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Prova Champions con vittoria
di Mimmo Carratelli
Ospina in porta, Maksimovic sulla destra della difesa e poi i nuovi titolarissimi. Ancelotti schiera a Bergamo il Napoli formato-Champions e vince (2-1). Un gol al primo minuto (Fabian Ruiz), un gol nel finale (85’ Milik) e il successo è servito. Sarà così anche a Liverpool fra sette giorni?

Il Napoli ha sofferto lungamente la corsa, la migliore prestanza fisica e il movimento continuo dell’Atalanta. Per tre quarti di partita, la squadra azzurra si è abbassata giocando in contropiede.

In contropiede è andata in vantaggio, in contropiede ha sprecato due palle-gol, ma alla fine ha vinto. Perché, per l’ennesima volta, Ancelotti ha azzeccato i cambi. Zielinski e Milik, entrati per Fabian Ruiz e Mertens, hanno confezionato il raddoppio.

Nel finale il Napoli ha alzato il baricentro, ma obiettivamente non ha mai brillato. Una partita saggia, avveduta, con buona tenuta difensiva (Mario Rui il migliore), però in fase d’attacco ha giocato solo a sprazzi.

Insigne e Mertens non hanno giocato ai loro livelli, Callejon si è ripreso nel secondo tempo giostrando più da laterale che da ala, Fabian Ruiz è andato calando, Hamsik ha avuto difficoltà nella fase passiva. Maksimovic non ha convinto. Però la squadra ha fatto blocco contro un avversario sempre in palla. Koulibaly si è imposto come sempre.

Si è giocato a lungo nella metà campo azzurra e Duvan Zapata è stato un tormento per Maksimovic e Albiol. Però il Papu Gomez ha avuto poca libertà nella ragnatela del centrocampo napoletano. L’Atalanta ha spinto molto sulle fasce, ma ha concluso poco.

Si potrebbe dire che il Napoli ha giocato da grande squadra sapendosi adattare a una partita difficile e gestendola bene quando ha dovuto subire. Ospina ha fatto una sola parata su un tiro ravvicinato ma angolato di Zapata.

Esame-campionato superato su un campo difficile e con la tradizione avversa, e a Bergamo l’Inter è stata dissolta (4-1). Esame-Champions magnifico per il risultato, non soddisfacente per la prova generale della squadra. Non è stato il solito Napoli che impone il suo gioco. Ha subito semmai quello dell’Atalanta.

Subito dopo la palla al centro, il Napoli sorprende l’Atalanta in contropiede. Insigne galoppa a destra e serve lungo Fabian Ruiz sul centro-sinistra, tocco mancino in gol dello spagnolo (1’).

L’Atalanta reagisce immediatamente. Gioca alto, corre, punta molto su Mancini e Hateboer a destra, insiste con Zapata che gioca largo a sinistra dove si fa avanti spesso Gosens. Gomez fa da regista avanzato (lo contrasta Allan). L’Atalanta guadagna campo, il Napoli arretra.

Si abbassano gli interni del centrocampo, la difesa è ben coperta. Mario Rui si distingue per tre chiusure difensive importanti. L’Atalanta non arriva al tiro. E il Napoli gioca in contropiede fin quando dura la pressione dell’Atalanta.

Il Napoli potrebbe raddoppiare in due occasioni. Sul lancio di Hamsik, Insigne da sinistra invita Fabian Ruiz alla conclusione, ma lo spagnolo batte sul portiere (20’). La seconda palla-gol dopo la mezz’ora quando il pallonetto di Insigne va di poco fuori (32’) sull’uscita del portiere. Due palle-gol in fumo.

L’Atalanta gioca di più, ma è il Napoli che sfiora il gol. Verso la fine del primo tempo, la squadra azzurra viene fuori in palleggio. I bergamaschi sono stanchi. Hanno iniziato di gran carriera cavando appena un tiro di Zapata da posizione angolata con Ospina pronto a deviare in corner (27’).

Il match si mantiene sul filo. Si va al riposo con un buon Napoli che ha tenuto testa agli attacchi dell’Atalanta non correndo mai un pericolo serio. In mezzo al campo, Hamsik fa le migliori giocate in fase offensiva, manca un po’ nella fase passiva. Ma sulla sua fascia soccorrono Fabian Ruiz e Mario Rui.

Leggero possesso-palla dell’Atalanta nel primo tempo (54%). Più tiri del Napoli (6-4, nello specchio 2-1). È un match molto intenso. Fa molto movimento Mertens.

Il Napoli ben posizionato in campo argina l’offensiva atalantina. Callejon, un po’ assente nella prima metà del primo tempo, viene fuori nella seconda. In pratica gioca da laterale destro in un perfetto 4-4-2.

