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Judo: gli scudetti paralleli dei fratelli Parlati
di Adriano Cisternino
Fratelli da scudetto: stesso sport, giorno, diversa solo la categoria. Scudetti paralleli, insomma. È successo domenica 28 gennaio al Palapellicone di Ostia.

Assoluti di judo, Enrico e Christian Parlati, oro rispettivamente nei 73 e 81 chilogrammi. Impresa e data da consegnare alla storia.

Non succede spesso. In anni recenti la boxe ha registrato un evento simile: i fratelli gemelli Federico e Giammarco Serra, sassaresi, entrambi campioni d'Italia, 49 e 52 chili, per due anni consecutivi, 2015 e 2016.

È successo e non è un caso. Perché i fratelli Parlati, napoletani delle Fiamme Oro, ma cresciuti nella Nippon di Ponticelli, sono figli d'arte. Anzi nipoti d'arte.

La storia ebbe inizio nel 1989 quando Enrico Parlati senior, nonno del fresco omonimo campione, decise di dare corpo e vita ad una sua antica passione: aprire una palestra di judo, sport che aveva praticato in gioventù con poca fortuna. Ma il virus gli era rimasto dentro.

"Ci eravamo da poco trasferiti a Ponticelli - racconta nonno Parlati - dopo il terremoto del 1980 - e tirai fuori questo sogno dal cassetto fondando la Nippon. La mia prima palestra sorse in un piccolo locale, alla meglio, via Argine. La finalità non era solo sportiva, ma anche sociale. In questo quartiere difficile della città volevo dare ai ragazzi innanzitutto una disciplina di vita attraverso il judo, e poi magari anche un futuro. Quanti ragazzi cresciuti in questa palestra sono poi passati ai Gruppi Sportivi militari!"

I primi allievi furono proprio i suoi figli, Lello e Massimo. Lello è stato campione d'Italia, ora è tecnico delle Fiamme Oro e padre dei due neo-tricolori dei quali Enrico, 25 anni, è al secondo scudetto, il primo vinto nel 2015. Christian, 20 anni, è la nuova realtà del judo italiano.

Sognano Tokio 2020, obiettivo verso il quale hanno già iniziato un percorso concreto che passerà attraverso le Universiadi napoletane del 2019, visto che entrambi sono iscritti a scienze motorie.

Ma i successi della Nippon non si fermano alla famiglia Parlati. I fratelli Giovanni ed Antonio Esposito hanno dato all'Italia le prime medaglie d'oro mondiali giovanili della storia del judo.

Ai tricolori 2018 di Ostia il judo napoletano ha letteralmente sbancato la rassegna conquistando ben undici medaglie, e il club di Ponticelli ha dominato la scena piazzando sul podio anche un'altra coppia di fratelli, Vincenzo e Salvatore D'Arco, rispettivamente oro e bronzo nei +100 e negli 81 chili. Soddisfazioni anche in campo femminile con l'argento di Nadia Simeoli nel 63 chili.

Ce n'è abbastanza, insomma per considerare la Nippon di Ponticelli un polo del judo napoletano non meno fertile dello Star Club di Scampia fondato da Giovanni Maddaloni, padre di Pino, oro olimpico a Sydney 2000.

Scampia e Ponticelli, due quartieri difficili, due culle del judo napoletano, due storie di sport fatte di passione e sacrifici, componenti silenziose che però producono campioni e sono una risorsa per i giovani. In tempi di baby-gang uno sport povero e nobile come il judo indica una possibile strada da seguire. Un segnale concreto, ma che troppo spesso passa inosservato.

3/2/2018
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