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Anticipi guerrieri e recuperi volanti
così Koulibaly scuote il San Paolo
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 2,12,2017)
Stelle lontane, nuvole basse, che stupida serata. La Mano Morta colpisce, la Signora in giallo gode.

Io cerco la Titina Mertens, la cerco e non la trovo. Callejon, passo e chiudo. Insigne giro-girotondo e si fa anche male. Hamsik, Marek crudele.

Ci siamo persi. La grande bellezza sfregiata. Un pallone in contropiede ha ucciso la partita più attesa.

È amara questa notte, si spengono i rumori, s’intasa la città, Acciuga se ne va. Ha tre punti per gemelli, una faccia di cristallo, la Juventus all’occhiello. Infelicissima sera a tutti noi tifosi ‘ngarbugliati.

È andata male. Ha vinto l’allegrismo, palla lunga e pedalare, catenaccio e contropiede. Pragmatismo, pragmatismo per sconfiggere il sarrismo.

Notte imbecille. Non ci restano che Sarri e Charles Bukowski. Si poteva fare di più? Si doveva fare di più.

Cantiamo, Omero, questa guerra di pallone che epica è stata e gradita agli dei, che del gioco con la palla si dilettano, parteggiando, Afrodite, Apollo e Dioniso per i leggiadri discepoli di Sarri, Marte, Minerva e la matura Giunone per la Grande Vecchia di Torino, Giove corrucciato e imparziale.

Grande è stata la pugna e sofferta, dopo il tramonto, la sfida flegrea, alla contesa chiamate la squadra bella del golfo delle Sirene e la tosta armata delle Alpi.

Una squadra di mare e una di montagna. Il coraggio e l’audacia dei marinai, la tenacia e il lavoro duro dei montanari. Fantasia di onde azzurre, cime bianconere aguzze e tempestose.

Tamburi di passione segnarono il ritmo delle avanzate a destra e a manca. Italiche le squadre, guerrieri stranieri inseguirono, catturarono, respinsero, conquistarono e lanciarono la palla di leggero peso verso le porte di reti fornite.

Un umano celebrò la bellezza d’Apollo e la forza di Marte, un baldo eroe delle coste occidentali d’Africa s’erse e dominò.

Scintillarono i suoi muscoli d’ebano, la testa rotonda e forte, le cosce piene e guerriere, i piedi grandi d’anticipo dotati: Kalidou Koulibaly di poderosa grazia fornito, degno dell’Olimpo. Scoglio, barriera, diga. Silenzioso, grandi occhi neri. Colonna, obelisco, pilastro, pilone, bastione.

Danzavano, sull’erba, gli artisti e i predestinati, i campioni dell’una e l’altra sponda, le comparse e gli aiutanti di campo, i fedeli e gli infedeli, i destrorsi e i mancini, uno solo dava alla contesa il marchio della Forza e del Vigore: Kalidou Koulibaly, l’indistruttibile, di padre operaio e madre cameriera in terra di Francia.

Oggi, tra i dieci difensori centrali più forti al mondo e nel desio perenne del pugliese di pelo artificiale Antonio Conte, conducator su una riva del Tamigi.

L’aveva previsto Lilian Thuram, il più celebre calciatore della Guadalupa, difensore monumentale ai tempi dei 70 miliardi di lire versati nelle casse parmensi dagli aristocratici forzieri di Torino a inizio del nuovo secolo.

Africano nato in terra francese dei Vosgi, futbolista amateur sui campi della Lorena, poscia trasferitosi nella città celtica e belga di Genk, qui adocchiato da Rafa Benitez, nobiluomo madrileno fiutatore di talenti che lo attrasse a Castelvolturno, terra di sogni e di chimere.

Il giorno in cui Kalidou Koulibaly, raggiunto da tanta attenzione, disse: “Chi? Io?”. Pensò a uno scherzo mentre da Napoli a Genk venivano trasferiti otto milioni di euro.

Felice e sconosciuto, il Grande Africano indossò la maglia azzurra numero 26 che unisce il 2 del grande Bruscolotti, difensore avvolgente, e il 6 di Alessandro Renica, irriducibile guerriero ai tempi belli di Diego.

Ha detto: “Benitez mi ha aiutato, Sarri mi ha riscoperto”. E Sarri a lui: “Se fai come ti dico, diventerai grandissimo”.

Kalidou Koulibaly dalle 139 presenze nel Napoli, con cinque palloni fiondati nelle porte del Palermo, della Roma, della Fiorentina, della Lazio e del Cagliari, è il beniamino indiscusso della folla azzurra, perdonato per alcune distrazioni ai tempi dell’apprendimento sarriano, ma ora, facendo come gli dice il Maestro di Castelvolturno, è diventato grandissimo.

Cantiamo, Omero, questo Grande Africano che porta in sé la calma potente del fiume Senegal.

Cantiamolo nella notte di nuvole e stelle di Fuorigrotta, più guerriero dei famosi guerrieri della Vecchia Signora.

Kalidou, un nome gentile in un corpo maestoso. Ma non è bastato, neanche quando nel finale è andato a fare il centravanti.


NAPOLI-JUVENTUS 0-1 (0-1)

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui (76’ Maggio); Allan (67’ Zielinski), Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne (76’ Ounas).

JUVENTUS (4-4-1-1): Buffon; De Sciglio (83’ Barzagli), Benatia, Chiellini, Asamoah; Douglas Costa (79’ Cuadrado), Khedira (67’ Marchisio), Pjanic, Matuidi; Dybala; Higuain.

ARBITRO: Orsato (Schio).

RETI: 12’ Higuain.

SERIE A – 15ª GIORNATA
Roma-Spal 3-1, Napoli-Juventus 0-1.
Sabato 2: Torino-Atalanta.
Domenica 3: Benevento-Milan, Bologna-Cagliari, Inter-Chievo, Sampdoria-Lazio.
Lunedì 4: Crotone-Udinese, Verona-Genoa.

CLASSIFICA
Napoli 38; Juventus 37; Inter 36; Roma 34; Lazio 29; Sampdoria 26; Milan, Bologna, Chievo 20; Atalanta e Torino 19; Fiorentina 18; Cagliari 15; Udinese e Crotone 12; Sassuolo 11; Genoa e Spal 10; Verona 9; Benevento 0.

PROSSIMO TURNO
Sabato 9: Cagliari-Sampdoria, Juventus-Inter.
Domenica 10: Chievo-Roma, Napoli-Fiorentina, Spal-Verona, Udinese-Benevento, Sassuolo-Crotone, Milan-Bologna.
Lunedì 11: Genoa-Atalana, Lazio-Torino.

CHAMPIONS LEAGUE
Girone F. Ultima giornata
Martedì 5: Feyennord-Napoli, Shakhtar-Manchester City.

CLASSIFICA
15 Manchester City (gol 13-3); 9 Shakhtar (7-8); 6 Napoli (10-9); 0 Feyenoord (3-13).
2/12/2017
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