L’Atalanta gioca con Rigoni e Zapata larghi sulle fasce. Al centro tentano l’imbucata Gomez e Freuler. Ma il Napoli non concede spazio.

Zapata, il più pericoloso degli atalantini, apre di prepotenza la ripresa con una incursione sulla destra, sfonda e mette in area un’invitante palla-gol che Freuler batte al volo. La deviazione in corner di Albiol evita la frittata. Albiol e Maksimovic fanno fatica a tenere Zapata. In replica, il Napoli spreca un favorevole contropiede.

Il tema è lo stesso del primo tempo. Il Napoli dà campo all’Atalanta, si rannicchia e punta sul contropiede. La squadra di Gasperini fa la partita. È un atteggiamento tutto nuovo della formazione di Ancelotti. E, inevitabile, arriva il pareggio. Callejon scivola e concede il cross da sinistra a Gosens, appoggio di testa di Hateboer per Zapata nell’area piccola, controllo e gol (56’).

Koulibaly è costretto ad una grande rincorsa per bloccare Rigoni che, in contropiede, lo brucia sul vantaggio. Comincia un’altra partita con un Napoli che deve uscire dal guscio e prendere campo. Ma l’Atalanta ha più corsa e una maggiore tenuta fisica. Il Napoli è impreciso nel lancio agli attaccanti. Paga anche l’imprecisione di Maksimovic nel costruire gioco.

Esce Rigoni, che si è molto speso sulla fascia destra, ed entra Valzania (71’). Il Napoli porta l’attacco con troppi passaggi e non sfonda. Ma ora gioca di più nella metà campo dell’Atalanta alzando il baricentro.

Ancelotti fa i cambi (77’): Hysaj per Maksimovic e Zielinski per Fabian Ruiz un po’ calato. Ed ecco Milik per Mertens (82’). I piccoletti hanno fatto poco.

I cambi di Ancelotti, baciati dalla fortuna, funzionano ancora al top. Perché il Napoli passa col lancio di Zielinski e la girata sotto porta di Milik sull’uscita di Berisha (85’). Un gran gol. Due minuti dopo, Berisha sventa la puntata di Insigne.

Gasperini sostituisce il terzino Mancini con l’attaccante Tumminello (89’) e proprio sul nuovo entrato Mario Rui salva in corner concludendo una magnifica prestazione difensiva.

LUNEDI – Per la ventitreesima volta, il Napoli ha giocato di lunedì. Il bilancio è di 13 vittorie, 7 pareggi, 3 sconfitte.

CASSAFORTE – Negli ultimi tre anni, l’Atalanta ha ceduto i giovani migliori incassando 130 milioni di euro. Il ritorno di Spinazzola alla Juve per 4 milioni, Caldara alla Juve per 25, Gagliardini all’Inter per 27,5, Cristante alla Roma per 20, Conti al Milan per 25 e Kessié anche lui al Milan per 28.

BERGAMO – Il Napoli ha giocato 51 partite a Bergamo, comprese tre in serie B: 10 vittorie, 20 pareggi, 21 sconfitte, 49 gol fatti e 71 subiti. La prima vittoria azzurra nel 1952 a suon di gol (4-2) con reti di Formentin, Vinyei, Amadei e Astorri. Nel 1955 una doppietta di Vinicio per il 2-1. Il “leone” si ripeté nel 1957, altra doppietta nel secondo 4-2 a Bergamo, a segno Novelli, Di Giacomo e due volte Vinicio.
Giordano firmò l’1-0 del 1987, l’anno dello scudetto. Poi il pasticcio dell’8 aprile 1990, secondo scudetto azzurro: 0-0 sul campo, 0-2 a tavolino per la monetina contro Alemao al 79’ del match (arbitro Agnolin).
Col Napoli di Boskov 3-1 nel 1995, gol di Buso, Imbriani e Agostini. Nel 2010, allenatore Mazzarri, 2-0 con Quagliarella e Pazienza.
Un altro 3-1 nel 2015, allenatore Sarri, a segno Hamsik su rigore e doppietta di Higuain. Infine l’1-0 di Mertens nel campionato scorso e il bis di ieri sera.

COPPA ITALIA – Una finale di Coppa Italia fra Napoli e Atalanta, vinta dalla squadra di Maradona (1987). Al San Paolo 3-0 (Renica, Muro, Bagni), 1-0 nel ritorno a Bergamo (Giordano).

