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In ginocchio da Juric
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 25.01.2021)
Che fatica stare dietro a questo Napoli instabile, inaffidabile, che si squaglia al primo gol che prende. Disfatta vergognosa a Verona (1-3) contro la squadra di Juric. Si allontana la zona-Champions col sorpasso di Atalanta, Juventus e Roma. È disfatta anche in classifica.

A Verona, il Napoli rimane in partita mezz’ora vivacchiando sul vantaggio fulmineo di Lozano (dopo dieci secondi) e il mancato raddoppio di Demme (26’ paratissima di Silvestri). Prende il gol del pareggio al 34’ ed esce di scena. Tre quarti di partita consegnati al Verona.

Una squadra inesistente e Gattuso in confusione con i cambi. Inserisce Mertens per Insigne (59’). Poi, beccato il secondo gol veronese, Politano per Demme e Osimhen per Petagna (65’).

Né Mertens, né Osimhen sono pronti dopo le lunghe assenze. Confusione massima con Politano che comincia a destra e mette in difficoltà Lozano a sinistra, poi il messicano torna a destra con Politano in difficoltà a sinistra. Un guazzabuglio.

Lobotka per Bakayoko ed Elmas per Zielinski (82’) sono cambi di routine. Il Verona già veleggiava sul 3-1.

La squadra veneta è uscita con prepotenza dalla prima mezz’ora di difficoltà per le percussioni di Lozano, che mandava in tilt Dimarco, e l’inizio incoraggiante di Zielinski.

Il Napoli ne è rimasto schiacciato, disunendosi e incapace di una giocata razionale. Stordito in difesa, incerto e confusionario all’attacco.

Il Verona ha preso a dominare sulla destra con le avanzate di Faraoni, al centro con la potenza di Barak, a sinistra col tandem Lazovic-Zaccagni. Gli azzurri erano saltati nell’uno contro uno.

Non c’è alibi (la Supercoppa di mercoledì) che regga per la prestazione negativa di tutto il Napoli. Dopo mezz’ora c’è stata una sola squadra in campo, il Verona.

Il Napoli era stato fortunato ad andare in vantaggio sulla palla al centro. Zielinski a Demme, lancio per Lozano, il difensore Dimarco bucava l’intervento e il messicano batteva Silvestri.

Restava stordito il Verona in svantaggio dopo dieci secondi, ma Silvestri lo teneva a galla respingendo la conclusione da pochi passi di Demme per il raddoppio azzurro (26’). Il Napoli finiva qui.

Insigne si incaponiva in un gioco personale e conclusioni sballate (10’, 18’, 55’) nel tentativo di cancellare il rigore fallito mercoledì contro la Juve. Dopo un’ora, Gattuso lo escludeva per Mertens.

Intanto, il Verona alzava le vele. Bakayoko perdeva il controllo di Barak, un gigante (1,90) del gioco veronese. Sulla corsia di Hysay, veniva avanti indisturbato Faraoni. Sull’altro lato, Lozano e Di Lorenzo venivano schiacciati dalle percussioni di Lazovic e Zaccagni.

Il Napoli perdeva il controllo degli avversari, soccombendo in ogni duello, anticipato in ogni zona del campo. Nel predominio veronese scompariva Zielinski, calava Demme, in confusione Bakayoko e tutti gli altri.

Azzurri alla deriva, Lozano tutto solo a combattere finiva col cedere per stanchezza e per l’imprecisione della manovra offensiva.

Il Verona ha fatto quello che ha voluto con ordine e precisione. Si impossessava della partita contro la resa incondizionata del Napoli. Saltava il centrocampo azzurro, i due del settore poco assistiti.

In attacco, Petagna un monumento di pietra e Insigne un solista cocciuto. Non c’erano marcature preventive sui centrocampisti veronesi.

La squadra di Juric muoveva palla comodamente sui due versanti del campo. Attaccava a destra e a sinistra, non sfondando al centro con Kalinic.

Di Marco, che si era fatto gabellare da Lozano sul vantaggio azzurro, si prendeva la rivincita siglando il pareggio (34’) in perfetta solitudine in area sul cross di Faraoni, segnando di destro, lui che è un mancino. Era la svolta del match. Il Napoli deponeva le armi per quel poco che le aveva mostrate.

Dopo che Meret sventava un gol fatto di Lazovic (38’), il Verona galoppava verso la vittoria nella ripresa. Il Napoli non c’era né nella buona, né nella cattiva sorte. È mancata la reazione al pareggio di Dimarco, è mancata tutta la squadra nel secondo tempo.

Indecente era la danza azzurra davanti all’area veronese, sino a 14 passaggi senza risolvere nulla contro la compatta difesa veneta. Non ci sarebbe stato più un tiro del Napoli verso la porta di Silvestri (70’ Lozano a fil di palo, 92’ Politano largamente fuori), mentre il Verona usciva dalla difesa stretta allargandosi nel ribaltare il fronte.

Juric cambiava lo statico Kalinic col più vivace Di Carmine (56’) muovendo meglio l’attacco. Usciva Dimarco per il più solido Magnani.

Il Napoli non sfoderava una sola contro-mossa, andando a fondo quando Barak raddoppiava sul cross di Zaccagni (62’). Era incredibile come il Napoli non riuscisse a contrastare i cross del Verona da sinistra e da destra, Hysaj e Di Lorenzo soverchiati, Maksimovic incerto. C’era il solo Koulibaly, con grande fatica, a spazzare l’area.

