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A Torino stesso risultato di Madrid
di Mimmo Carratelli
A Torino contro la Juve, andata di semifinale di Coppa Italia, il Napoli subisce la stessa sorte di Madrid nell’andata degli ottavi di Champions. Va in vantaggio (Insigne in Spagna, Callejon a Torino) e viene rimontato. Stesso risultato: 1-3.

Sulla rimonta juventina pesa il mezzo regalo dell’arbitro sul primo rigore accordato alla Juve per il pareggio di Dybala dal dischetto dopo il gol di Callejon.

Non è sembrata da rigore la pressione in area di Koulibaly sullo stesso Dybala che andava facilmente giù. Col pareggio conquistato nei primi minuti della ripresa, la Juve volava.

Due errori di Reina, protagonista nel primo tempo, le spianavano la strada: l’uscita a vuoto sul gol del 2-1 di Higuain e l’entrata da rigore su Cuadrado con Dybala che segnava ancora dagli undici metri.

Per un tempo, il Napoli ha tenuto testa alla Juve allarmandola. La squadra azzurra alternava il solito fraseggio con lanci lunghi (a partire da Reina) per capovolgere immediatamente il gioco.

Erano Rog (grande debutto da titolare del ragazzo croato) e Hamsik, giocando da autentiche mezz’ali, a imprimere alla gara un ritmo continuo e a spingere il Napoli all’attacco.

Rog, grande forza fisica, ma anche capacità nel giocare la palla, surclassava Khedira. Hamsik metteva fuori partita Pjanic.

La Juve, annunciata con un 3-4-3, di nuovo la difesa a tre per Allegri, arretrava Dybala tra le linee a suggerire l’attacco (3-4-1-2), ma Diawara lo pressava in ogni zona del campo rendendogli difficile la partita.

Non soffriva Strinic contro Liechtsteiner e se la cavava bene Maggio, al posto dello squalificato Hysaj, contro Mandzukic.

Spesso la linea difensiva azzurra metteva in offside gli attaccanti juventini. E, sulla corsia di Maggio, non produceva effetto la sovrapposizione di Asamoah a Mandzukic.

Nel primo tempo, Higuain non trovava un solo spunto offensivo. Filava alla grande Insigne sulla sinistra e Milik, al rientro dal primo minuto, impegnava la difesa torinese pressando su Bonucci per impedirgli il primo lancio a scatenare l’attacco.

Il Napoli meritava il vantaggio che conquista poco dopo la mezz’ora con uno scambio volante fra Insigne e Milik e il lancio finale di Insigne per Callejon (36’) che sbucava in area alle spalle di Asamoah e batteva Neto (portiere di Coppa al posto di Buffon).

Era Reina il primo protagonista della serata negando il gol a Dybala (13’), a Mandzukic (14’) e, con una doppia consecutiva parata, a Mandzukic e Liechtsteiner (45’).

Il Napoli concludeva la prima frazione di gara con un superiore possesso-palla (54 per cento), quattro conclusioni a rete contro due della Juve e l’incoraggiante vantaggio anche se di una sola rete.

Nella ripresa, Cuadrado sostituiva Liechtsteiner per una migliore spinta sulla destra e Allegri tornava a schierare la squadra col modulo delle vittorie (4-2-3-1).

Non era tanto il cambio di modulo a galvanizzare a Juve quanto un ritmo più sostenuto e una convinzione maggiore nelle proprie qualità. Tuttavia, come si diceva, era un rigore dubbio a regalare il pareggio alla squadra torinese (47’ Dybala dal dischetto).

Il Napoli perdeva in brillantezza e sfrontatezza. Cresceva invece la Juve con più corsa e abile palleggio, palla avanti e palla dietro, diretto a scoprire la difesa napoletana.

Entravano Zielinski per Hamsik (57’) e Mertens per Milik (61’). La prima mossa di Sarri non risultava convincente. Hamsik stava giocando una grande partita.

Dopo il rigore dubbio (non è sembrato fallo da penalty la pressione di Koulibaly in area su Dybala che si lasciava cadere), Reina gran protagonista nel primo tempo andava in confusione offrendo alla Juve i palloni del sorpasso.

L’uscita a vuoto del portiere azzurro sul corner di Dybala regala a Higuain la palla del beffardo 2-1 a pochi metri dalla porta (64’).

C’era fallo da rigore, così è sembrato, su Albiol nell’area bianconera col Napoli tutto avanti dopo un corner. L’arbitro sorvolava e la Juve partiva in contropiede con Dybala che si involava in una metà campo deserta.

Il tocco dell’argentino metteva Cuadrado di fronte a Reina che, nell’intervento a terra, faceva fallo sul colombiano.

Secondo rigore eseguito alla perfezione da Dybala (69’) e tre a uno per la Juve.

Partita compromessa perché il Napoli aveva esaurito le energie per andare ancora a segno e recuperare un risultato migliore in vista della partita di ritorno al San Paolo (5 aprile).

Né Zielinsk, né Mertens e neppure Pavoletti, in campo negli ultimi dodici minuti, davano l’apporto necessario per accorciare le distanze.

In ogni caso, dopo il tonfo di campionato contro l’Atalanta a Fuorigrotta, la squadra di Sarri (in tenuta tutta azzurra) è sembrata nuovamente viva.

Errori arbitrali, ingenuità ed errori difensivi hanno contribuito alla sconfitta. La Juve è stata superiore nella ripresa con una aggressività totale.

A inizio di partita, un minuto di silenzio per la scomparsa di Roberto Fiore, presidente del Napoli negli anni Sessanta con la squadra di Sivori e Altafini, in panchina Pesaola.


NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Albiol, Koulibaly, Strinic; Rog (82’ Pavoletti), Diawara, Hasmik (57’ Zielinski); Callejon, Milik (61’ Mertens), Mertens.

JUVENTUS (3-4-3):
Neto; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Liechtsteiner (46’ Cuadrado), Khedira, Pjanic, Asamoah (72’ Alex Sandro); Dybala (84’ Pjaca), Higuain, Mandzukic.

ARBITRO: Valeri (Roma).

RETI: 36’ Callejon, 47’ Dybala rigore, 64’ Higuain, 69’ Dybala rigore.


COPPA ITALIA. Andata semifinali
Juventus-Napoli 3-1.
Mercoledì 1 marzo: Roma-Lazio.
Ritorno (mercoledì 5 aprile):
Napoli-Juventus, Lazio-Roma.
1/3/2017
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