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Storie di boxe, lacrime e sorrisi
di Adriano Cisternino
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La vita è come la boxe per molti aspetti. Ma soltanto la boxe è come la boxe. Parole di Joyce Carol Oates, scrittrice americana più volte in odore di Nobel, da ragazza a lungo frequentatrice del bordo ring ed autrice di saggi sulla “noble art”.
E partendo da questo concetto Gualtiero Becchetti, professore di lettere e filosofia, una vita impastata di boxe (zio di Momo e Alessandro Duran), a lungo consigliere della Fpi e poi supervisor della Wba (una delle maggiori sigle internazionali del professionismo), ha raccolto e scritto in un libro trenta vicende vissute quasi tutte in diretta, intorno ai ring d'Italia e del mondo.
“Storie di boxe, lacrime e sorrisi”, pagg.188, Absolutely Free, 15 euro.
Sono storie di campioni, ma anche di semisconosciuti comprimari del ring, storie spesso divertenti, emozionanti, ma anche tristi, di personaggi che hanno conosciuto la gloria, o l'hanno sfiorata, per poi precipitare nel declino e nella disperazione, dalla quale talvolta sono anche riemersi.
Come quella di Gustavo Ballas, argentino di Cordoba, che negli anni '80 fu campione del mondo dei supermosca, idolo del mitico Luna Park di Buenos Aires, 120 incontri in carriera, 105 vittorie, 9 sconfitte e 6 pareggi.
Lo chiamavano Mandrake per la sua diabolica abilità nell'evitare i colpi. Alcol e droga lo hanno portato rapidamente dal paradiso all'inferno, da dove è riuscito a riemergere vincendo sicuramente il match più duro e difficile della sua vita.
O la storia di Nikolaj Valuev, gigante russo, 2 metri e 13 per 150 chili, laurea in educazione fisica, sport e salute, portato alla boxe dopo il basket, campione mondiale Wba dei massimi, nella storia della boxe nessun campione del mondo più alto e più pesante di lui.
Ritiratosi nel 2010, è stato attore e testimonial pubblicitario, nel 2011 eletto membro della Duma.
Numerose le storie italiane. Vittorio Saraudi, peso mediomassimo, padre e fratello pugili, tecnica sopraffina ma una mascella di vetro: sul ring di Bologna diede un'autentica lezione di boxe all'americano Bobby Stininato prima di essere drammaticamente fulminato per ko da un unico pugno a dieci secondi dall'ultimo gong. La boxe è anche questo.
Non mancano riferimenti a personaggi della Campania. Come Pietro Aurino, talento di Torre Annunziata con istinto autodistruttivo, podio olimpico sfiorato e titolo europeo da professionista, carriera stroncata da problemi giudiziari.
Spazio anche per la boxe femminile con Valeria Imbrogno, pugile e psicologa, volontariato nel carcere di Bollate, fidanzata di Dj Fabo, cieco e tetraplegico per un incidente stradale nel 2014, nel 2017 scelse il suicidio assistito in Svizzera.
In nome di Fabo, un anno dopo, lei divenne campionessa del mondo.
Storie di pugili ed anche di arbitri, come Stefano Carozza, casertano, pugile alla gloriosa Tixon di Maddaloni, poi arbitro, operativo in oltre cento incontri titolati, eletto dalla Wba “giudice dell'anno per il 2019”.
Storie curiose, come la vicenda delle zanzare di Copparo (Emilia) che misero in fuga i pugili e ko l'arbitro.
E tante altre esperienze da ring e dintorni, narrate con stile fluido ed ammiccante, per appassionati e non,
perché soltanto la boxe - come sostiene Carol Oates -
è come la boxe.