Una vergogna difficile da cancellare
di Mario Caruso
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Un giudice è assente per motivi di salute, un altro giudice è in via di trasferimento.
Il processo che vede imputate 28 persone tra le quali Bassolino, è stato rinviato al prossimo 2 luglio.
Incredibilmente vero. È accaduto ieri 14 maggio, assente in aula il governatore. Tutto mentre Napoli attraversa i giorni peggiori da quando è cominciata la storia dei rifiuti, decine di migliaia di rifiuti per le strade della città e situazione certo più grave nelle province.
Dopo i sacchetti dati alle fiamme, anche le molotov tra le baracche dei rom nel quartiere Ponticelli, alle porte della città. Una situazione insostenibile che ha visto impegnati polizia, carabinieri e squadre di pompieri al lavoro per molte ore nella notte tra lunedì e martedì.
“Fuori, dovete andar via”….”Ci rubate i nostri figli”….Ci fate paura…all’alba una colonna di motorette con a bordo bambini e masserie ha lasciato il campo delle baracche e i rom sono scomparsi, come inghiottiti dalla terra sulla quale hanno soggiornato mesi e mesi sotto gli occhi delle cosiddette autorità che mai sono intervenute per sanare una situazione che si incancreniva giorno dopo giorno.
300, 400, 500 e forse anche mille in fuga verso l’ignoto. Un esodo, per la presenza dei bambini, di una tristezza infinita.
Altre baraccopoli, di una maggiore consistenza numerica, sempre alle porte della città e ai confini con la provincia di Caserta. Da mesi intere famiglie accampate, a sopportare freddo e fame ma nessuno, nessuno ha affrontato il problema nella sua realtà che è cresciuta sotto gli occhi di tutti, con la sopportazione di cittadini sempre più asserragliati, chiusi tra le mura domestiche per paura.
Tutto, e solo dopo un tentativo di rapimento di una bambina da parte di una giovane rom, è venuto alla luce una realtà insopportabile che ha guadagnato l’attenzione dei media.
Immondizia e occupazione di extracomunitari nelle baraccopoli, Napoli e parte della Campania sconta la cattiva governabilità dei preposti alla Regione e al Comune. Lo stesso filone di incongruenze, di paradossi, di speculazioni, di ladrocini, di imprevedibilità spinte a forme estreme per una città che vive un degrado senza fine. Iniziato oltre quindici anni fa, questo è sacrosanto.
Intanto riguardo il processo nel quale è coinvolto il governatore, aperto e rinviato dopo un paio d’ore, è accaduto ciò che si paventava dall’inizio - come dice l’on. Luigi Bobbio di AN neo eletto capo del gabinetto del Ministero per le Politiche Giovanili – e che si sta per verificare, perchè le lungaggini processuali rischiano di agevolare in maniera definitiva l’imputato Antonio Bassolino: “Se ciò accadesse si tratterebbe dell’ennesimo gravissimo ed intollerabile insulto alla dignità e ai diritti violati dei cittadini campani già irrimediabilmente compromessi da quindici anni di mala gestione da parte dello stesso presidente della Regione che ancora oggi si fa beffe della democrazia e del senso di responsabilità rifiutando di dimettersi”.
Più si allontana l’apertura del processo e più si teme la prescrizione di alcuni reati minori che favorirebbero Bassolino ed altre 27 persone. Ma rimarrebbero sempre in discussione la frode in pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali.
Ma, ci sarà mai un processo? Per coloro che credono nella Giustizia e nella Magistratura la risposta è SI. Perchè l’evidenza non la si può nascondere giocando con i cavilli giuridici.
Un vertice sull’emergenza rifiuti si è tenuto a Roma tra Berlusconi e De Gennaro, mercoledì 21 nella prima seduta del Consiglio dei Ministri che si terrà a Napoli, come promesso dal premier nella chiusura della sua campagna elettorale a Piazza del Plebiscito, forse la soluzione di un gravoso problema.
Così Berlusconi torna nei saloni del Palazzo Reale. Anni fa nel corso di una riunione con i potenti del mondo un messo del Tribunale gli consegnò un avviso di comparizione. Oggi i napoletani, i campani e gli italiani gli chiedono di cancellare una vergogna, purtroppo, ormai nota in tutto il mondo.