Torna alla ricerca
Higuain spreme i gol come il ketchup
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport del 18-10-2018)
|
Text Size |
|
È un falco pellegrino Gonzalo Higuain? Un attaccante ossessionato dal gol, un predatore irresistibile, un cacciatore di portieri.
Ora che gira per il campo, come gli hanno insegnato alla Juventus, mentre al Napoli era il killer assoluto, armato da Insigne, da Callejon, da Mertens, ora che rientra, e apre gli spazi, e fa le sponde, ora che arretra, dialoga e punta ha preso più gusto al gioco.
Ma il pensiero fisso resta il gol. Eccolo deluso, arrabbiato, buio in volto quando ha dettato l’ultimo passaggio per colpire e i compagni l’hanno ignorato o hanno sbagliato. Insigne, a Napoli, era la “vittima” preferita se lo scugnizzo non lo vedeva in tempo mentre si lanciava verso la porta avversaria. Gonzalo lo fulminava con uno sguardo assassino.
IL KETCHUP – Ha detto una volta che era rimasto a secco di gol e poi si scatenò: “Il gol è come il ketchup, se lo cerchi non arriva, ma quando arriva escono tutti insieme come il ketchup”.
Non è un poeta, Higuain. È un rude corridore sui sentieri del gol. Un masnadiero. La barba ne accentua la ferocia. La voce gutturale lo rende più duro. Gli otto punti di sutura per quel tuffo sfortunato sugli scogli di Capri potrebbero farne un pirata segnato da un assalto maldestro.
Non ha la cantilena degli argentini. Nasconde i sentimenti, forse perché si sente perseguitato da una fortuna non completa, quegli accidenti capitatigli in certe partite decisive. I sentimenti li nasconde negli scarpini da gioco, quei tre nomi, “Gonzo, Lara, Alma”, fissati sugli scarpini, la vita fuori dalle smanie e dalle inquietudini sul campo: il suo nome e quelli della sua donna e della bimba nata in maggio.
Gonzalo Higuain che Sarri ha amato, “un figlio che ha fatto molto arrabbiare suo padre” quando se ne andò alla Juve, che Allegri ha tenuto in riga in quel reggimento rigoroso che è la Juventus e al quale ora la grinta di Gattuso potrebbe dare quel trono di spade che il suo protagonismo desidera e corteggia.
Gonzalo sinora è stato un cittadino del mondo senza fissa dimora, troppo giovane al River Plate, troppo circondato da star al Real Madrid, comprato e svenduto dalla Juve dopo avere rinunciato ad essere il re di Napoli. Higuain cerca una casa dove catturare quella felicità che sembra sfuggirgli. A 31 anni non è facile, ma il Milan può essere una buona casa, accogliente, amorevole, rilevante.
L’AFFARE – Un attaccante argentino il Milan non l’ha mai pienamente avuto perché Valentin Angelillo in rossonero rimase una leggenda interista, perché Nestor Combin era torinista nel cuore e nella veemenza, perché Hernan Crespo fu di passaggio.
Il Pipita può esaltare il Milan ricostruito da Leonardo che alle 2,42 del 31 luglio vinse l’estenuante trattativa col fratello di Higuain, Nicolas, resistente e indispettito dal trattamento finale della Juve.
Il trasferimento in prestito per 18 milioni e il riscatto fissato a 36 fa 54 milioni. La Juve ha ceduto il Pipita a metà del prezzo che aveva pagato al Napoli. Questa è una ferita nell’orgoglio di Gonzalo Higuain, defenestrato dall’arrivo di Cristiano Ronaldo.
Il Milan può essere la sua rivincita. Le doti di fromboliere e la molla psicologica di un riscatto sul campo, oltre all’incoraggiante stipendio annuo di 7,5 milioni, ne fanno l’ariete voglioso di un Milan che punta in alto dopo i sette anni di magra seguiti all’ultimo scudetto.
Il derby è l’occasione eclatante, la vetrina rilucente, il palcoscenico sotto le luci della ribalta che potrebbero consegnare Gonzalo Higuain alla storia del Milan da subito perché vincere il derby, segnare in un derby è una tappa epocale, un passaggio indimenticabile, il trampolino per una popolarità immediata.
Ha una casistica interessante, Gonzalo, nella storia dei derby giocati nei campionati in Argentina, Spagna e Italia. Non ne ha perso uno. Un pareggio e una vittoria col River Plate contro il Boca (due gol). Quattro vittorie e due pareggi col Real Madrid contro l’Atletico (cinque gol). Tre vittorie e un pareggio con la Juventus contro il Torino (tre gol). Sarà talismano e goleador nella sfida con l’Inter.
DUELLO ARGENTINO – Si profila all’O.K. Corral di San Siro il duello tutto argentino tra Gonzalo Higuain e Maurito Icardi, divisi da sei anni, da 166 gol e dai due milioni in più di stipendio per il più vecchio dei due “pistoleri”, ma il più giovane (25 anni) ha giocato 342 partite in meno.
Il giudizio tranciante di Maradona, “Higuain vale dieci volte Icardi”, è stato dettato dall’antipatia viscerale del pibe per il ragazzo che ha preso Wanda Nara a Maxi Lopez, sette anni fa, su una barca alle Eolie. Un triangolo tutto argentino.
