Calcio
Un gol di Politano nel recupero
per battere gli Usa
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 21.11.2018)
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C’è voluto Politano, all’ultimo dei quattro minuti di recupero, per abbattere la maledizione del gol della nazionale azzurra. Ma l’Italia sperimentale di Mancini ha meritato ampiamente la vittoria (1-0) nell’amichevole di Genk contro gli Stati Uniti.
Sono state otto le occasioni fallite dall’Italia prima del successo finale. Horvath, il portiere americano, ha sventato sei palle-gol, compresa la deviazione di un compagno. Verratti e Lasagna hanno battuto fuori altre due palle-gol.
Non è dispiaciuta la nazionale sperimentale con quattro “titolari” in campo (Bonucci, Barella, Verratti, Chiesa). È stato molto positivo il debutto di Sensi nel ruolo di regista. Positivi anche gli esordi di Grigo e Kean.
Non si poteva pretendere un gran gioco da una nazionale inventata per far fare esperienza a molti giovani. L’Italia ha fatto la partita (72% di possesso-palla, 19-3 le conclusioni, 7-1 i tiri in porta, 697 passaggi completati contro 193).
Gli Usa hanno fatto catenaccio. Rare le incursioni degli americani nell’area di Sirigu che ha sventato l’unica palla-gol americana.
Benché non fosse di fronte a un grande avversario, l’Italia ha tenuto ancora la porta imbattuta. Ma i giovani rincalzi schierati da Mancini hanno fatto fatica a trovare la via del gol.
Rinnovamento, ringiovanimento, sperimentazione. Mancini prosegue nel suo programma di rilancio della nazionale. Vince la linea verde.
Rispetto alla partita col Portogallo, resistono in formazione Bonucci, Verratti (quarta partita consecutiva da titolare), Barella, Chiesa. È una squadra talmente nuova da non avere un proprio gioco. Ma i giovani azzurri devono fare esperienza.
La nazionale americana è ventitreesima nel ranking Fifa, l’Italia diciannovesima. Anche gli Usa schierano una formazione profondamente rinnovata dopo l’esclusione dall’ultimo Mondiale (come l’Italia).
Per questa partita, l’Uefa sperimenta la Var che dovrebbe entrare in azione nella prossima Champions. Non è stata mai utilizzata, non ce n’è stato motivo.
Ed eccoci a Genk dove è fiorito Koulibaly. Il nostro Kalidou aveva 21 anni e nel Genk giocò due campionati (92 partite e 3 gol), prima d’essere chiamato da Benitez a Napoli.
Credette a uno scherzo e Benitez dovette richiamarlo. Genk città freddissima nella regione fiamminga delle Fiandre dove si parla soprattutto olandese. Perché s’è giocato a Genk non si sa.
Freddo cane. Termometro sotto lo zero. Dodicimila italiani sugli spalti, trecento tifosi americani. Il primo tempo è un monologo azzurro (73% di possesso-palla).
Il protagonista è il portiere del Colorado Horvath (1,93) che salva la porta americana in quattro occasioni. Sventa le palle-gol di Chiesa (3’), Bonucci (18’) e Berardi (39’). Poi è fortunato nel ribattere la deviazione di un compagno su una punizione insidiosa di Verratti (44’).
Il gioco italiano è affannoso e confuso. Troppo rivoluzionata la nazionale perché funzionino intesa e schemi.
L’Italia gioca costantemente nella metà campo statunitense. Gli Usa schierano una linea di difesa a cinque e, a centrocampo, marcano a uomo per intralciare l’inizio della manovra italiana. Ci riescono con molta grinta (tre statunitensi ammoniti nei primi 45 minuti).
Lasagna sembra fuori partita. Sulle fasce, De Sciglio ed Emerson si sovrappongono a Chiesa e Berardi. Gli americani si fanno vedere nell’area azzurra quattro volte (15’, 20’, 22’, 42’), ma non impegnano mai Sirigu.
Stefano Sensi, 23 anni, debutta con buona personalità, toccando il maggior numero di palloni nel primo tempo (77). È il regista centrale con Verratti sul centro-sinistra.
Nella ripresa debutta anche Vincenzo Grifo, 25 anni, centrocampista esterno offensivo nell’Hoffenheim. Grifo sostituisce Chiesa giocando da ala a destra.
La partita è poco amichevole. Gli Usa si avventano su ogni pallone e spazzano lontano. Nella ripresa il match non cambia. Continua la danza approssimativa dell’Italia che manca un’altra occasione quando l’ultimo debuttante, Grifo, scodella da destra un cross impeccabile che Verratti conclude di testa oltre la traversa (52’).
Continua la maledizione del gol per la nazionale di Mancini, ma a Genk mancano i veri protagonisti dell’attacco. Delude anche Berardi. E Lasagna al primo pallone toccato, lanciato in profondità da Bonucci, si fa annullare dal piede di Horvath la conclusione (59’).
C’è Moise Kean, 18 anni, nato a Vercelli da genitori ivoriani. E sono 14 i debuttanti di Mancini. Esce Berardi non in buone condizioni fisiche.
E per poco non ci scappa la beffa. È reattivo Sirigu nello sventare il colpo di testa ravvicinato di Zimmerman (64’). Nella ripresa gli americani giocano in attacco con più coraggio.
L’arbitro risparmia il secondo “giallo” a Cannon che falcia Emerson in fuga. Il gioco scade. Ma l’Italia ha ancora un’occasione-gol. Vola Horvath a deviare in corner il bel tiro di Grifo (70’).
Esce anche Barella, non in grande serata, entra Gagliardini (75’). Lasagna spreca ancora una favorevolissima occasione battendo alto col sinistro, il suo piede migliore (85’), ed esce per far posto a Politano (87’). È la sostituzione che decide la partita.
ITALIA-USA 1-0 (0-0)
ITALIA (4-3-3): Sirigu; De Sciglio, Acerbi, Bonucci, Emerson; Barella (75’ Gagliardini), Sensi, Verratti; Chiesa (46’ Grifo), Lasagna (87’ Politano), Berardi (62’ Kean).
USA (3-5-2): Horvath; Carter-Vickers, Zimmerman, Long; Cannon (75’ Villafana), Delgado (62’ Trapp), Adams, Moore, Acosta (83’ Gall); Pulisic (83’ Lietget), Sargent (62’ Wood).
ARBITRO: Cakir (Turichia).
RETI: 94’ Politano.