Il Napoli vagava per il campo con giocatori che prendevano posizioni inconsuete, un vero marasma, e che fallivano il primo pressing sul Verona a centrocampo.

Su Osimhen, Juric metteva il più fisico Lovato escludendo Gunter (76’), ma non ce n’era bisogno. Il nigeriano non era assolutamente in condizioni di giocare. È stata una mossa infelice di Gattuso schierarlo togliendo Petagna. Neppure Mertens poteva dare un contributo apprezzabile, lontano da troppo tempo dai campi di gioco (pochi spiccioli finali di partita nelle due ultime gare).

Il Verona calava la mannaia del terzo gol in un’area azzurra frastornata. Prima c’erano la conclusione potente di Di Carmine e la respinta-salvataggio di Meret, poi il cross corto di Lazovic per il colpo di testa vincente di Zaccagni (79’).

Un gol e un assist per il giocatore che piace al Napoli. La palla ha ballato davanti alla porta di Meret senza che un azzurro riuscisse a buttarla lontano o in corner.

Sesta sconfitta e la stagione sembra compromessa. Gattuso impietrito a fine gara. Tutto è in discussione. Mercoledì lo Spezia allo Stadio Maradona.

C’è il rischio di abbandonare anche la Coppa Italia ai quarti di finale. Non ci sono più certezze. Il Napoli non ha più un’anima e un gioco. Non sa reagire agli eventi contrari, scompare dal campo.

Dieci punti in più rispetto al girone d’andata dell’anno scorso, ma non significa niente. Il Napoli rischia di uscire del tutto di scena.

L’ANNO SCORSO
La classifica alla fine del girone d’andata del campionato scorso: 48 Juventus; 46 Inter; 42 Lazio; 35 Atalanta e Roma; 29 Cagliari; 28 Parma; 27 Torino; 25 Verona e Milan; 24 Napoli e Udinese; 23 Bologna; 21 Fiorentina; Sampdoria e Sassuolo 19; 15 Lecce; 14 Brescia e Genoa; 12 Spal.

LEADER La formazione migliore del girone d’andata col 3-4-3: Donnarumma (Milan); Cuadrado (Juventus), Acerbi (Lazio), Theo Hernandez (Milan); Barella (Inter), McKennie (Juventus), Kessie (Milan), Calhanoglu (Milan); Lazzari (Lazio), Immobile (Lazio), Ronaldo (Juventus).

SCONTRI DIRETTI La classifica degli scontri diretti fra le prime sette squadre nel girone d’andata: Atalanta 11 punti (3-2-1); Milan 10 (3-1-2); Inter 9 (2-3-1); Lazio 8 (2-2-2); Napoli 6 (2-0-3); Juventus 6 (1-3-1); Roma 3 (0-3-3). Non s’è giocata Juventus-Napoli.

POCHI MATCH
Si è giocato poco col Verona in questi ultimi quattordici anni, da quando il Napoli è tornato in serie A dopo il fallimento (la squadra veneta ha giocato quattro stagioni in Lega Pro e quattro in serie B). Prima della sconfitta di ieri, tre vittorie nelle ultime tre trasferte degli azzurri al Bentegodi: l’anno scorso 2-0 (Milik e Lozano), prima ancora 3-1 (autogol Souprayen, Milik, Ghoulam) e 2-0 (Insigne, Higuain). L’ultima vittoria del Verona sul suo campo contro il Napoli risaliva al 15 marzo 2015, doppietta di Toni (2-0). Il Napoli di Benitez (4-2-3-1) giocò con Andujar; Mesto (67’ Higuain), Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez, Inler; de Guzman (61’ Callejon), Hamsik (82’ Gabbiadini), Mertens; Zapata.

VERONA-NAPOLI  3-1 (1-1)

NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Demme (65’ Politano), Bakayoko (82’ Lobotka); Lozano, Zielinski (82’ Elmas), Insigne (59’ Mertens); Petagna (65’ Osimhen).

VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Dawidowicz, Gunter (76’ Lovato), Dimarco (56’ Magnani); Faraoni, Tameze, Ilic, Lazovic; Barak, Zaccagni; Kalinic (56’ Di Carmine).

ARBITRO: Fabbri (Ravenna).

RETI: 10” Lozano, 34’ Dimarco, 62’ Barak, 79’ Zaccagni.      SERIE A – 19ª GIORNATA Udinese-Atalanta 1-1 (recupero mercoledì 20 gennaio), Benevento-Torino 2-2, Roma-Spezia 4-3, Milan-Atalanta 0-3, Udinese-Inter 0-0, Fiorentina-Crotone 2-1, Juventus-Bologna 2-0, Genoa-Cagliari 1-0, Verona-Napoli 3-1, Lazio-Sassuolo 2-1, Parma-Sampdoria 0-2.

CLASSIFICA
43 Milan; 41 Inter; 37 Roma; 36 Juventus e Atalanta; 34 Lazio e Napoli; 30 Verona e Sassuolo; 26 Sampdoria; 22 Benevento; 21 Fiorentina; 20 Bologna; 18 Spezia, Udinese, Genoa; 14 Torino e Cagliari; 13 Parma; 12 Crotone.
*Juventus e Napoli una partita in meno.



25/1/2021
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