli
di Luigi Alviggi
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Carlo Rovelli (Verona, 1956) – fisico teorico e saggista, direttore di Centri Studio, pluriaccademico, pluritradotti in tantissimi paesi i suoi saggi di scienza applicata – ci offre uno squarcio inatteso, un soggetto davvero esplosivo, in uno stile molto fluido, comprensibile e accattivante (come sempre nelle sue opere), su qualcosa di affascinante e oggi sconosciuto nel campo dell’universo che ci circonda. Al momento tutto viene solo ipotizzato, anche se partendo da solide basi scientifiche, ma che – come già successo all’epoca per le teorie più azzardate dell’eccelso Albert Einstein (Ulma, 1879 – 1955), sua la bellissima citazione in epigrafe a questo libro – potrebbe essere un’eccezionale scoperta futura nella realtà, ancora in troppe parti ignota, del cosmo infinito. Sottotitolo di questo libro è “
Dentro l’orizzonte”. I buchi bianchi sono subito definiti dall’Autore “
elusivi fratelli minori dei buchi neri”, e il libro è “
il racconto di un’avventura in corso”. Oggi questo libro è il più venduto sul mercato italiano, e per un “saggio” non è certo un risultato minore.
L’inizio è il passo difficile. Le prime parole aprono uno spazio. Come il primo sguardo della ragazza di cui stiamo per innamorarci: una vita si gioca nell’accenno di un sorriso. Ho esitato prima di iniziare a scrivere.
Sull’ipotesi che i buchi neri si possano trasformare in bianchi ho continuato a lavorare. Con me studenti e colleghi, via via sempre più numerosi. E un’idea che mi sembra bellissima. È l’idea che voglio raccontare.
Non so se sia giusta. Non so neppure se i buchi bianchi esistano veramente, nella realtà. Sui buchi neri sappiamo moltissimo - li vediamo -, i buchi bianchi non li ha ancora visti nessuno.
L’esistenza dei buchi neri è una delle predizioni fondamentali della teoria della relatività generale formulata da Einstein nel 1915. Le relative equazioni, ci ricorda l’Autore:
gli erano costate care: ne abbiamo traccia in una sequenza di articoli, ciascuno con una versione diversa delle equazioni, tutte sbagliate. Non si diventa Einstein se non si ha il coraggio di pubblicare cose sbagliate. (!)
La prima soluzione di queste equazioni fu trovata dal tedesco Karl Schwarzschild, poche settimane dopo la pubblicazione della teoria, che la inviò in una lettera a Einstein, per lungo tempo rimasta senza significato concreto. Purtroppo Karl morì pochi mesi dopo sul fronte orientale della prima guerra mondiale. Calcoli teorici solo 25 anni dopo dimostrarono che una nube di gas cosmico collassata forma un buco nero, e solo negli anni 60 osservazioni astronomiche e studi teorici mostrarono la possibile esistenza dei buchi neri. Oggi certissima! Di recente è stato addirittura fotografato - col nuovissimo telescopio spaziale WEBB - il buco nero esistente al centro della nostra galassia.
Magistrale, bellissima (e semplice!), la descrizione nel libro dei ventisei secoli di “
salti di grandi ingegni” che sono stati necessari alla storia dell’umanità per arrivare a capire – oltre a tante altre cose astronomiche - che il tempo è un fattore relativo e non assoluto nella complessa totalità dell’universo! Einstein dimostrerà poi che:
la geometria dello spazio e del tempo, misurata da metri e orologi, è determinata dal campo che porta la forza di gravità. Le equazioni per il campo gravitazionale descrivono quindi anche (è la stessa cosa) come si distorcono spazio e tempo. Questo è dunque la gravità: una distorsione del tempo e dello spazio, influenzata dalle cose… La massa della terra rallenta il tempo nelle sue vicinanze. Il rallentamento è piccolo, ma con orologi molto precisi lo misuriamo.
Proiettarsi in situazioni sempre più lontane dalla nostra esperienza quotidiana, immaginare di guardare tutto da una prospettiva diversa... pensare a un buco nero come lo vedremmo se vi entrassimo.
Ecco il corretto modo di procedere come atteggiamento mentale per uno scienziato del XXI secolo che oggi si trova ad affrontare sfide di complessità molto elevata, anche per l’inquadramento di nuovi orizzonti in situazioni ben note, già sperimentate e acquisite!
