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Il Mondiale di Nereo Rocco
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 22.06.2018)
Dal cielo sopra la Russia Nereo Rocco, che avrebbe oggi 106 anni, piomba sul Mondiale. È il suo campionato.

Catenacci, gabbie, muri difensivi, calcioni ad allontanare la palla, pressing falloso, distruzione del gioco, barriere, rimpalli. Partitacce.

Le donne iraniane, ammesse per la prima volta ad assistere alle partite davanti ai teleschermi montati negli stadi di Teheran, guardano e inorridiscono: tutto qui questo gioco di uomini in mutande?

D’accordo, le prime partite dei Mondiali sono state sempre così. Ma vanno peggiorando. Le nazionali della seconda e terza fascia si chiudono, si rinserrano, alzano barricate e cantano al pallone “fatti più in là”.

Nereo Rocco a chi gli augurava, prima delle partite del suo roccioso Padova, “Vinca il migliore”, rispondeva: “Speriamo di no”.

Le nazionali medie e minori di questo Mondiale sperano anch’esse che non vinca il migliore, truccate da vecchio Padova 1957 ricco di mastini e randellatori, Blason, Azzini, Scagnellato.

Si vedono partite orribili in Russia. Portogallo-Marocco 1-0 è stata una di queste, un calcio al pallone e allo spettacolo ma da parte dei portoghesi!

Non sono state migliori Uruguay-Arabia Saudita 1-0, Inghilterra-Tunisia 2-1, Brasile-Svizzera 1-1, Argentina-Islanda 1-1, Danimarca-Perù 1-0.

Non s’è scialato nelle altre partite. La Francia, giovane e pimpante, ha battuto l’Australia (2-1) con un rigore e un tiro della buona sorte di Pogba.

Favorite da una “moderna” preparazione non solo atletica, e spesso sostenute da un orgoglio nazionalista, le nazionali del medio calibro mondiale difendono in dieci.

Non si è vergognato di farlo neanche il mediocre Portogallo che vive sui gol di Cristano Ronaldo e, per il resto, indietreggia e butta via il pallone, come s’è visto contro il Marocco.

L’Iran ha opposto alla Spagna un catenaccio gigante, un muro mobile di dieci difensori che ha fronteggiato il tiki-taka senza farsene ubriacare, tutta la squadra asiatica in zona-palla, marcature triplici e feroci, corsa, grinta, recuperi, rimpalli.

Un fortunata carambola di Diego Costa al 54’ ha rotto gli argini persiani, poi l’Iran è sbucata in attacco sfiorando il pareggio, annullato dal Var.

L’Argentina è andata a sbattere contro la muraglia di ghiaccio islandese e il Brasile-cicala ha cantato poco contro il moderno “verrou” svizzero, figlio non tanto degenere del catenaccio inventato dall’austriaco Karl Rappan negli anni Trenta, provato in Svizzera col Servette e sfoderato al campionato mondiale 1938 con la nazionale elvetica.

La Germania è caduta contro il Messico, più ardimentoso che catenacciaro, giocando inutilmente più a lungo la palla (524 passaggi riusciti contro 231).

Le partite dei gironi non cambieranno granché e forse un po’ di spettacolo lo vedremo nelle gare a eliminazione diretta, dagli ottavi, salvo che il “prima non prenderle” sia diventato dominante e maggioritario in un calcio con pochi e rari protagonisti capaci di “spaccare le partite”.

Se è vero che il difensivismo ha preso il sopravvento in Russia, è anche vero che nessuna nazionale maggiore ha il passo della dominatrice e campioni capaci di polverizzare qualsiasi resistenza.

Spagna-Iran ha ricordato Napoli-Inter (0-0) quando Sarri fu accusato di non sapere cambiare modulo e gioco per vincere le partite difensive degli avversari.

Il Napoli dominò il match con un possesso del 75 per cento, pressing alto, sovrapposizioni e cambi di ritmo. Non ci fu niente da fare.

S’è visto al Mondiale come sia difficile anche per le nazionali maggiori abbattere i muri difensivi. Alla Spagna, contro l’Iran, è riuscito con un colpo di ginocchio di Diego Costa, ma è stata una gara in cui il tiki-taka (696 passaggi riusciti contro 129, possesso del 78 per cento) ha assediato il catenaccione iraniano a lungo venendo puntualmente respinto.

Di fronte alle tattiche ostruzionistiche, il possesso-palla serve poco. L’Argentina, contro l’Islanda, ha tenuto palla per il 73 per cento con 657 passaggi riusciti contro 125.

Portogallo e Uruguay hanno battuto Marocco e Arabia Saudita con un possesso-palla inferiore (47 per cento). Il Senegal col 41 per cento del possesso-palla ha piegato la Polonia che l’ha assediato per tutto il secondo tempo.

I campionati del mondo non regalano più delizie. Il wrestling prende il sopravvento sulla tecnica, la forza sull’abilità, il contatto sul dribbling. La tattica è necessaria ma uccide. Toglie coraggio e inventiva alle nazionali emergenti, rende macchinoso il gioco delle nazionali maggiori.

Chi trova un gol, trova un tesoro. Solo la Russia dilaga: cinque gol all’Arabia Saudita che poi ha fatto soffrire l’Uruguay (0-1), tre gol all’Egitto che si era sottomesso all’Uruguay solo all’89’.

La Russia minaccia di far saltare qualche pronostico. Da prima del Gruppo A potrebbe intralciare negli ottavi i piani della seconda del Gruppo B (più Portogallo che Spagna).

23/6/2018
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