Contatta napoli.com con skype

Cultura
Campagnoli, una tromba dal pop al jazz
di Adriano Cisternino
Classici intramontabili del jazz come Caravan di Duke Ellington, o Misty di Errol Garner. Ma anche un po' di Brasile con qualche bossa nova (Jobim) e, perché no?, qualche classico italiano, come “Io che amo solo te” di Endrigo, o una chicca magari con un pezzo della tradizione napoletana.

È la scaletta annunciata da Gianfranco Campagnoli, trombettista napoletano che venerdì 13 (ore 21,30) sarà in concerto al Music Art in compagnia di Fabio Tommasone al piano, Aldo Vigorito al contrabbasso e Raffaele Natale alla batteria.

Un repertorio che in un certo senso rispecchia un po' la carriera di questo musicista, figlio e nipote d'arte, che ha attraversato vari generi ma che resta un grande fan di Artur Sandoval, fantasioso trombettista, cubano d'origine, emigrato negli Stati Uniti dove ha avuto anche la fortuna di suonare in tandem con Dizzie Gillespie.

Campagnoli ha scoperto il jazz solo dopo aver esplorato a lungo il pop e se n'è innamorato interpretandolo e penetrandolo alla radice, come dimostra anche la sua prolungata partecipazione al gruppo di Mario Biondi in tour, compreso il prestigioso festival Umbria Jazz.

L'improvvisazione, sostiene il cornettista di Afragola, è l'aspetto più affascinante del jazz. Ed infatti anche pezzi classici e popolari, quando passano per la sua tromba assumono spesso tinte imprevedibili spesso dai colori forti ed esaltanti.

Al suo fianco, sul palco della Torretta, musicisti con i quali non ha molte esperienze dirette, ma che conosce benissimo per la loro larga e riconosciuta quotazione nel panorama jazzistico nazionale.

Sarà dunque un appuntamento gradevole anche per chi oltre al jazz ama anche il pop e gli intramontabili della tradizione afroamericana.
11/4/2018
RICERCA ARTICOLI