Calcio
Torna alla ricerca
Notte magica al San Paolo
di Mimmo Carratelli
Questo Napoli-Juve arriva stracarico di attese soprattutto in campo azzurro con il San Paolo gremito, senza tifosi bianconeri e senza vittorie juventine da 14 anni (nell’era De Laurentiis 5 vittorie e 3 pareggi).

L’accende anche la Supercoppa appena giocata a Doha con la Juve fremente di rivincita.

L’infiamma la condizione del Napoli che sembra tornata a un buon livello.
L’esalta la tradizionale e intensa rivalità fra le due squadre.
L’intriga la verifica del momento al rallentatore della Juventus, cinque pareggi nelle ultime sei partite fra campionato e coppe, tre volte rimontata.
E lo stuzzica un possibile rimescolamento delle carte al vertice della classifica.

Le perplessità sul Napoli in Qatar, con la Juve nettamente favorita, ribaltate dal campo hanno come annullato i 10 punti di differenza tra le due formazioni riproponendo un Napoli alla pari della Juve.

La partita secca (Supercoppa) ha motivazioni e strategie diverse di una tappa del campionato ed è questa, ora, la differenza che il Napoli deve cancellare.

In altri termini, il Napoli deve giocare al San Paolo come se si trattasse di una partita senza appello evitando di appiattirsi sulla Juve, cercando di fare il proprio gioco piuttosto che puntare ad annullare quello dell’avversario, mirando a mettere pressione ai bianconeri invece di contenerne l’aggressività e il maggiore potenziale tecnico con accorgimenti tattici passivi che spesso hanno portato Hamsik a sacrificarsi su Pirlo, per dirne una.

Si discute se la Juve di Allegri abbia perso la feroce determinazione della squadra di Conte, infilando cinque pareggi deludenti, ma è bene che il Napoli non faccia troppo affidamento sulla ridotta efficacia della formazione torinese.

Per battere anche questa Juve c’è bisogno di velocità, coraggio, tocchi di prima, verticalizzazioni e concretezza sotto la porta di Buffon.

La “scuola di pensiero” dominante, con un Napoli incisivo nelle ripartenze, raccomanda una partita di contenimento e contropiede, ma questo non è nella “filosofia” di Benitez e non poggia neanche sulla solidità delle difesa azzurra (solo quattro partite su 17 senza prendere gol).

Gli schemi della Juve sono noti e ci vorrà molta attenzione per attutirne l’impatto.

Preponderante il gioco sulla destra (il lato di Britos), lancio di Pirlo per Lichtsteiner pronto a smarcare Vidal oltre i difensori e cross del cileno dal fondo per l’inserimento in gol dei compagni.

Sull’altro lato dominano l’eccezionale forza fisica e le straordinarie capacità tecniche di Pogba.

Tenere il baricentro basso per limitare questi pericoli potrebbe non servire data per scontata la superiore qualità individuale dei bianconeri.
Significherebbe oltretutto avere costantemente la Juve addosso col suo pressing alto.

È anche evidente che non sarà col palleggio orizzontale (c’è il rischio di perdere palla favorendo le ripartenze juventine) che il Napoli può impostare la gara puntando sul possesso, che è tattica anche difensiva, o addirittura per addormentare il gioco preparando le verticalizzazioni.

Se la diga dei mediani funziona sarà necessario non portare palla, evitando l’uno contro uno, ma affidarla rapidamente ad Hamsik, capace di cucire il gioco velocemente, e ai rientri di Callejon e Mertens col continuo movimento di Higuain a distrarre la difesa juventina.

La Juve non avrà timori e, se ce li ha, vorrà superarli con un inizio folgorante per imporsi da squadra superiore.

Dà il meglio nei primi tempi, cala nella ripresa.

E qui torna il “ritornello” di tenere botta per colpire alla distanza (difesa e contropiede). Facile a dirsi. Senza ombra di dubbio spetta al Napoli sfoderare audacia e coraggio provando già in partenza se le difficoltà della Juve di questo periodo sono reali.

La Juve giocherà conoscendo il risultato del pomeriggio della Roma. Quanto potrà influire e quanta pressione subiranno i bianconeri non si sa.

Ma ci vorrà proprio un grande Napoli per una serata di sogno nella magia del ricordo di Pino Daniele.
10/1/2015
RICERCA ARTICOLI