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La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 145
di Mimmo Carratelli
Non ti farà piacere, Diego, che parli del ragazzino napoletano che porta il tuo nome. Lui è qua, tra noi, e una paternità non si cancella. Diego Armando Maradona junior ha ormai quindici anni. Credo che la madre abbia sbagliato tutto quando ne dette la notizia della nascita, in clinica, a tv spianata. Una cosa malfatta.

Ma ora c’è questo ragazzo che tutti dicono ti somigli e che vuole venire a Buenos Aires. Gioca al calcio, lo fa da quando aveva nove anni e, nelle giovanili del Napoli, indossa la maglia numero 10. Fa cose deliziose, ma col piede destro. Il Tribunale di Napoli gli ha consentito di avere il tuo nome, pibe, ma tu non l’hai mai riconosciuto come figlio. E’ una storia dolorosa.

La prima novità è che il ragazzino è stato convocato nella Under 17 italiana per uno stage alla Borghesiana, quel centro sportivo che sai, alla periferia di Roma. Antonio Rocca, il commissario tecnico, dice che gli ricorda Cassano giovane, il talento barese di cui avrai sentito parlare. La seconda novità è che il piccolo Diego ha fatto un allenamento a Coverciano, gli Under 17 contro i “moschettieri” di Trapattoni. C’erano le televisioni europee per lui. Ha giocato contro Maldini e Cannavaro, contro Pippo Inzaghi e Vincenzino Montella, e contro Alex Del Piero, e il mastino milanista Gattuso l’ha marcato senza distruggerlo.

Dieghino ha piazzato una punizione liftata nell’angolino alto dove Toldo, che è una pertica, è andato a parare. Ha fatto un dribbling ben riuscito a uno coetaneo. Hanno chiesto al Trap come ha visto il piccolo Diego e lui ha detto appena: “L’ho visto piccolo”. Ha stretto la mano a Del Piero, ha ricevuto l’abbraccio di Cannavaro e un buffetto da Maldini. E’ stata una bella giornata, ma temiamo per la troppa attenzione che lo insegue e lo circonda.

La cosa strana è che, a parte il Napoli, fa il tifo per il River Plate, che vede su Stream e che è la più irriducibile rivale del tuo Boca Juniors, caro Diego. In camera, ha i poster di Figo e Del Piero e uno, il più grande di tutti, propone ovviamente la tua immagine. Dieghino si sta allungando, ha molti riccioli, è un ragazzo vispo.

La madre ha detto: “Maradona non c’è mai stato nella nostra vita, è come se non esistesse, però penso che in fondo a ognuno di noi c’è una luce, e lui si commuoverà, magari solo per un attimo”.

Una situazione delicata, non voglio insistere. Auguro un gran bene al ragazzino che porta con gioia e orgoglio il peso del tuo nome.

Ha visto in tv la tua partita d’addio alla “Bombonera”. Ha detto di te ai giornalisti: “Mi ha fatto un po’ di tristezza e un po’ di tenerezza per la fine che sta facendo, mi ha lasciato il segno. E’ stato il più bravo di tutti i tempi. L’ho conosciuto come calciatore dalle videocassette. Mi ha fatto rabbia quando la Fifa ha dato due premi per il calciatore del secolo per accontentare Pelè: avevano capito che tutta la gente aveva votato per mio papà”.

Noi non sappiamo dove potrà arrivare Dieghino col pallone. E’ ancora presto. Ha una eredità pesante e il timore è che qualcuno ci speculi. Di sicuro, aspetta di incontrarti.

Intanto, gioca nelle giovanili del Napoli accarezzato dagli insegnamenti di Peppeniello Massa, l’ala tric-trac dei nostri tempi passati, e di Luigino Caffarelli che con te vinse lo scudetto del 1987. Dà poco agli studi di ragioneria perché ha detto che il pallone è la sua vita. Avrà bisogno di molto affetto e protezione.

Ecco, questo è quanto dovevo dire perché, vuoi o non vuoi, Dieghino fa parte della tua vita. Purtroppo, è il figlio maschio che Claudia non ha avuto e questo io credo sia una complicazione nel tuo cuore e per il tuo orgoglio di padre “meridionale”.

Passiamo ad altro. Ti ho già detto che il Napoli gioca in serie B. C’è caduto per la sesta volta. L’allena De Canio e chissà se torneremo in serie A. Abbiamo qualche buon giocatore: Jankulovski, Vidigal, Stellone. Ma, in società, fra Corbelli e Ferlaino sono sguardi in cagnesco. Due padroni sono tanti in un club di calcio. Troppi se si guardano come questi due.

Un altro anno è passato, il 2001. Stammi bene, Dieguito.
22/3/2006
  
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