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La vicenda della scuola Giovanni Caselli
di Vincenzo Cicala
L’IPSIA fu fondato nel 1961e, con il procedere del tempo, con la collaborazione dei dirigenti del Parco di Capodimonte e l’aiuto del Ministero della Pubblica Istruzione, nonché della Provincia di Napoli fu messo a posto il fabbricato, i laboratori, le sedi stesse di lezione, nonché, cosa difficile, le fonti di alimentazione elettrica ed idrica, mentre gli ambienti sono stati, con le regole dell’autorità preposta, liberati da materiali inquinanti.

È da dire che vi è stata la collaborazione di tutto il collegio docenti ed in particolare di un gruppo di ingegneri, docenti della scuola, che sacrificarono le vacanze estive.

Sconvolge il deserto di oggi ed ancora più sconvolge che in quattro mesi l’istituto ha subito cinque attacchi di malavitosi con conseguenti danni alle raffinate composizioni che riescono ad artisti docenti che io spero ancora in sede.

Il punto è che, ancor prima dei vandalismi, è cominciata la discesa del numero di iscritti e del numero di alunni in generale, tanto che il Caselli ha perso la sua autonomia.

Tutto questo dispiace e porta danno perché i docenti, vincendo le varie e diverse mostre di Natale, davano prestigio alla scuola ed a Napoli stessa in campo internazionale e perché, se finalmente il Ministero avesse presa la strada giusta, avrebbe provveduto, già prima della qualifica ad insegnare l’imprenditoria giovanile e come, onesti e preparati, si ponga una fabbrica ed un commercio di élite.

Ricordo con nostalgia e rimpianto l’incontro del 29-4-2002 con Azeglio Ciampi che, ricevendo le sorelle Fontana ed altri, espresse il Suo apprezzamento alle rappresentanze scolastiche che, dalla Sicilia alla Toscana, rappresentavano prodotti rari e di qualità: “Voi siete le botteghe del nostro avvenire” e, di ciascuna scuola, ricevette i rappresentanti.

Io credo proprio che l’imprenditoria giovanile insegnata e praticata bene possa recuperarci dall’avvilente crisi economica ma anche etica.

Ed ancora l’aver dimezzato gli alunni sorprende se si considera il bacino enorme cui si riferisce la scuola: S. Carlo all’Arena, Secondigliano e Scampia, Colli Aminei.

Mi riferisco al Ministro della P.I. ed al Presidente stesso per recuperare un prodotto che non ha spazio a livello regionale, ma a livello internazionale ed interoceanico.

È doveroso recuperare e dare luce e prestigio a Napoli, anche se questa volta si dovesse varare una disciplina a parte delle docenze e trascurare le solite graduatorie…

Ma è necessario essere severi e non… clientelari per favore.

17/6/2015
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