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Approfondimenti
Ciò che era, quello che è
di Vincenzo Cicala
Scampia: 4,23 Kmq di fertile terreno su di una superficie vasta 4,23 Kmq.
Contadini provenienti dai paesi vicini, soprattutto da Miano e Secondigliano.

Due strade, una da Secondigliano a Melito, la seconda scende da Capodimonte a Secondigliano.

Erano ricche di Hotel, e specie sulla strada dall'inizio di Capodimonte allo svincolo delle confluenze tra Secondigliano e Melito.

Ricchi e ben tenuti l’allevamento di animali e le coltivazioni di frutta a Scampia e buona la ristorazione specialmente nei locali di Miano.

Non allevavano disoccupati. Attività di campagna, di ristoro, nonché capacità di costruzioni e di riparazioni con operai, ed anche maestri di mestieri.

La domenica, dalla collina del Vomero a Miano, per ristoranti modesti, ma rinomati, in un'aria piena di buoni odori, anche di campagna.

Prima le monache andavano la domenica a messa al convento se non erro dei Francescani.

Eusebio Partinico 1851 : “Miano possiede un prezioso tesoro, l'effige di S. Maria dell'Arco nella chiesa dei frati minori riformati”. Il convento risalente al XVI secolo non esiste più.

Per la verità i mianesi erano soprattutto esperti muratori e mattonieri.

Non vorrei sbagliare citando la collaborazione al restauro del Palazzo Reale di Piazza Plebiscito.

Ma, oltre che elettricisti e muratori, i mianesi erano anche persone di cultura.

Negli anni settanta a Scampia furono costruite casette alla strada ma il terreno rimaneva libero.

Il disagio per Scampia, ma anche per Napoli, si ha con la costituzione della XXI circoscrizione quando un'ipotesi di urbanizzazione divenne realtà.

Fabbricati per ceto medio con prevalenza di impiegati.

Nessuna urbanizzazione totale, però in programma c'era di trasferire a Scampia zone malandate di via Marina e della Doganella ecc., come giungesse un ricovero della povera gente ed una promozione di livello della società napoletana.

L'urbanizzazione della città: per essa può parlarsi di una demolizione della bellezza e dell’areazione in qualsiasi parte della città, mutilando Napoli della sua bellezza, della sua respirabilità, della scorribilità, della considerazione del suolo di Napoli, delle sue cave di acque sulfuree che si affacciavano in superficie, di quello che di Napoli era bello, vivibile e pregevole.

Nel frattempo nella campagna di Scampia si costruisce ma il destino della terra non è ancora segnato, sebbene sia ormai sicuro lo sfregio dei terreni.

Il terremoto dell'Irpinia colpì la Campania ed in questa circostanza furono progettati ed anche realizzati degli edifici chiamati Vele.

Le Vele sono un centro di criminalità ormai famoso ed uno dei quartieri più degradati di Napoli.

La criminalità si è diffusa all'intera Scampia con lo spaccio di stupefacenti per milioni di euro e in contatto con l'estero.

La Polizia non facilmente riesce a catturare spacciatori e vedette. L'influenza della malavita tocca famiglie e giovani e le forze dell'ordine hanno scelto le loro sedi.

È nato un centro giovanile di formazione coraggioso e tecnicamente preparato da parte dei Padri gesuiti di Scampia.

Il centro si chiama Hurtado dal nome del santo Alberto Hurtado.
L'attività comprende tre iniziative differenti. La prima è l'associazione animazione Quartiere Scampia. Questa attività è rivolta ad adulti e bambini ed ha finalità di informazione e formazione culturale.

La seconda attività, la Cooperativa La Roccia promuove impiantisti elettrici ed ha anche il ramo Sartoria.

Il terzo ramo è quello degli operatori grafici. Per la verità si chiede, per eliminare la delinquenza, di adottare una legislazione particolare per l'ordine pubblico, e di incentivare le iniziative per diminuire la disoccupazione che presenta il 61,7% di disoccupati.

Si chiede inoltre all'anagrafe del comune di Napoli di intervenire sulle occupazioni abusive di residenze che raggiungono l'ordine di migliaia di unità.
29/9/2016
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