Calcio
Torna alla ricerca
Da Hollywood al pallone Aurelio gira film di successo
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 18.06.2019)
L’acquisto del Napoli nel 2004, due anni in serie C, un anno in serie B. Conquista la serie A con un anno di anticipo sulla promessa fatta. 721 partite. Sessantamila spettatori in serie C. Il play-off perduto con l’Avellino. Nel campionato cadetti con la Juventus e la promozione anema e core col Genoa.

Quindici anni di Napoli inventando dal nulla una società in attivo e una squadra competitiva. “Ho comprato un pezzo di carta” disse Aurelio De Laurentiis dopo essersi aggiudicato il club azzurro quindici anni fa.

Sono 721 le partite giocate con De Laurentiis presidente (78 in serie C, 42 in serie B, 456 in serie A, 38 in Champions, 56 in Europa League, 47 in Coppa Italia, 2 in Supercoppa italiana, 2 in Intertoto). Complessivamente 381 vittorie, 176 pareggi, 164 sconfitte. Gol fatti 1.213; subiti 748.

Da dodici anni in serie A, quattro secondi posti, tre terzi posti, sette volte in Champions, otto in Europa League. Due Coppe Italia, una vinta con Mazzarri (2012), l’altra con Benitez (2014). Una Supercoppa italiana (2015).

Io sono e sarò il Napoli finché non muoio” urla un giorno da Dimaro il presidente cinema e pallone. In serie A 245 vittorie, 108 pareggi, 103 sconfitte. Gol fatti 813, subiti 491.

Nel 1999 è a Capri e gli prende un singolare interesse per il Napoli calcio venendo a sapere che Ferlaino vende la società al migliore offerente.

De Laurentiis si ritiene il migliore offerente proponendo 120 miliardi di lire per prendere il Napoli e fare un favore all’Ingegnere che è con l’acqua alla gola e ha i creditori alla porta. Si fa una convention al Circolo della stampa di Napoli. Ferlaino, attaccato al Napoli come la cozza allo scoglio, resiste all’offerta e tutto finisce.

Cinque anni dopo, il 2004, Aurelio è di nuovo a Capri e non c’è più Ferlaino perché il Napoli calcio è finito in tribunale, fallito. Il 6 settembre, un lunedì, De Laurentiis esce da Castelcapuano incoronato proprietario e presidente del Napoli Soccer al costo di 32,1 milioni di euro.

È a Gstaad sulle Alpi svizzere e Diego Della Valle gli suggerisce di prendere come direttore sportivo Pier Paolo Marino. Aurelio lo convoca sulle Alpi. Passano una notte intera a parlare del nuovo Napoli, e sono d’accordo.

Il campionato di serie C è già cominciato e bisogna affrettarsi. Aurelio De Laurentiis fa il suo ingresso nel mondo del calcio. L’allenatore è Giampiero Ventura al quale viene affidato un gruppo di giocatori eterogenei. Il Napoli in serie C attira 20mila abbonati.

La prima partita al San Paolo, 26 settembre 2004, è Napoli-Cittadella. Sugli spalti 45.770 spettatori. Finisce 3-3, il Napoli si fa rimontare.

Nella rincorsa dei gol vanno in vantaggio gli ospiti (4’ Carteri). Il Napoli recupera e sorpassa (8’ Ignoffo, 27’ Savino, 30’ Toledo), poi si sgonfia (49’ Giacobbo e 69’ De Gasperi per il Cittadella).

Il Napoli giocò (4-4-2) con Belardi; Ignoffo, Scarlato, Savino, Toledo; Montervino (75’ Corneliusson), Gatti, Corrent, Mora; Sosa (46’ Varricchio), Berrettoni (60’ Abate).

La prima formazione azzurra in serie C, non potevamo non ricordarla. Per Napoli-Reggiana (2-0) accorrono al San Paolo 62.058 spettatori.

Aurelio si ripromette di riportare il Napoli in serie A in quattro anni. Licenzia in tre mesi Giampiero Ventura (19 partite: 7 vittorie, 6 pareggi, 6 sconfitte) e assume Edy Reja (19 partite compresi i playoff: 11 vittorie, 6 pareggi, 2 sconfitte).

Fallisce la promozione in serie B ai playoff contro l’Avellino. Nel primo match contro gli irpini (0-0), gli spettatori al San Paolo sono 61mila. Al Partenio il Napoli perde il ritorno (1-2).

L’anno successivo (2005-06) gli abbonati scendono a 13mila, ma il Napoli vola solitario verso la B col migliore attacco (48 gol, 18 Calaiò con quattro doppiette) e la migliore difesa (Iezzo imbattuto in 18 gare).

Nei due campionati di serie C, il bilancio del Napoli si chiuse in rosso (-16.150.243).

