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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 131
di Mimmo Carratelli
Maledetto capodanno del Duemila.
Doveva essere una festa sulla costa atlantica dell’Uruguay. Una festa con Claudia, le bambine, Coppola e i tanti ospiti nella villa della modella Andrea Burstein e di suo marito Federico Rivero a José Ignacio, località esclusiva del bel mondo sudamericano a quaranta chilometri da Punta del Este.

Parti, Dieguito, la sera del 31 dicembre con un aereo privato da Buenos Aires. Claudia è felice. Dalmita e Gianinna sono eccitate per la vacanza in Uruguay.
La notte della fine dell’anno, cibo a volontà. Non ti risparmi, pibe. I brindisi e gli auguri. I fuochi. Entra l’anno nuovo. Ritorni quasi all’alba nell’albergo “Las Dunas” di Punta del Este. Il giorno dopo ti svegli a pomeriggio inoltrato. Ti piace dormire, Diego, e la notte è stata molto impegnativa fino agli scoppi dello champagne e oltre.

Tutto sembra andar bene. E’ cominciato il nuovo anno. Alle sei del pomeriggio vai a fare una partita di calcetto con gente molto nota. La tua squadra batte per 6-3 quella di Alejandro Gravier, marito della fotomodella Valeria Mazza. Segni tre gol. Il pibe è sempre il pibe.
Il giorno 2 è domenica. Sveglia a mezzogiorno. Porti Claudia a fare shopping al supermercato “Devoto” di Punta del Este. Compri regali per Dalmita e Gianinna.

E’ il giorno 3 che scatta l’allarme. Ti svegli con un gran mal di testa. Arriva un giovane medico del pronto soccorso della Clinica di assistenza di Maldonado, Jorge Romero, chiamato da una telefonata anonima a recarsi all’Hotel Las Dunas. Coppola vorrebbe mandarlo via. Il medico ti riscontra uno stato molto critico. La tua stanza è in disordine. Che cosa è successo, Diego?

Il medico dirà che vaneggiavi ed eri in preda a un principio di soffocamento. Impone il tuo ricovero nella Clinica Cantegril di Punta del Este. Coppola si convince. Ti carica su una Mitsubishi Montero che guida sino all’ospedale. Un agente di polizia dice di averti visto con la testa reclinata da un lato, gli occhi rivoltati, la bava alla bocca e il tuo corpo tremava tutto.

Vieni ricoverato d’urgenza. L’emittente televisiva “Cronica tv” annuncia: “Maradona è stato ricoverato per crisi ipertensiva dovuta a un eccesso di droga”. Dall’Argentina arrivano sei troupe televisive che trasmetteranno 24 ore su 24 appostante davanti alla Clinica Cantegril.

Il primo comunicato medico dei dottori Correa e Torres riferisce che hai accusato una crisi ipertensiva e un’aritmia ventricolare. Dall’Argentina, mamma Tota dice: “Mio figlio è ormai al terzo spavento di questo tipo. Tutto suo padre. Non capisce che deve mangiare senza sale”.

La polizia di Maldonado vuole vederci chiaro in quello che è successo. Maximo Costa Rocha, capo della polizia uruguayana, si lascia scappar detto: “Stanno uccidendo Maradona. Stiamo cercando il trafficante di cocaina che gli ha dato la droga”. E annuncia l’apertura di una inchiesta.

La notizia si diffonde. Nella Clinica Cantegril giungono Enzo Francescoli, il calciatore uruguayano più famoso dopo Schiaffino, ha giocato nel Cagliari e nel Torino, l’ex presidente argentino Menem in vacanza in Uruguay, Pato Aguilera, il piccolo uruguayano tutto genio e sregolatezza che è stato un idolo dei tifosi del Genoa, Martin Palermo che proprio tu, pibe, hai voluto nel Boca Juniors.

Giunge in clinica anche Corrado Ferlaino che era in Argentina per trattare l’ingaggio dell’attaccante Luciano Galletti dell’Estudiantes.
Ma nessuno può vederti. Sei ricoverato, Diego, in terapia intensiva. La pressione ha toccato livelli altissimi. Abusi alimentari e assunzione di droga. Così viene detto.

Il giorno dopo abbiamo buone notizie. Il dottore Frank Torres dice che le tue condizioni sono stabili e la situazione si evolve favorevolmente. Lo stato acuto della crisi è superato. Ti sei ripreso. Parli col personale medico.

Coppola dice: “Diego è da tempo malato di ipertensione, in questi giorni ha ecceduto nel mangiare”. Ad ogni buon conto, il magistrato Adriana Dos los Santos vuole interrogare Coppola.
C’è però una notizia allarmante. I medici ti hanno riscontrato una patologia cardiaca di cui non avevi mai sofferto.

Ci viene alla mente l’allarmante malore che, nel 1997, ti colse in uno studio televisivo di Santiago del Cile durante una intervista in diretta. Una crisi ipertensiva anche allora. L’anno dopo, il fedelissimo Fernando Signorini disse: "Diego è una persona a rischio. Non mi importerebbe se morisse presto e fosse felice. Ma temo che muoia senza esserlo".

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15/12/2005
  
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