Pallanuoto
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In finale due team della stessa città
di Adriano Cisternino
Il derby fra Posillipo e Acquachiara non è una novità: le due squadre si sono affrontate varie volte negli ultimi anni, l'ultima solo dieci giorni fa per il campionato di A1. Ma stavolta la gara ha il sapore di un evento straordinario, unico e forse addirittura irripetibile.

Una finale europea fra due squadre della stessa città è un evento rarissimo e pertanto rappresenta un appuntamento con la storia.

Il calcio ha esibito l'anno scorso la finale di Champions tra Real e Atletico di Madrid.

Nella pallanuoto gli almanacchi raccontano che c'è un solo precedente: prima di Napoli questo privilegio è toccato soltanto a Budapest nel 1997 con il derby Ujpest-Ferencvaros, finale di Coppa Len, vinta dall'Ujpest.

Ma non è un caso che un evento così raro ci venga offerto proprio dalla pallanuoto.

Napoli, città di mare con pallanuoto da sempre, proprio nella pallanuoto ci ha offerto in passato emozioni di questo tipo: Posillipo-Canottieri è stata due volte finale scudetto dei playoff.

Accadde nel 1985, quando i rossoverdi vinsero il primo degli undici scudetti messi in bacheca finora.

Presidente del club di Mergellina era Roberto Fiore che realizzò con la pallanuoto quell'obiettivo che non era riuscito a centrare da presidente del Napoli Calcio.
In panchina c'era Paolo De Crescenzo e in acqua dettavano legge Franco e Pino Porzio, i fratelli che stavolta sono dall'altra parte, come anche il tecnico.

Il bis arrivò tre anni dopo: ancora un derby di finale-scudetto Posillipo-Canottieri. La spuntarono ancora i rossoverdi.

Ma emozioni da derby ad alto livello lo sport napoletano ne ha vissute anche in altre discipline di tipo individuale.

Su tutte, la sfida in pedana per l'oro della sciabola individuale ai mondiali del 1998. Si affrontarono Gigi Tarantino del Cus Napoli e Raffi Caserta del Posillipo, e fu oro e argento nell'ordine per i due napoletani sul tetto del mondo a La Chaux de Fonds.

Il pugilato ha offerto addirittura un derby-scudetto in famiglia. Vincenzo e Giuseppe Picardi si affrontarono nella finale degli “assoluti” del 2007 per il tricolore dei pesi mosca.

Vincenzo, più grande, azzurro già da tempo e pluridecorato (bronzo mondiale e futuro bronzo olimpico), era in gara per le Fiamme Oro, Giuseppe difendeva i colori della Campania.

Fratelli contro, insomma, sia pure sportivamente.

Nella storia dello sport italiano qualcosa del genere è capitato nella scherma con i fratelli Nedo e Aldo Nadi, in finale per l'oro di sciabola alle olimpiadi di Anversa 1920.

E capitò anche a Eduardo e Dario Mangiarotti che si trovarono di fronte in pedana nella finale olimpica di spada a Helsinki 1952.

Tra i fratelli Picardi, nel 2007, vinse il più esperto Vincenzo, ai punti, ma soprattutto vinse mamma Rosaria che il giorno prima minacciò papà Antonio, ex-campione d'Italia e allenatore dei figli: “Se Giuseppe si fa male ti caccio di casa...”

27/3/2015
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