Calcio
Eliminati a testa alta e Aurelio resetta
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport del 16.12.2018)
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Week-end arravugliato da pioggia inglese allo chalet di Mergellina, sfogliatelle a mezz’asta, passione interna lorda al 2,04, recessione, umidità,
ll’uocchie sott’’e cappielle annascunnute, fenesta vascia. Nervosismo marino. Il mellone è uscito bianco.
“
La Sciampions è finita” ripete don Giacomo Frollo, pasticciere alla Pignasecca. “
Non è successo niente” obietta don Ciccio, portiere di palazzo. “
Azz! Niente?” si intromette il ragioniere Saverio Malaspina. “
Niente” conferma don Ciccio che aggiunge: “
Leggete i giornali”.
“
E che dicono le gazzette?” chiede Peppino il cameriere. “
Dicono che il presidente resetta, Ancelotti è orgoglioso e la vita continua”.
“
Mi sento coglione” sbotta Totonno Speranza, direttore di centro commerciale. “
Esatto” conviene Pasquale Pazienza. “
È merito di Ancellotto – chiarisce don Giacomo Frollo. –
Aveva detto che era da coglioni uscire dalla Coppa”. “
Però a testa alta” precisa don Ciccio portiere di palazzo. “
Siamo usciti per differenza reti” puntualizza Carmelo Mirabello, regista di teatro popolare. “
La differenza dei coglioni” urla Totonno Speranza.
“
Non esageriamo” invita don Ciccio. “
Siamo fuori dell’Europa che conta e che canta e dobbiamo applaudire?” chiede Salvatore, pittore di alici. “
Questi sono gli ordini” precisa il pasticciere della Pignasecca don Giacomo Frollo. “
Aurelio resetta” ripete. “
Ma che è ‘sto resetta?” domanda il cameriere Peppino.
“
Resettare, azzerare, cancellare, annullare, dimenticare, soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna” recita don Giacomo. Prontamente, il giornalista on line Pasquale Pazienza conclude: “
E prendere le armi contro questa eliminazione e, contrastandola, porre fine ad essa?”. Allarmato, il cameriere Peppino esclama: “
Ma che andate dicenno?”.
Il pittore di alici Salvatore commenta: “
Io nun capisco, e vvote, che succede e chello che se vede nun se crede. Sconfitti ed eliminati, ma dobbiamo essere orgogliosi”. “
Fuori il Napoli dalla Sciampions, ma allora le squadre milanesi? Sti fatte nun so’ rare, se ne contano a migliara” mette una pezza don Ciccio portiere di palazzo. “
Guagliò state menanno ‘o cane per l’aria” grida Totonno Speranza.
Don Giacomo Frollo con pazienza: “
Vedete, gli ordini sono proprio questi. Dormire, sognare”. “
Ma sognare che cosa?” lo interrompe Peppino il cameriere. “
Sognare l’Europa League” risponde don Giacomo. “
All’anima da palla” esplode Totonno Speranza. “
È come passare dall’alba vincerò a pansé mia e panze tua” osserva il pittore di alici Salvatore.
“
Questi sono gli ordini” ripete don Giacomo Frollo. –
Attutire, distrarre, memorizzare e mantenere ‘o carro p’’a scesa”. Il cameriere Peppino: “
Ho capito. Non sono più i tempi di malafemmena, si avisse fato a n’ato chello ch’e fatto a mme”.
“
Spiegatevi” chiede don Ciccio portiere di palazzo. “
Siccome, per Aurelio, Ancillotto m’è frate a me, oggi si può perdere” spiega il cameriere Peppino. “
Voi fate del gossip” interviene don Giacomo Frollo. “
È inaccettabile quello che pensate” aggiunge don Ciccio portiere di palazzo rivolgendosi a Peppino cameriere. “
Perdonatemi” implora Peppino.
“
C’è il campionato, ragazzi” grida don Giacomo cercando di risvegliare l’entusiasmo colpito e affondato a Liverpool. “
Non molliamo la Juve” urla il cameriere Peppino abbandonando le sue malizie. “
Inseguire, resistere, non mollare, sognare” canta don Ciccio. “
Coglione chi molla” urla Totonno Speranza. “
Calmatevi” lo prega don Ciccio portiere di palazzo.
“
Non dobbiamo resettare più nulla?” chiede il cameriere Peppino. “
Vinciamo a Cagliari e resettiamo” spiega don Giacomo Frollo. “
Gli ordini sono questi?” domanda Salvatore pittore di alici. “
Vincere a Cagliari sono gli ordini” conferma don Giacomo. “
E Liverpool?” chiede timidamente il ragioniere Malaspina. “
Storta va, deritta vene” chiude don Giacomo.
Piove a Mergellina, è pioggia inglese, è spleen, è sfogliatella ammusciata. Dal Bagno Elena, dov’era la sua villa, sorride Lady Hamilton. “
N’ata inglesa funesta” commenta Peppino cameriere.