Furono 56 i giocatori schierati nelle 78 partite di serie C fra campionato, play-off, Coppa Italia e Supercoppa di categoria: Belardi (16 presenze, 18 gol subiti), Gianello (23, 17 gol subiti), Iezzo (32, 18 gol subiti), Renard (2, 1 gol subito), Ignoffo (33), Grava (55, 1 gol), Abate (32, 2 gol), Maldonado (36, 1 gol), Giubilato (30), Scarlato (28, 2 gol), Romito (36, 1 gol), Corrent (29, 1 gol), Mora (30), Savini (12), Toledo (11, 1 gol), Cupi (12), Lacrimini (13), Grieco (22, 3 gol), Bonomi (3), Consonni (18, 2 gol), Accursi (12), Savino (7, 1 gol), Terzi (15, 1 gol), Gatti (27), Montervino (68, 4 gol), Montesanto (45, 1 gol), Fontana (43, 4 gol), Amòdio (39, 1 gol), Capparella (49, 6 gol), Calaiò (56, 25 gol), Roberto Carlos Sosa (62, 18 gol), Pià (54, 12 gol), Bogliacino (41, 6 gol), Varricchio (18, 4 gol), Trotta (16, 1 gol), Briotti (14), Berrettoni (13), Corneliusson (11), Vitale (7, 1 gol), Pozzi (3, 1 gol), Schettino (2, 1 gol), Esposito (2), Gautieri (5, 1 gol), Guerriero (3), Arini (3), De Palma (9, 2 gol), Civita (1), De Vito (2), Del Franco (1), Maddaloni (1), Nigro (4), Prisco (4), Nappi (2), Perfetto (1), Pisa (1), Ramaglia (1).

In serie B (2006-07) c’è la Juventus retrocessa da Calciopoli. Ci sono anche il Genoa e il Bologna. La concorrenza è folta per i tre posti-promozione. La Juve se ne va per conto suo (pareggia a Napoli 1-1, vince a Torino 2-0).

Fino a 14 giornate dalla fine, sono in lizza per la promozione (col Napoli) Bologna, Piacenza e Rimini. Poi il campionato, alle spalle della Juve, si risolve in un duello tra Napoli e Genoa. Finiscono entrambi promossi col pareggio finale di Marassi (0-0). È la serie A che De Laurentiis conquista con un anno di anticipo sulla promessa fatta.

Il Napoli e De Laurentiis una cosa sola. Una sera va a “Porta a porta” da Bruno Vespa e dice: “Non venderei il Napoli neanche a uno sceicco”. Aurelio è su di giri.

Datemi la Mostra d’Oltremare e ci faccio la Cittadella del Napoli e lascio Castelvolturno. Faccio il Napoli modello Barcellona, modello Manchester. Il Barcellona del futuro si chiama Napoli. Faccio la Scugnizzeria per i ragazzi di Napoli che vogliono diventare campioni di calcio”.

De Laurentiis è ormai padrone del mondo del calcio. Conduce le trattative, intesse relazioni importanti, conosce e si fa conoscere. Per nove anni su quindici, il bilancio del Napoli distribuisce utili al consiglio di amministrazione (Aurelio, la moglie Jacqueline, i figli Luigi, Edoardo, Valentina, Andrea Chiavelli braccio destro del presidente).

Nove anni con un attivo complessivo di 137.815.549 euro. L’anno migliore è il 2016-17, il secondo di Sarri, con un utile di 66 milioni di euro grazie anche alla clamorosa cessione di Higuain alla Juventus.

In dodici anni di serie A, De Laurentiis investe 656,6 milioni di euro in acquisto di giocatori. La spesa maggiore (115,7 milioni) risale al campionato 2016-17 con gli arrivi, tra gli altri, di Milik, Zielinski, Maksimovic, Diawara, Pavoletti.

Da quando ha assunto la presidenza, De Laurentiis ha acquistato 121 giocatori. Furono 33 al primo anno quando il Napoli cominciò da zero in serie C e non c’erano neanche i palloni per gli allenamenti.

I colpi migliori furono quelli di Calaiò (costato 2,9 milioni e rivelatosi l’arciere delle promozioni azzurre, 41 reti in 97 partite dalla C alla B), Pià, il Pampa Sosa (pagato 450mila euro e giunto a 29 anni), Gennaro Iezzo, protagonista della scalata alla serie B.

Nel secondo anno di C, gli acquisti furono 23 (Bogliacino fu il migliore).

Nell’anno della serie B (2006-07) arrivarono sette giocatori tra cui Paolo Cannavaro, Bucchi, De Zerbi e Domizzi.

(1- continua)

18/6/2019
RICERCA ARTICOLI