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Sea-waterpolo a Capri
di Adriano Cisternino
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Non una semplice amichevole ma un evento, una festa della pallanuoto che è tornata a mare, come ai tempi pionieristici di questo sport quando le piscine erano ancora un sogno tutto da realizzare.
Ecco cos'è stato ieri lo show fra Italia e Spagna: 18-12 il risultato finale, di un pomeriggio d'incanto a Capri, nello specchio d'acqua di Marina Piccola, davanti alla Canzone del Mare, con i faraglioni da una parte e il monte Solaro dall'altra, con l'arbitro Filippo Gomez a fischiare (con Massimo Calabrò) in precario equilibrio su un barchino.
Come ai tempi di epiche battaglie a Punta Sant'Anna, in Liguria, quando a Napoli si giocava al Molosiglio, nella piscina di legno che delimitava un rettangolo di mare davanti alla Canottieri Napoli, ed erano tempi di derby incredibili ed affollatissimi di grande rivalità e grande tifo tra Canottieri e Rari Nantes, quando la Rari vinceva gli scudetti, i primi scudetti di squadra conquistati a Napoli, e il Settebello schierava gli Arena, Bulgarelli e Buonocore che avrebbero sbancato le olimpiadi di Londra '48, prima di cedere le calottine vincenti ai Buonocore (che però era Fofò), e ai Pedersoli, che poi sarebbe diventato Bud Spencer.
Ma questa è una storia antica, e però era una storia che portava intorno alla pallanuoto grandi folle di appassionati, che poi si spostarono anche in piscina, dove oggi solo qualche raro evento riesce a calamitarle, come la recente finale di Eurocoppa tra Posillipo e Acquachiara alla Scandone.
Ha ragione Franco Porzio, il mitico mancino del grande Posillipo e della Nazionale, quando dice che la pallanuoto può ancora richiamare grandi folle solo che venga gestita diversamente.
E lo sosteneva ieri anche Carlo Silipo, eroe (come Porzio) dell'ormai leggendario settebello di Ratko Rudic, ora commentatore televisivo per GazzettaTV al fianco di Ettore Miraglia.
Lo sosteneva perchè era visibile a portata d'occhio, con tanta gente vicina e lontana ad assistere all'evento ed uno schieramento di yacht fermatisi al largo, a distanza minima, per godersi lo spettacolo.
E chi meglio di Silipo poteva commentare questa gara che a tanti (e a lui per primo) ricordava la storica finale olimpica del '92 a Barcellona, proprio contro la Spagna di Estiarte, vissuta da protagonista e vinta dopo tre interminabili supplementari con un gol di Nando Gandolfi, napoletano cresciuto alla Canottieri e poi al Posillipo!
Italia-Spagna a mare, evento promosso dal Consiglio dei Ministri in collaborazione con il CONI e l'EXPO di Milano, al fine di pubblicizzare la sana alimentazione sportiva.
Seguirà la scherma a Taormina, la pallavolo a Firenze e una manifestazione multidisciplinare a Reggio Emilia.
L'ultima volta della pallanuoto a mare risale a 17 anni fa, sempre fra Italia e Spagna: era settembre del 1998 si giocò ad Amalfi e finì 7-4.
Ma l'Italia di pallanuoto si è esibita nel mare di Napoli, al Molosiglio, varie volte in passato, come ricordava il collega Franco Carrella della Gazzetta: il 27 agosto 1933, 1-12 con l'Ungheria; di nuovo a Napoli il 10 e 11 giugno 1950, 8-2 e 8-6 sull' Austria, e il 29 e 30 settembre 1951, 7-4 con la Svezia e 8-6 con l'Olanda.
È stato dunque un vero e proprio show anche stavolta a Capri: trenta gol complessivi, palombelle e beduine a gogo, a beneficio del pubblico di terra e di mare, con una fetta di protagonisti attinti dal cittì Campagna nelle squadre napoletane, dal giovane portiere Vassallo (in acqua per due tempi) a Renzuto, Baraldi, Luongo e soprattutto il ripescato mancino Gallo, lasciato a casa con molti rimpianti ai recenti mondiali di Kazan dove l'Italia (quarta) è rimasta fuori dal podio perchè battuta ai rigori dalla Grecia.
E a Capri, come ha rilevato lo stresso Silipo, Gallo è stato uno dei maggiori protagonisti con ben quattro gol e vari assist all'attivo, insieme a Di Fulvio in regìa con due gol.
Gli altri gol azzurri sono stati di Aicardi (quattro), Giorgetti (quattro), Luongo (due), Renzuto e Baraldi.