Torna alla ricerca Ritorno al campionato (questa sera il Torino al San Paolo) dopo le imprese in Champions contro il Barcellona (1-1), in Coppa Italia contro Lazio (1-0) e Inter (1-0).

Difesa e contropiede, non lo chiameremo catenaccio. Riportando il Napoli con i piedi per terra, dopo la confusione delle ventuno partite con Ancelotti (sette vittorie, ma sono già otto quelle di Gattuso), il nuovo allenatore non ha avuto scelta contro avversari più forti.

Curare nei minimi dettagli la fase difensiva, cercare di uscire in palleggio per puntare al gol, squadra sempre corta e compatta.

Un po’ gioco all’italiana. Molta sofferenza, ma anche ottima organizzazione. Contro il Barcellona anche una linea mediana con Fabian Ruiz e Zielinski, ai lati di Demme, per avere qualità nelle uscite dalla pressione catalana, anziché ancorare la diga di centrocampo con giocatori più difensivi (Allan, che non è ancora in forma).

Il campionato, nelle partite contro avversari meno temibili sulla carta, imporrà un’altra strategia se non proprio un cambio del modulo (4-5-1). L’obiettivo dichiarato è la conquista della zona Europa League (sesto posto). Il Napoli c’è dentro con la Roma (più avanti) e il Milan (a pari punti degli azzurri). La squadra giallorossa ha un vantaggio di sei lunghezze. È possibile che la sesta posizione sarà una sfida Napoli-Milan.

È possibile spuntarla. Il Napoli (con Ancelotti) ha pareggiato a San Siro contro i rossoneri (1-1, gol di Lozano) che dovranno quindi venir a giocare il ritorno al San Paolo (19 aprile).

Prima di affrontare il Milan, il Napoli dovrà cavarsela in Coppa Italia (Inter a Fuorigrotta dopo l’1-0 di Milano) e in Champions (a Barcellona). Il Milan avrà il ritorno di semifinale di Coppa Italia a Torino contro la Juventus. Il Napoli spenderà più energie.

In attesa del confronto diretto per il sesto posto, il Napoli dovrà avere un buon passo in campionato. È necessaria un’accelerata nelle partite casalinghe. Con Gattuso quattro sconfitte su otto partite al San Paolo, solo tre vittorie, fra campionato e Coppe. Cinque vittorie su sei trasferte.

È evidente la difficoltà del Napoli quando deve “fare la partita”. Questo succede proprio in casa contro le formazioni minori che si chiudono a riccio.

Arriva il Torino per cancellare la tendenza. La squadra granata sembra avvitata su se stessa. Non ha ancora vinto nel girone di ritorno, cinque sconfitte su cinque, 17 gol incassati (7 dall’Atalanta, 4 dal Lecce). Mazzarri esonerato, il club ha ricominciato con Moreno Longo, torinese doc (due partite, due stop). La squadra ha perso la sua grinta tradizionale, ora ha poco sangue Toro.

Il Napoli giocherà quattro giorni dopo il duro confronto col Barcellona, il Torino è riposatissimo (non ha giocato l’ultima partita di campionato col Parma: stadio granata chiuso per i provvedimenti sul coronavirus).

Tocca a Gattuso, che insiste sempre su una squadra-base, inventarsi una formazione con giocatori più freschi. Febbraio è un mese di partite ravvicinate, giovedì ci sarà l’Inter al San Paolo per la Coppa Italia.

Riposerà Mertens dopo la botta di Busquets alla caviglia destra. Koulibaly è sempre out. Allan non sembra ancora al meglio. Gattuso potrebbe inserire Hysaj, Elmas, Politano. Da valutare anche il possibile impiego di Lobotka, mentre Lozano appare ancora fuori dai giochi, ma un suo recupero sarà necessario.

Un ritorno al 4-3-3 non prescinderà dalla copertura difensiva già felicemente sperimentata. La crisi del Torino non deve illudere. Darà gran battaglia e il Napoli dovrà sudarsi la caccia ai tre punti.

Stonano quelle sei sconfitte al San Paolo (due con Ancelotti contro Cagliari e Bologna; quattro con Gattuso contro Parma, Inter, Fiorentina e Lecce). Contro le squadre arroccate sono utili le conclusioni da lontano. Il Napoli le cerca poco. Fabian Ruiz ne ha tirate fuori due di gran livello. Perché Zielinski esita?

Ecco, contro il Torino, se la difesa granata sarà un bunker con Sirigu (1,92) portiere eccellente, sarà bene provare a colpire da fuori area.