GASPERINI – Gian Piero Gasperini ha sempre creato difficoltà al Napoli. Con l’Atalanta contro Sarri due vittorie in campionato (1-0 a Bergamo, 2-0 al San Paolo) e il successo al San Paolo in Coppa Italia, quarti di finale (2-1), azzurri eliminati. Alla guida del Genoa, 5 vittorie e 3 pareggi contro gli azzurri. Ieri sera s’è arreso.

HAMSIK – Il segno di Hamsik a Bergamo: due calci di rigore. Il primo nel 2008, Napoli sconfitto per 3-1. Il secondo nel 2015, vittoria per 3-1 completata dalla doppietta di Higuain.

JEPPSON – Nel 1952, Achille Lauro, presidente del Napoli, si presentò alle elezioni per sindaco della città. Usando la squadra di calcio per raccogliere consensi elettorali, chiese all’allenatore Monzeglio quale fosse il più forte giocatore da prendere. Ideò lo slogan “Un grande Napoli per una grande Napoli”.
Monzeglio gli segnalò il centravanti svedese Hasse Jeppson che giocava nell’Atalanta. Come racconta Achilleugenio Lauro, nipote del Comandante, nel gran bel libro “Il navigatore” dedicato a suo nonno, Lauro dette appuntamento al presidente del club bergamasco, il senatore democristiano Daniele Turani, all’Hotel Excelsior di Roma.
Vi si recò con l’amico Antonio Limoncelli che portò una valigia nella quale c’erano 10.500 banconote da diecimila lire. In totale 105 milioni, cinque milioni più di quanto aveva chiesto il presidente dell’Atalanta per cedere Jeppson.
Lauro divenne sindaco con 117mila voti di preferenze. Il Napoli di Jeppson si piazzò al quarto posto, sei punti sotto l’Inter campione d’Italia, e realizzò 53 gol (14 dell’attaccante svedese).

PESAOLA – Campionato 1962-63. A tre giornate dalla fine il Napoli è terzultimo a pari punti col Genoa. Alla penultima, è un punto sopra il Genoa terzultimo. Ultima giornata, il Napoli si gioca la permanenza in serie A a Bergamo (retrocedono tre squadre). Pesaola tenta di caricare i giocatori con un sotterfugio: “Ho un prodotto energetico che vi può aiutare. Viene dalla Bolivia e me l’ha consigliato il mio amico Carlo Duran che si fa queste iniezioni e nessuno lo batte sul ring”.
È un bluff del petisso che compra flaconi di vitamina B12 e fa le punture ai giocatori spacciandole per l’energetico. Il trucco psicologico non funziona. L’Atalanta, tranquilla a metà classifica, vince 2-1. Il Genoa batte il Bologna e si salva. Il Napoli retrocede in serie B.

SAVOLDI – Beppe Savoldi, nell’Atalanta dal 1965 al 1968 e nel Napoli dal 1975 al 1979, ha segnato a Bergamo da atalantino al Napoli l’1-0 del 1968 e da napoletano all’Atalanta il gol dell’1-1 del 1977.

ATALANTA-NAPOLI 1-2 (0-1)

NAPOLI (4-4-2): Ospina; Maksimovic (77’ Hysaj), Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik, Fabian Ruiz (77’ Zielinski); Mertens (82’ Milik), Insigne.

ATALANTA (3-4-1-2): Berisha; Mancini (89’ Tumminello), Palomino, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosenz; Gomez; Rigoni (71’ Valzania), Zapata.

ARBITRO: Giacomelli (Trieste).

RETI: 1’ Fabian Ruiz, 56’ Zapata, 85’ Milik.

SERIE A – 14zª GIORNATA
Spal-Empoli 2-2, Fiorentina-Juventus 0-3, Sampdoria-Bologna 4-1, Milan-Parma 2-1, Frosinone-Cagliari 1-1, Sassuolo-Udinese 0-0, Torino-Genoa 2-1, Chievo-Lazio 1-1, Roma-Inter 2-2, Atalanta-Napoli 1-2.

CLASSIFICA
Juventus 40; Napoli 32; Inter 29; Milan 25; Roma, Parma, Sassuolo, Torino 20; Lazio 24;Sampdoria 19; Atalanta e Fiorentina 18; Genoa e Cagliari 15; 14 Spal; 13 Empoli e Udinese; 11 Bologna; Frosinone 8; Chievo 2.

PROSSIMO TURNO
Venerdì 7: Juventus-Inter
Sabato 8: Napoli-Frosinone, Cagliari-Roma, Lazio-Sampdoria
Domenica 9: Sassuolo-Fiorentina, Empoli-Bologna, Parma-Chievo, Udinese-Atalanta, Genoa-Spal, Milan-Torino.

4/12/2018
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