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Il Napoli si iscrive a X factor
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 08.12.2019)
Un Napoli di buona volontà, schierando quattro dei cinque rivoltosi di Castelvolturno (Callejon, Mertens, Insigne, Koulibaly), pareggia a Udine dove difficilmente ha vinto. È un risultato che non leva e non mette. La zona-Champions resta lontana otto lunghezze.

Ancelotti rispolvera Callejon dopo l’esilio di due gare, mette Mertens al centro del villaggio offensivo, ha Insigne a sinistra nel consueto 4-4-2. È assente Allan, infortunato.

Dimenticate le multe, gli azzurri cercano di giocare una buona partita. Gliela complica il gol del vantaggio di Lasagna (32’). Il Napoli è costretto a inseguire.

Recupera con Zielinski (69’) e mette su un gigantesco assedio finale, ma l’Udinese resiste. Musso, il portiere argentino della formazione friulana, non deve compiere miracoli. Gli azzurri tirano di più ma non ai livelli di un tempo (11-5 le conclusioni), ma non inquadrano la porta (tre tiri nello specchio).

All’Udinese, molto compatta e catenaccio finale, va benissimo: un tiro, un gol. È una squadra che segna poco (appena cinque gol in casa, altrettanti fuori). Il Napoli non ha saputo far prevalere il miglior tasso tecnico.

È mancata soprattutto l’invenzione dei centrocampisti. Gran lavoro di Fabian Ruiz e Zielinski, ma mai un passaggio illuminante. Il gol azzurro è venuto da un pallone strappato da Mertens a Mandragora (il ragazzo di Scampia) e subito servito a Zielinski al limite dell’area friulana.

Il Napoli ci ha messo tanta buona volontà. Si è trovato di fronte un muro gigantesco (il francese De Maio 1,90, il nigeriano Ekong 1,91 e l’olandese Nuytink 1,91).

I piccoletti, palla a terra, hanno tentato di perforare la difesa dei corazzieri dell’Udinese, ma il gioco non ha funzionato. L’Udinese ha lasciato libertà di manovra agli azzurri, ma fuori area. Nei sedici metri ha concesso nulla sia su qualche combinazione stretta del Napoli, sia sui cross di Callejon e Di Lorenzo.

La squadra ha smarrito il suo brillante gioco d’attacco. Fa fatica a manovrare tra le difese arroccate. Gli spunti si spengono sul nascere. Inutilmente il Napoli ha lavorato ai fianchi l’avversario. Anche sul lato sinistro attaccava con Mario Rui (Insigne però non in gran vena).

Venendo avanti i laterali di difesa, si accentravano Callejon e Insigne, ma questo favoriva la giungla della zona centrale dove l’Udinese era sempre compatta e vigile.

Nella ripresa, Ancelotti ha impiegato Llorente (1,95) senza che lo spagnolo sfruttasse adeguatamente i cross (61’ un colpo di testa alto, 77’ un altro colpo di testa però morbido parato senza difficoltà da Musso).

Ancelotti ha gettato nella mischia anche Younes (62’ per Lozano) puntando sulla vivacità del piccolo tedesco che ha scoppiettato poco. Lozano ha deluso.

Si può dire che Ancelotti ha schierato la migliore formazione utilizzando Callejon e Mertens. La risposta è stata opaca. I problemi nascono a centrocampo dove né Fabian Ruiz né Zielinski, che spesso portano palla, hanno la capacità dell’assist geniale.

L’Udinese ha tentato di far male con le sgroppate di Fofana (da una sua percussione centrale nasceva il gol di Lasagna) e con le mirabili giocate dell’argentino De Paul che piace al Napoli.

Okaka ha fatto spesso a sportellate con Koulibaly (Okaka bin Laden). Qualche buon movimenti di Lasagna, ma l’Udinese ha badato soprattutto a difendersi dopo avere agguantato il vantaggio che ha resistito poco più di mezz’ora.

Raggiunto il pareggio, il Napoli non è più riuscito a fare breccia nella difesa friulana.

I malumori sembrano accantonati, ma la squadra non ha il brio dei vecchi tempi. Si impegna, soffre, macina gioco, mancano però le intuizioni geniali, gli smarcamenti fulminei, le combinazioni irresistibili. È come se la squadra, disarticolata dalle note vicende, non creda più in se stessa, fatica a trovare le antiche trame.

Stavolta Ancelotti non poteva fare di più. Rimane in bilico sulla panchina azzurra e passerà un nuovo esame martedì contro il Genk al San Paolo per conquistare gli ottavi di Champions. Non sembra un’impresa.

