L’Inferno è un’altra cosa, lo dicono i Temerari
di Alessandra Giordano
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È davvero una “lucida incoscienza” che spinge I Temerari a recitare, cantare e ballare!
Chi fa il medico, chi l’ingegnere, chi l’avvocato, chi è dirigente d’azienda, chi il docente universitario… certo nessuno di loro pensava di fare l’attore e soprattutto in una compagnia “fai da te” come i Temerari.
Temerari davvero, di nome e di fatto, dunque!
Eppure il successo è arrivato fin dai primi passi, mossi ormai ben 25 anni fa, da un’idea della compianta Giulia Montella, allora presidente dell’Inner Wheel Napoli.
Spinti solo dal desiderio di fare del bene e raccogliere fondi da devolvere per iniziative di alto valore umanitario, i Temerari sono arrivati così a mettere in scena sei rappresentazioni tutte nate dalla mente fervida e “diabolica” di Marcello Lando, past Governor del Distretto Rotary 2100.
L’ultimo musical presentato dalla presidente dell’Inner Wheel Napoli Luisa Bruni, Franca Ruffo, martedì 29 presso il teatro Augusteo, stracolmo di amici, rotariani e innerine, e gentilmente e generosamente messo a disposizione dalla famiglia Caccavale, è un’edizione rinnovata che torna, dopo oltre 10 anni, proprio all’Augusteo.
“L’Inferno è un’altra cosa” è un’esilarante e irriverente parodia dell’inferno dantesco di cui Lando cura anche la regia mentre le musiche ed orchestrazioni sono del maestro Giuseppe Ventrella, le coreografie di Gabriella Castriota, le luci di Gherardo Mengoni e i costumi, ispirati alla più classica iconografia trecentesca, sono a cura di Lilia Iodice.
Nei panni del divin poeta c’era Lucio Vacca (stimato psichiatra) “vessato” e mortificato continuamente per la sua ignoranza da Virgilio – l’ingegnere Bruno Ferrara – che lo scorta a mo’ di guida turistica nei meandri delle bolge infernali dove gli incontri con i personaggi della Divina Commedia si succedono a ripetizione tra gag ed equivoci…
I testi, le parole e le musiche di quel genio di Lando rendono i personaggi più che mai attuali: i dialoghi serrati, le battute al veleno si alternano a motivetti anni trenta e canzoni orecchiabili che strappano risate e applausi a scena aperta.
Così l’andrologo Pierluigi Izzo, col gruppo dei sodomiti, si muove sul palco in calzamaglia rosa nella parte di Brunetto Latini, scimmiottando un gay attempato; oppure l’avvocato Ermanno Santamaria, Caronte, che impersona anche il Cavalcanti e percorre la scena avanti e indietro galoppando su un cavallo di legno.
Quanto mai credibili e litigiosi poi i coniugi Sabbatino, Annamaria e Edoardo – quest’ultimo presidente della Compagnia - nelle vesti di Paolo e Francesca ormai legati indissolubilmente e costretti per l’eternità a restare vicini, odiandosi a morte.
Graziose diavolesse – Rosita Oliva, Gabriella Leonardo, Paola Cipriano - cantando e ballando armate di forcone rosso spingono i dannati ai loro doveri.
Mentre Farinata – Attilio Leonardo – esce dal suo nascondiglio, dov’era intento ai suoi bisogni, avvolto in una polvere di farina, ecco che Pier delle Vigne – Nico Pasquino – viene scoperto nel tronco cavo di un albero vestito di grappoli d’uva e foglie di viti.
Donne di malaffare, Elena di Troia, Agrippina, Cleopatra e Clitennestra, lussuriose, golose, iraconde – Maria Carla Lamberti, Laura Damiani, Rosita Oliva, Lilia Iodice, Annamaria Musto, Saja Ventrella, Valeria Auricchio, Daniela Carelli Schioppa, Gabriella Leonardo, Paola Cipriano, – popolano i gironi “afferrandosi” come popolane mentre il conte Ugolino della Gherardesca – un bravissimo Bruno Postiglione - non aspetta altro che fare il suo “fiero pasto” di bambini!
Insomma, una serata divertente e spensierata che ha però raccolto fondi per fare ancora una volta del bene!