Sul derby milanese Icardi ha impresso tre reti di fuoco un anno fa nel 3-2 interista quando al centro dell’attacco del Milan c’era André Silva, il portoghese spaesato che ha lasciato, nel suo passaggio rossonero, la labile traccia di due gol.
Sarà un’altra storia con Higuain, il prode armigero di 289 colpi (15 gol col River Plate, 121 col Real Madrid, 91 col Napoli, 55 con la Juve, 6 nelle prime sette partite col Milan), il centravanti che ha segnato più di Dzeko, più di Mandzukic, più di Quagliarella, fra i punteros con lo stesso numero di partite, oltre cinquecento.
BERSAGLIO INTER – Higuain porta in dote al Milan un cospicuo patrimonio da tiratore scelto, quinto miglior cannoniere europeo, escludendo Cristiano Ronaldo e Messi che hanno giocato di più, sulla scia di Luis Suarez, Lewandowski, Aguero e Cavani.
In Italia si è scatenato contro la Lazio (12 gol), l’Atalanta (9), il Chievo (9), il Sassuolo (8), il Cagliari (7). All’Inter ha segnato 5 gol, quattro col Napoli, uno con la Juve, il più importante la sera del 28 aprile scorso alle 22,29 quando infilò il 3-2 ad Handanovic e smantellò ogni risorsa di rincorsa-scudetto del Napoli. Un centravanti che negli anni al Napoli è stato sedici volte decisivo (12 vittorie e 4 pareggi), dieci volte decisivo alla Juve (9 vittorie, un pareggio).
Nel Milan è entrato di forza, sorretto da una voglia incredibile di essere Gonzalo Higuain il padrone del gol, già a segno dopo appena quattro minuti nell’amichevole di agosto al Bernabeu contro il Real, il debutto in maglia rossonera, decisivo in Lussemburgo contro il Dudelange (1-0) nella prima di Europa League, decisivo nell’acciuffare il pareggio a Cagliari (1-1), prima doppietta al Chievo con la nuova maglia.
Capello, al Real Madrid, quando Higuain aveva 19 anni, gli suggeriva di copiare i movimenti di Raul. Lo smarcamento è diventato una sua specialità. Sfugge, scatta, taglia e, in area di rigore, ha la rapidità di Usain Bolt.
I tempi del Real. Tre anni fa, la rivista di calcio spagnolo “Don Balon” raccolse uno sfogo del Pipita: “
Cristiano Ronaldo ha un ego smisurato, se non gli dici che è il migliore non sei suo amico. Ho condiviso lo spogliatoio con Messi, in nazionale, e devo dire che non hanno proprio nulla in comune”. L’ombra di Cristiano s’è allungata da Madrid sino alla Continassa escludendolo dalla Juventus.
Higuain è considerato oggi un attaccante totale, dinamico, potente, un animale da area di rigore con un’eccellente tecnica di base. Formidabile il primo controllo della palla per facilitare la conclusione: si è calcolato che “
chiude” il tiro in due, tre decimi di secondo, la sua specialità.
Meno agile di Batistuta, ma più potente. Quand’era al Napoli scoccò un tiro dai 23 metri che andò a stamparsi sulla traversa della porta di Neto e rimbalzò dentro la linea. Non c’era ancora l’occhio di falco. Né l’arbitro Damato, né l’assistente di linea si accorsero del gol. Fu in un Napoli-Fiorentina 3-0 di tre anni fa e Higuain fiondò il pallone a 109 chilometri orari.
In Italia ha messo a segno 20 doppiette (11 col Napoli, 8 con la Juve, una col Milan) e tre triplette (2 col Napoli, una con la Juve). Premiato dall’Uefa per il più bel gol in Europa League segnato a Varsavia contro il Legia l’1 ottobre 2015.
LA FAMIGLIA – Per Gattuso, Higuain è “
un grande finalizzatore, esigente, un campione a disposizione della squadra”. Berlusconi ha detto: “
Il Milan deve giocare con due punte più Suso, Higuain è troppo solo”. Forse, Gonzalo si è sentito spesso troppo solo nella vita. Non ha un gran carattere socievole. Chi lo conosce dice che è “
pesante” e testardo. La famiglia è il suo rifugio.
“
Juntos somos invencible” è il tatuaggio su un bicipite. Sullo stesso braccio porta le iniziali dei suoi familiari: Jorge il padre, Federico il fratello più grande, Nancy la madre pittrice, Nicolas il fratello che gli fa da manager, Lautaro il fratello più piccolo.
Condottiero del nuovo Milan, il Pipita può considerarsi ora meno solo. La felicità scontrosa di Napoli è lontana e, dopo l’amore tradito alla Juve, può sbocciare un nuovo amore col Milan. Leonardo e Maldini stanno ricostruendo il vecchio, solido, appassionato, buon clima rossonero.
L’uomo delle marine calabresi Gattuso è rossonero nel cuore, nella voce, nei muscoli. E tre argentini corrono in campo, Lucas Biglia, Mateo Musacchio e José Mauri. Ecco la nuova famiglia di Gonzalo Higuain, lo sparviero solitario, il falco pellegrino nel cielo di Milano.