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Reina, non c’è Pepe senza il suo sorriso
di Mimmo Carratelli (da: Il Mattino del 20.07.2017)
A Dimaro, s’è riaperto il dialogo con Pepe Reina. Non c’è ancora niente di scritto per il prolungamento del contratto del portiere spagnolo (35 anni).

C’è schiarita. C’è buona volontà per appianare i contrasti che però, a quanto si suppone, non riguardano esclusivamente il contratto, la parte economica e la durata.

C’è stato un crac a fine stagione nel rapporto tra il portierone-simpatia e il presidente. Qualcosa si è spezzato.

Un abbraccio sincero dovrebbe ricomporre la rottura. Il resto verrà facile. Ma l’abbraccio non c’è ancora stato.

L’allenatore e la squadra hanno già espresso la loro affettuosa solidarietà a Reina ritenendo imprescindibile la sua partecipazione alla nuova stagione. Una presenza di gran peso in campo e nello spogliatoio.

In attesa di un chiarimento totale, Reina sarà il portiere del sogno-scudetto e della nuova avventura in Champions. Il suo “secondo” sarà il greco Orestis Karnezis, 32 anni, gran protagonista ai tempi del Panathinaikos, meno brillante a Udine (110 partite, 160 gol incassati).

Sembra una scelta opportuna anche per Reina. Un “secondo” che non farà ombra. La scelta fatta per il secondo portiere rimanda “più in là” la soluzione migliore per il ruolo.

Tramontati i tentativi (mai fatti?) per un portiere altamente affidabile (Szczesny) e per un giovane molto promettente (non si parla più di Meret, 20 anni, forse problemi fisici all’orizzonte).

Non si è mai puntato su Rafael, eroe di una solitaria prodezza a Doha. Non appare inserito Sepe.

Reina ha dato poco spazio: dieci partite di campionato saltate in tre anni. I “secondi” restano in panchina.

Reina è chiamato a una stagione di grande responsabilità e rendimento. In pratica, ha bloccato il ruolo.

Se lo scudetto è più di un sogno, come ammettono gli stessi azzurri e come viene ampiamente condiviso da tecnici autorevoli, a cominciare da Allegri che ha indicato il Napoli sfidante numero uno al predominio juventino, non basterà essere il leader dello spogliatoio.

Sulle qualità di Reina non si discute. Ha esperienza e aplomb internazionale. Sa guidare la difesa.

Qualche ombra si allunga sulle condizioni fisiche se è vero, come si dice da più parti, che ha saltato le prime due amichevoli per essere tenuto al riparo da intoppi muscolari, non nuovi nel periodo di preparazione. La condizione fisica potrebbe limitarne la reattività.

Poiché Karnezis è un buon portiere, ma non un portiere decisivo, Reina tra i pali resta il solo portabandiera di una stagione ambiziosa. Dovrà “assicurare” quei punti in più necessari a completare il potenziale offensivo.

Anche Sarri, dopo il bel gioco, spettacolare e reclamizzatissimo, vuole vincere “qualcosa”. E per vincere “qualcosa” il portiere è tra i giocatori decisivi.

La solidarietà espressa al portiere spagnolo, in questi giorni confusi, comprende anche la fiducia “tecnica”? Solo Sarri può dirlo e la sua parola affermativa vale il superamento di ogni “ostacolo” da parte di De Laurentiis.

Siamo un po’ “legati” dall’affetto e dalla simpatia per Reina. Intanto, il portiere dovrà riacquistare quella “passione azzurra” che sembra essersi allontanata.

Pepe Reina, uno di noi. Lo è stato dal primo momento, dall’arrivo a Castelvolturno con Benitez. Lo è stato quando emigrò temporaneamente al Bayern (chiuso da Neuer).

Nello spogliatoio tedesco mandava in onda il rap di Clementino e tornava frequentemente a Napoli.

È tornato definitivamente tagliandosi lo stipendio tedesco, immediato il feeling con Sarri.

Una storia esemplare. Leader in campo e nello spogliatoio. Grande simpatia, grande carisma. Napoli nel cuore.

Poi, in una sera di luna storta sulla collina vomerese, l’infelice battuta di De Laurentiis durante la cena alla fine di questa stagione, straordinaria nonostante la discesa dal secondo al terzo posto.

Il presidente è stato sempre attento alla “città rapace”. Avrebbe detto alla moglie di Pepe, Yolanda, qualcosa tipo “attento al ragazzo” indicandole il marito dopo avere sollecitato, così pare, il portiere a un rendimento migliore “senza distrazioni extracalcistiche”. Certe foto in circolazione avevano allarmato De Laurentiis.

La reazione sui social della coppia spagnola è stata durissima. “La vera eleganza è restare indifferenti di fronte a gente che vale poco”.

A questo tweet di Pepe faceva eco ancora più dura Yolanda su Instagram: “Cuando los que mandan perden la verguenza, lo que obedecen perden el respeto”.

Crac! Era solo una battuta, aveva aggiunto De Laurentiis. Ma il danno era tratto.

Dalla cena sulla collina vomerese, Reina non è stato più lo stesso. L’altra sera, a Trento, è apparso in campo nel primo tempo contro il Carpi. Era stato a riposo nelle prime due amichevoli.

Ha sventato l’unico tiro di questi avversari estivi: presa bassa in due tempi. Il gol del Carpi lo prendeva Sepe, senza gran colpa, nel secondo tempo.

Pepe, nella nuova divisa verde dei portieri, non aveva la solita faccia. Non c’era più allegria sul suo volto. Freddo. Professionale. Però, ben presente in campo.

Immediati i gesti a comandare a difesa. Un lancio di quelli telecomandati (portiere-attaccante-gol) non andato a buon fine. Ha fatto il suo, ma senza l’entusiasmo dei tempi felici.

La situazione è ingarbugliata. Reina deve essere convinto di potere dare ancora molto al Napoli senza ombre e malumori. Deve tornare il simpaticone che abbiamo conosciuto.

Il papà lo ha invitato a restare a Napoli. Pepe deve dimostrarsi più azzurro che mai. Come è stato sinora. 

    Ora non preoccupa il prolungamento del contratto. Preoccupa Reina. L’ultimo Reina. Quello precedente era una garanzia, superiore a qualche gol incassato con leggerezza.

Il campo dirà se gli è tornata la passione azzurra arpionando i palloni più difficili. Per vincere “qualcosa”.
20/7/2017
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