In ogni caso, è evidente che Ancelotti rimarrà sino a fine stagione. Il cambio dell’allenatore non porterebbe alcun miglioramento. Il Napoli si è seduto e fatica a rialzarsi. È una squadra stanca nella testa.

IL FIGLIO – Ultime voci dall’epicentro azzurro. Carlo Ancelotti avrebbe ridimensionato il lavoro tattico del figlio Davide perché poi le colpe del padre non ricadano sul figlio.

CAMPO AVARO – Solo sette successi del Napoli a Udine in 38 trasferte (18 pareggi, 13 sconfitte). Quattro vittorie sono venute col Napoli di De Laurentiis. In precedenza, appena tre vittorie: 3-0 nel campionato 1986-87, l’anno del primo scudetto, due gol di Maradona, uno su rigore, e rete di De Napoli; 1-0 nel campionato 1981-82, allenatore Rino Marchesi, gol di Damiani; e 1-0 nel campionato 1950-51, allenatore Monzeglio, rete di Krieziu.

REJA – Udine fu la tappa dell’immediata riscossa del Napoli di Reja al ritorno in serie A (2007-08). Gli azzurri esordirono battuti al San Paolo dal Cagliari 0-2 (gol di Matri e rigore di Foggia). Sette giorni dopo andarono a vincere a Udine 5-0 (doppietta di Zalayeta e gol di Domizzi, Lavezzi e Sosa).
Nell’Udinese, allenata da Pasquale Marino, giocarono Dossena, Inler, Quagliarella, Floro Flores (Di Natale nella ripresa). Dopo il successo di Udine, il Napoli infilò tre risultati positivi: 2-0 alla Sampdoria, 0-0 ad Empoli, 1-0 sul Livorno.

VINICIO – Luis Vinicio era l’allenatore dell’Udinese nella famosa sfida fra Zico e Maradona al Friuli il 12 maggio 1985. Il Napoli, allenato da Rino Marchesi, fece 2-2 con una doppietta di Diego. Il pibe portò in vantaggio gli azzurri con una fantastica punizione da trenta metri e all’88’ acciuffò il pareggio con un gol dubbio, un tocco di mano per mettere la palla in rete.
Vinicio disse: “L’Udinese avrebbe meritato la vittoria, quattro pali e le parate di Castellini, poi l’occasione abbastanza dubbia del secondo gol del Napoli”.
Fu l’ultima partita di Zico in Italia. Queste le formazioni. Udinese: Brini; Galparoli, Cattaneo (70’ Tesser); Gerolin, Edinho, De Agostini; Montesano, Miano (63’ Pasa), Carnevale, Zico, Criscimanni. Napoli: Castellini; Bruscolotti, Ferrara; Celestini, Ferrario, Raimondo Marino; Bertoni, Favo (67’ De Vecchi), Caffarelli, Maradona, Dal Fiume.

ARRIVI – Roberto “Pampa” Sosa è stato il primo giocatore dell’Udinese acquistato dal Napoli di De Laurentiis e anche il primo ad essere tesserato dal Napoli in serie C (2004).
Altri arrivi eccellenti da Udine: Maurizio Domizzi nel 2006, Fabio Quagliarella nel 2009 per 16 milioni, Gokhan Inler nel 2011 per 16 milioni, Pablo Armero nel 2013, Allan nel 2015 per 15 milioni, Zielinski nel 2016 per 16 milioni. Meret e Karnezis (20 milioni) gli ultimi arrivi.

HIGUAIN – Il Napoli non perde a Udine da quattro campionati (3-0 gol di Fabian Ruiz, Mertens su rigore, Rog; 1-0 gol di Jorginho; 2-1 doppietta di Insigne; 1-1 ieri sera, gol di Zielinski).
L’ultima sconfitta risale al 3 aprile 2016 con l’espulsione di Higuain, 3-1 per i friulani, doppietta di Bruno Fernandes e gol di Thereau, pareggio momentaneo del Pipita. Reina infortunato e Gabriel in porta (parava un rigore). L’Udinese era allenata da Gigi De Canio.

UDINESE-NAPOLI 1-1 (1-0)

NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne (46’ Llorente); Mertens, Lozano (62’ Younes).

UDINESE (3-5-2): Musso; De Maio, Ekong, Nuytinck; ter Avest (74’ Pussetto), De Paul (84’ Barak), Mandragora, Fofana, Larsen; Okaka, Lasagna (89’ Becao).

ARBITRO
: Mariani (Aprilia).

RETI: 32’ Lasagna, 69’ Zielinski.  
8/12/2019
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