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Napoli pensando al futuro e all’Europa
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 17.02.2019)
Achtung. Stasera al San Paolo c’è il Torino. La squadra di Mazzarri (quinta miglior difesa del campionato) è la vice-regina dei pareggi (10), la regina è la Fiorentina (11). E proprio un pareggio (2-2) ha portato via il Torino di Mazzarri nell’ultima visita a Fuorigrotta, 6 maggio dell’anno scorso.

Dopo l’allenamento di Zurigo, il Napoli torna a fare i conti con gli ostacoli di casa, beatamente assiso al secondo posto, nove punti di vantaggio sull’Inter terza. Gli ostacoli di casa non hanno la “morbidezza” dello Zurigo. Le partite bisogna ancora sudarsele.

Apparentemente potrebbero mancare stimoli alti. Ma non è vero perché tutti i giocatori della “rosa” stanno giocando per l’anno prossimo. Sono sotto esame. Ancelotti li ha fatti girare per fissare il gruppo-base che sarà sulla scena nella stagione ventura.

Dei protagonisti sulla trentina e oltre di questi anni, più di uno sarebbe a fine corsa. I più giovani devono convincere definitivamente, non solo sul piano individuale, ma nell’interpretazione del ruolo che Ancelotti vorrà dargli.

A Zurigo ha giocato quella che sembra la formazione titolare di quest’anno. Il rischio è che qualche “pezzo pregiato” vada via. Allan e, forse, Koulibaly se arrivano le famose “proposte indecenti” che De Laurentiis non può rifiutare. E Hamsik non c’è più. Ma la situazione è cambiata.

Mentre nell’ultimo campionato di Sarri con ambizione di scudetto (il patto di Dimaro) sarebbe stato necessario rafforzare la squadra confermando tutti i titolarissimi, ora siamo alla “svolta del cambiamento” e il mercato in uscita, se controbilanciato da quello in entrata, non pone più “divieti”, si può cedere. Ma, incassando molto con le uscite, verranno quei giocatori per il progetto vincente con Ancelotti?

Il Napoli si sta già muovendo, ma sembra che la politica societaria non si discosterà da quella brillante ma senza vittorie degli ultimi anni. Gli obiettivi saranno sempre giocatori giovani di un certo spessore.

Per avere un Napoli vincente (con un allenatore vincente che è già in panchina) sarebbero necessari almeno due, tre acquisti “importanti”, in primo luogo e assolutamente un leader in campo, un trascinatore. Il Napoli ha già un tesoretto da spendere e ha chiuso gli ultimi bilanci in leggero passivo.

Non avrebbe problemi economici per essere convenientemente protagonista sul mercato, ma ha l’attrattiva per catturare quei giocatori che fanno la differenza? Basterà il progetto che, portando la firma di Ancelotti, sarà altamente credibile? Il Napoli di Benitez è lontano, il Napoli di Sarri è finito, il Napoli futuro di Ancelotti è tutto da scoprire.

La forza della Juventus di questi anni è stata, tra l’altro, quella di poter sottrarre giocatori alle rivali indebolendole (Higuain e Pjanic). Poiché è successo e continuerà a succedere che gli altri club non hanno la forza di prendere giocatori dalla Juve, indebolendola a sua volta, e nemmeno di prendere giocatori del calibro di quelli che la società bianconera sa rastrellare.

La dittatura juventina si annuncia duratura, al punto che i club di maggiore spicco puntano ormai ad allestire squadre che siano almeno capaci di guadagnare la qualificazione Champions (dal secondo al quarto posto) senza “dissanguarsi” in una competitività assoluta con la Juventus che ha risorse che nessun altro ha.

Intanto, c’è questo campionato da completare nella maniera migliore. Cinque squadre in lotta per due posti Champions (e i soldi della Champions) hanno altissimi stimoli e una stagione interessante da giocarsi.

Il Napoli, col secondo posto blindato, sta già pensando all’avversario che gli assegnerà il sorteggio degli ottavi di Europa League che propone agli azzurri un superstite traguardo da conquistare. Però c’è da evitare che al San Paolo l’entusiasmo si spenga e continuino a calare gli spettatori. Sarà bene che la squadra faccia spettacolo e risultati.

Vediamo come se la caverà il Napoli contro il Torino che non è squadra arrendevole e, in classifica, ha la zona-Europa a quattro punti. Il match di ritorno con lo Zurigo al San Paolo, quattro giorni dopo, non dovrebbe richiedere un turn-over profondo contro i granata.

Ed è bene che, ormai, giochi sempre la squadra-tipo per affinare l’intesa e l’interpretazione di quei ruoli ancora “in ballo”. Gli esperimenti sono finiti. Ancelotti ha già tratto le sue conclusioni. Cerchiamo di divertirci.
17/2/2019
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