Calcio
Torna alla ricerca
Va in campo la banda degli undici
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 09.11,2019)
Si torna al campionato che, quando non è bello, è combattuto, e tutte le altre favole che ci raccontiamo per sentirci i migliori, il nostro piccolo e mediocre cortile di casa con esaltazioni facili, paginate di giornali, urli televisivi, i campioni che ci sentiamo mentre neanche siamo andati all’ultimo Mondiale e, nei due precedenti, ci hanno sbattuto fuori al primo turno.

È il grande calcio italiano, afflitto da un debito pesante, che ce lo raccontiamo a modo nostro e che, se non ci fossero i proventi televisivi, avrebbe già fatto bancarotta.

Nei tornei europei le nostre squadre fanno cilecca. Non vinciamo una Champions da nove anni (Inter 2010) e una Europa League da venti (Parma 1999). Dopo questi quattro turni di Champions ed Europa League, le squadre italiane hanno perduto 33 punti su 60: due li ha ceduti la Juve, quattro il Napoli, sette la Roma, nove la Lazio, undici l’Atalanta. Le scusanti sono sempre pronte: la stanchezza, e siamo appena all’inizio della stagione!, gli infortuni, i pali, il caldo e il freddo.

In questo scenario di matti (perdenti) è sbocciato l’ammutinamento del Napoli in un pericoloso gioco di tutti contro tutti e Ancelotti rimane col cerino in mano rifilatogli diabolicamente dal presidente mentre si annunciano avvocati, collegi di disciplina, multe e paparacchiò.

In queste condizioni quale Napoli affronterà stasera il Genoa, penultimo, in un derby di autentiche disgrazie di classifica e spogliatoio? I rivoltosi azzurri, i reprobi, gli ammutinati andranno in campo? Sarà tolta la fascia di capitano o, addirittura, il capitano stesso? La banda dei cinque, accusati di avere organizzato la rivolta, sarà messa in castigo prima di essere trascinata in qualche tribunale? Ma tutta la squadra si è ammutinata. Giocherà la Primavera? Questo si chiedono i tifosi. Alla fine, andranno in campo tutti.

Fra giorni all’improvviso neri, tramonti di belle speranze, leader non più calmi e giocatori agitatissimi, che razza di partita vedremo stasera? Il dubbio è facile. Ci sarà un impegno assoluto di chi giocherà per dimostrare d’essere professionista al sabato e ammutinato al martedì, oppure saranno tutti in gramaglie da compromettere la gara?

Per quello che è successo in questi giorni a Napoli, passa la voglia di parlare della partita. Ora non si rischia di perderle le partite, in una situazione di profondo scollamento. Si rischia di perdere il Napoli, di incappare in una stagione di resa e, peggio ancora, di dover rifondare squadra, spogliatoio e panchina l’anno prossimo.

Ancelotti dovrà dominare una situazione di aperto disagio, scontento e ribellione. Ha la personalità per farlo, ma i giocatori collaboreranno? Torneranno a tutti i cervelli finiti sulla luna? Ancelotti dovrà fare Astolfo che sulla luna ci andò per recuperare il senno di Orlando. Quanto senno è rimasto ai nostri Orlandi di Castelvolturno?

Nella sceneggiata di giovedì, l’allenamento al San Paolo aperto agli abbonati, offerta singolare in una settimana di risse, presente un centinaio di persone sui 13mila possessori di abbonamento, insulti scontati ai giocatori e un solo cartello “AdL vattene”, meno drammatico del “Ferlaino via” che sventolò nel cielo del San Paolo su uno striscione in coda a un aereo (10 ottobre 1982, Napoli-Roma 1-3). Silenzio e rispetto per Carlo Ancelotti nella speranza che il tecnico riannodi i fili della tela azzurra squarciata.

Stasera vedremo tutti in campo, i rivoluzionari e gli ignavi, i mercenari, gli habla-habla e i tacalabala, Masaniello e i triccheballacche. Attenzione, c’è da riportarsi in zona Champions (-3 punti). E che volete che sia la banda dei cinque del Napoli in confronto alla banda dei sedici che vuole sfiduciare De Magistris? Coraggio.

9/11/2019
RICERCA ARTICOLI