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Aurelio, Marino e il derby vulcanico
Il Napoli vince in maniera autoritaria contro una quasi - pari grado
di Rosario Iannuzzi
Foto Agenzia Genova
Erano appaiati in classifica, vesuviani ed etnei, fino al fischio d’inizio. Ci erano giunti però con risultati diversi: più “passo dopo passo” gli uomini di Baldini, con più vittorie (e più sconfitte) i padroni di casa. Che non vincevano da un bel po’, che avevano raccolto la miseria di un punto nelle ultime tre partite, che avevano palesato problemi in attacco…

Insomma, momento non particolarmente brillante, quello vissuto da i vesuviani ma non momento di crisi: quindici punti in classifica, per una neo-promossa piena di esordienti in serie A, rappresentava comunque un bilancio positivo. Semmai, erano cominciate voce antipatiche su questo o quel giocatore azzurro, che il due a zero dovrebbe contribuire a zittire.

Vero è che il Catania è apparso collettivo tra i meno convincenti tra quelli visti al San Paolo; vero è che questo non eccelso collettivo (che bravo però Martinez) denunciava pure un paio di assenze importanti nell’economia complessiva del gioco; tuttavia il Napoli, contro una squadra che in trasferta aveva perso solo contro l’Inter, ha fatto una bella partita sotto tutti i punti di vista: nervoso, tattico e tecnico.

Nervoso perché ha saputo aspettare il maturare degli eventi, senza andare in ansia nonostante il tempo passasse e avendo necessità di segnare, trovandosi contrapposto a una squadra votata alla difesa, poco disposta a concedere quegli spazi tanto necessari allo sviluppo delle sue trame; tattico perché ha saputo manovrare con sapienza affinché si concretizzasse la vittoria, disponendosi al meglio, specialmente in mezzo al campo, per far saltare il fortino etneo; tecnico perché il Napoli ha ricominciato a macinare belle giocate, per il godimento massimo di quell’insaziabile golem perennemente affamato di bel calcio che è il San Paolo.

San Paolo in linea con il resto d’Italia nella giornata dello “sciopero del tifo” e che ha dato una grande dimostrazione di disciplina (insolita a queste latitudini) nell’osservanza del minuto di silenzio iniziale. San Paolo che ha chiesto giustizia per il giovane Gabriele, San Paolo che ha ritrovato la sua squadra show fatta soprattutto dai neo-acquisti.

E, inevitabilmente, ritornano le considerazioni su: super-centrocampo azzurro di quest’anno che, ritrovato Blasi, ha ritrovato immediatamente la quadra, ridiventando cuore pulsante di un collettivo che, proprio partendo da lì, ha costruito le sue fortune in questo campionato; solita inadeguatezza delle fasce; necessità di garantirsi cambi all’altezza. Anche se, sul versante cambi, Bogliacino sembra avviarsi a ridiventare quello dell’anno scorso.

In conclusione, un derby vulcanico solo sulla carta che, in verità, ha fatto “fetecchia”, perché i siciliani sono apparsi francamente sotto tono, ma che ha consentito ai napoletani di riprendere da dove avevano lasciato. Anzi, questi ultimi hanno dimostrato qualcosa di nuovo e cioè, di aver capito come fare una bella partita anche quando gli avversari non sono, sulla carta, favoriti. E non è cosa da poco.

Foto: Agenzia Genova

26/11/2007
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