Quanto portiamo con noi ci permette di sapere cosa aspettarci. Per entrare nel buco nero ci siamo serviti delle equazioni di Einstein che ne prevedono la geometria. Einstein si serviva delle equazioni di Maxwell. Keplero del libro di Copernico. Queste sono le mappe, le regole, le generalità, cui diamo fiducia perché hanno funzionato bene.
Il lavoro espone e rilancia una metodologia d’approccio certamente non comune (e praticata da pochi) ma proprio questa è la strada da percorrere per giungere dove nessuno può mai immaginare di poter arrivare. Un viaggio dentro l’incredibile “altro”, non sperimentabile in alcun modo dall’essere umano (come avvenuto per le equazioni della relatività generale del ‘15), e per muovere verso dove mai avremmo creduto possibile giungere!
Nel testo i concetti espressi sono esplicitati attraverso figure di approccio intuitivo (per comprendere meglio quanto appena esposto a parole).
“Non vogliate negar l’esperienza / di retro al sol, del mondo senza gente. / Considerate la vostra semenza, / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza.”: Inferno XXVI (vv. 116 – 120).
Molti, e tutti estremamente pertinenti, i riferimenti alla “
Comedia” dantesca presenti nel testo, dove molte citazioni letterarie vogliono alleggerire qualche difficoltà tecnica...
Il lavoro è davvero affascinante, anche perché traspare al fondo l’entusiasmo contagioso del soggetto scopritore di nuovi orizzonti, posseduto in ogni istante dalla profonda ossessione di approdare al traguardo del percorso intrapreso!
Esistono sempre premesse, dettate da conoscenze acquisite e dallo spirito critico personale, che, argomentate con maestria, guidano a nuove articolazioni di vecchi concetti posseduti e ben assimilati:
…
ci sono altri modi di concettualizzare la tela impalpabile della realtà…
Cambiare l’ordine delle cose non è facile, ma è quello che fa la scienza al suo meglio.
Con spirito fanciullesco, molto suggestivo, potremmo definire il percorso narratoci una fiaba del XXI secolo, perfettamente adattantesi a questi tempi così generosi di tecnologia e progressi scientifici, ma altrettanto avari nei campi della salvaguardia del nostro UNICO AMBIENTE DI VITA e della corretta e vantaggiosa convivenza di tutti gli esseri viventi che lo abitano:
La passeggiata di Schwarzschild nella terra delle idee di Einstein, durante le pause dei combattimenti sul fronte orientale, fra i cadaveri dei ragazzi tedeschi e russi trucidati dalla stupidità umana, che imperversava allora come ora - morire per un confine, cosa c’è di più stupido? -, aveva prodotto una soluzione esatta delle equazioni che Einstein aveva appena pubblicato. (il grassetto è mio)
Il lessico utilizzato da Rovelli è scientifico, certo, ma non bisogna scoraggiarsi. Esso può essere facilmente tradotto in parole familiari pensando a un processo globale di contrazione e successiva espansione della materia celeste. Col senno di poi dell’uomo comune - e senza alcuna pretesa da parte di un quasi profano nel settore (lo scrivente) - appare molto plausibile che nessun processo può durare all’infinito e, dunque, se il buco nero fagocita senza scampo tutta la massa che viene a cadere nella sua zona d’influenza esterna, questa massa acquisita non può aumentare all’infinito, cioè l’universo non può scomparire in un unico buco nero di massa infinita. Deve quindi, molto verosimilmente, opporsi al processo di inclusione un qualche processo di espulsione della materia che rimane confinata al suo interno…
Un libro dunque “consigliabilissimo” a tutti: profani e no…!!!
Andare a vedere, questo è la scienza. Andare a curiosare dove non siamo mai andati.
Nei suoi ultimi anni, Stephen Hawking diceva che non bisogna avere paura dei buchi neri della vita: prima o poi se ne esce. Se ne esce, passando per un buco bianco.
Un buco bianco è il modo in cui apparirebbe un buco nero se potessimo filmarlo e proiettare il film al contrario.
Arriviamo fino al bordo dell’orizzonte di un buco nero, entriamo, scendiamo giù nel fondo, dove spazio e tempo si sciolgono, lo attraversiamo, spuntiamo nel buco bianco, dove il tempo è ribaltato, e da questo usciamo nel futuro. (dalla III di copertina)
Luigi Alviggi
Carlo Rovelli:
Buchi bianchi
Adelphi, 2023 - pp. 148 – € 14,00