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I 125 anni del Circolo Italia
di Mimmo Carratelli
Il Circolo del Remo e della Vela Italia, fondato nel 1889, è il nonno prestigioso di tutti i club partenopei del mare. Il Real Yacht Club Canottieri Savoia è nato il 1893. Il Club Nautico della Vela è sorto nel 1901, la Rari Nantes nel 1905, la Canottieri Napoli nel 1914, il Circolo Posillipo nel 1925.

Data di nascita il 20 novembre 1889, una domenica, il Circolo Italia festeggia oggi, venerdì 19 dicembre, i 125 anni di vita con la presentazione di un elegante volume sulla sua storia. Guidone con una croce blu in campo rosso, fra i circoli nautici italiani è il terzo per anzianità, dopo lo Yacht Club Italiano di Genova e il Tevere Remo di Roma.

Al Borgo Marinari, nei lontani tempi di progetti audaci e di lavori superbi che cambiarono Napoli, fu costruita una banchina che dalla Panatica di Santa Lucia si sviluppò parallela a via Chiatamone (prima che la colmata a mare creasse la via Partenope). La Panatica era lo stabilimento della Marina dove si confezionavano le pagnotte per gli equipaggi alla fonda.

Al quarto piano della Panatica, concesso per usi civili, 17 giovanotti di buona famiglia amanti del mare, brindando a marsaletta e incuranti del loro numero nefasto, fondarono il primo circolo di canottaggio della città.

Così nacque il Regio Canottieri Italia che divenne successivamente il Circolo del Remo e della Vela Italia.

Primo presidente l’ingegnere Carlo Enrietti, proprietario dei Magazzini Generali del porto di Castellammare di Stabia.

A suo maggior sostegno l’ingegnere Michele Platania, che progettò l’Albergo Excelsior inaugurato nel 1909 dalla regina Margherita; il munifico Laganà, proprietario delle omonime fonderie; Onorato e Guido Fiorentino, albergatori.

I soci indossavano tutti l’uniforme di yachtman. Per eleganza e attività sportiva primeggiarono quattro fratelli, i principi di Fondi: Ugone, Riccardo, Placido e Oderisio. Possedevano un bellissimo “due alberi”, il “Surprise”, invitato alle ambitissime regate internazionali di Nizza nelle quali si gareggiava in tight e cilindro.

Il canottaggio, con le mitiche jole di legno, vide la grande rivalità fra gli equipaggi degli studenti e quelli “proletari” dei ragazzi del borgo Santa Lucia, gli uni e gli altri rifocillati dopo le gare massacranti con un decotto d’orzo ben zuccherato.
L’audacia di quei canottieri si esprimeva in memorabili traversate a remi da Napoli a Fiumicino.

La Coppa Lysistrata, da sempre il momento massimo del canottaggio napoletano, è un battito di cuori e di remi davanti via Caracciolo, una sfida fra i canottieri di tutti i circoli cittadini. L’Italia metteva insieme, sulla stessa barca, studenti, figli dell’alta borghesia, muratori e operai.

Nessun altro sport abbatteva le barriere di classe facendo nascere amicizie e solidarietà fra i ceti più distanti.

Uno dei più popolari capovoga dell’Italia è stato Antimo Capuano, muratore di Bacoli. Marinai come Pellegrino e Giuseppe De Lella erano considerati veri e cari amici dai soci “nobili” del club.

De Lella era chiamato affettuosamente “bicchiere” perché portava lenti molto spesse.
Canottieri memorabili sono stati Paolo Cappabianca, Massimo Mendia, Sergio Peruzy, Emanuele Federici.

Un bel giorno del 1934 fu segnalato l’arrivo di una nuova barca, squadrata come un cassone, giunta chissà da dove. “È arrivata la cassa per i capitoni di Natale” sentenziarono i marinai del Circolo. Era, invece, il prototipo delle barche “Stelle”, la classe che avrebbe avuto in Carlo Rolandi un interprete superbo.

Hanno trionfato a lungo le “Stelle” del Circolo Italia. Con “Pegaso”, Riccardo Fondi e Federico de Luca parteciparono alle Olimpiadi del 1936 a Kiev.

Fritz Giannini ed Enzo Volpe conquistarono il titolo europeo con “Orsa” a Marsiglia, emulati a Napoli da Guido Postiglione e Gianturco con “Sirah”.

Franco Cavallo e Camillo Gargano, nel 1968, vinsero la medaglia di bronzo nella classe “Stelle” alle Olimpiadi di Acapulco con “Romance”.

Famoso è stato il “Fandango II” di Franco Cavallo vincitore di quattro Campionati europei.

Picchio Milone timoniere e Roberto Mottola prodiere, oggi presidente del sodalizio, la coppia più famosa del Circolo Italia, trionfarono sul lago Ontario nel mondiale della classe “Tempest” nel 1975 e furono poi campioni del mondo della classe “Stelle” nelle acque di Capri nel 1986.

Raffinate barche in mogano e teak sono state l’orgoglio del Circolo Italia che si dotò di una superba flotta di “dinghy” e di prestigiose barche da crociera.

Il lancione “Ferdinando Cortez” aveva il nome in lettere di ottone avvitate a poppa.

Il leggendario “Sally”, la barca ammiraglia della flotta rossoblu, fu celebrata da una ballata.
Il maestoso Tomawack fu il dono che Gianni Agnelli fece al Circolo.

Paolo Matarazzo possedeva una barca con sei cuccette, “La rondine”, che navigava fino alle Eolie. Il piccolo e avventuroso Luigi Mendia usciva per mare ogni giorno, sino a tarda età, al timone del suo “Sampan”.

Francesco De Angelis, il napoletano che ha gareggiato in Coppa America, e Aldo Migliaccio hanno continuato la superba stirpe degli skipper del Circolo Italia che ha avuto celebri protagonisti, da Ugo Di Marzio a Franco Cavallo, ad Angelo Marino, a Gennaro De Luca, affettuosamente soprannominato “bacchettone”, più volte campione italiano della classe “Dinghy”, a Mario Rivelli campione italiano della classe “Stelle” con “Maharabba”, una barca di colore grigio definita " ‘a zoccola".

Per il Circolo Italia andavano per mare anche le donne: Marina Iappelli, Antonella Puca, Amelia Scutellaro, Giorgia Disa.

Negli anni Cinquanta, l’Italia organizzò una regata “tutta al femminile” alla quale parteciparono, tra le altre, Margherita del Balzo, Bianchina de Sangro, Margherita Varè.

Balli mascherati e serate mondane hanno punteggiato la vita del Circolo Italia che promosse nel 1909 una passerella di bellezze col concorso “La regina del mare”.

La prima a vincere fu Ersilia Lucarelli, figlia del portiere di uno stabile di Mergellina.

Ma il Circolo Italia è stato soprattutto la roccaforte a mare del patriziato napoletano col duca Andrea Carafa d’Andria, il principe Gino di Moliterno, il barone Marcello Orilia paladino di ogni eleganza, Giuseppe Caravita di Sirignano che possedeva uno yacht di tremila tonnellate tutto in legno uscito dai cantieri inglesi Ramage & Ferguson nel 1881.

Dalla Panatica alla elegante e sofisticata sede attuale, lunga è stata la vita del Circolo Italia affacciato sul porticciolo di Santa Lucia, ambienti ovattati, silenzio da grande club, memorie bellissime.

Fiore all’occhiello, oggi, una grande competizione, la Regata dei tre golfi.
19/12/2014
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