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Calcio
Ballando sotto le streghe
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 26.10.2020)
Vittoria col fiatone del Napoli a Benevento (2-1) nella terza partita della settimana e quattro vittorie su quattro in campionato col solo sfregio del “tavolino” pro Juventus.

È stato un derby per niente agevole. La squadra azzurra ha preso in mano il match nel secondo tempo dopo avere chiuso in svantaggio la prima frazione (0-1).

Dopo il sorpasso, ha subìto l’ardimento del Benevento spentosi sui pugni di Meret nell’ultima occasione sannita, il calcio di punizione di Sau al 97’.

Per un’ora di gioco è stato il peggior Napoli della stagione, peggiore della squadra impotente contro il catenaccio dell’Alkmaar. Il Benevento piazzando Dabo su Bakayoko, Ionita su Fabian Ruiz, Schiattarella su Mertens, senza fare catenaccio, ma con marcature e raddoppi assidui ha imbavagliato il Napoli per tutto il primo tempo e oltre.

Sulle fasce, Lorenzo Insigne capitava nella doppia marcatura del fratello Roberto e di Letizia, sull’altro lato Lozano non era proprio in giornata. Così soffocata l’intera squadra, il primo pallone utile per Osimhen arrivava al quarto d’ora.

Il ragazzo nigeriano ha toccato appena otto palloni nel primo tempo, ne ha giocato quindici nella ripresa col Napoli che risaliva la corrente. Ma la difesa beneventana gli ha concesso poco e niente.

Pippo Inzaghi, senza rinunciare ai tre attaccanti (Roberto Insigne, Lapadula e Caprari), chiedendo ai due esterni d’attacco profondi rientri e ripartenze, ha impacchettato il Napoli per un’ora.

Mertens, come contro l’Alkmaar, si perdeva nella costruzione difensiva del Benevento. Venivano meno tutte le fonti azzurre di gioco. Incerto Fabian Ruiz, lento Bakayoko. Dalla difesa saliva lentamente Koulibaly.

Due “acuti” di Insigne, il suo collaudato cambio-gioco, non trovavano pronto Lozano alla conclusione, una volta contrastato in area da Foulon sul filo del fallo da rigore (22’). In campo c’era solo una brutta copia del Napoli. Ancora lento, come contro gli olandesi, involuto, incerto e incapace di innestare una vera manovra offensiva.

Nella sfida tra i due fratelli, era Roberto a battere inizialmente Lorenzo. Dopo il gran lavoro in copertura, si spostava a sinistra sul rapido contropiede di Caprari e batteva Meret con un tiro violento nell’area piccola nonostante avesse davanti il portiere azzurro a coprirgli la porta (30’).

Il Napoli non accennava a nessuna reazione, immerso nel suo insignificante tran-tran. L’unico vivace era Di Lorenzo che entrava nel campo da mezz’ala per dare l’imbeccata ai suoi attaccanti puntualmente fermati. Qualche sprazzo veniva dai cross di Mario Rui. Tutto qui il Napoli.

Il Benevento concludeva il primo tempo meritatamente in vantaggio, salvato al 44’ dalla traversa colpita da Manolas (testa sul corner di Mario Rui), con Schiattarella che spingeva il pallone in angolo dopo la ricaduta quasi sulla linea.

Ovviamente, negli spogliatoi dell’intervallo, Gattuso deve avere urlato molto. Però avere rinunciato in partenza a Politano, in gran forma, non è sembrata una buona scelta. E, infatti, saranno le sostituzioni operate nella ripresa (58’ Politano per Lozano, Petagna per Mertens) a ridare vita al Napoli. Nello stesso tempo, irriso dal gol del fratello, Lorenzo Insigne si prendeva il match.

Pippo Inzaghi aveva fiutato la svolta azzurra e anticipava i cambi di Gattuso togliendo una punta (53’ Caprari) e inserendo un terzino, il trentenne Tuia, per difendere il vantaggio con un 3-5-1-1. Ma ormai il Napoli, con uno scatto di volontà, si rimetteva in carreggiata.

Lorenzo il Magnifico cominciava il suo personale bombardamento alla porta beneventana, anticipato dal colpo di testa di Mertens sventato da Montipò (47’). Lorenzo andava in gol, ma era in fuorigioco (48’).

Ora aveva l’argento vivo addosso. Concludeva di poco fuori (55’). Impegnava Montipò in un gran volo a deviare in corner (59’). Il gol era nell’aria. Spostandosi a destra e col piede sinistro (meravigliosa, singolare esecuzione di un giocatore destrorso) inventava da solo il pareggio con una stella filante nella porta del Benevento (60’).

Cambiava la partita del Napoli, pallido convitato di pietra al derby regionale. Nel duello tattico fra Pippo Inzaghi, più estroverso, e Gattuso, più monotematico, il primo lanciava la sfida finale. Non si sarebbe fatto chiudere dal Napoli.

E se con Tuia aveva rafforzato la difesa per difendere l’1-0, sul pareggio degli azzurri dava un segnale forte alla squadra irrobustendo la fase offensiva: 63’ Improta per Dabo, Sau per Lapadula e un coraggioso Christian Maggio per Foulon (ammonito). E proprio Maggio, dieci anni in maglia azzurra, metterà qualche brivido sotto la porta di Meret.

In ogni caso, il Napoli stava finalmente giocando con una certa determinazione, non più fiacco, inutile e sterile come nel primo tempo. E arrivava il sorpasso col vantaggio definitivo, protagonisti i due giocatori inseriti dalla panchina. Politano confezionava una furente azione sul suo lato lasciando a Petagna la conclusione vincente (67’). Derby capovolto in sette minuti.

Ma il Benevento non è squadra che molli la partita. Sta sempre in gioco anche col risultato avverso, irriducibile e coraggioso. Inzaghi infilava un altro attaccante, il diciannovenne trentino Di Serio per Roberto Insigne (77’).

Il Napoli aveva dovuto rinunciare a Bakayoko infortunatosi al ginocchio sinistro (74’ entrava Demme), poi usciva anche l’altro Insigne, il Magnifico (88’ entrava Ghoulam) e usciva anche Fabian Ruiz, una partita grigia e un paio di tiri sballati fuori bersaglio (88’ entrava Lobotka).

Il derby si concludeva col Benevento a dettare legge e il Napoli raccolto in difesa persino con Osimhen. In contropiede, troppo egoista, Politano si faceva deviare il tiro da Montipò con almeno tre compagni liberi per concludere meglio (81’).

Correva un grosso brivido nell’area azzurra quando un lungo cross di Letizia raggiungeva Maggio appostato sul primo palo di Meret: era Demme a salvare in corner la conclusione di testa dell’ex azzurro. Nel recupero, la parata di Meret sulla punizione di Sau metteva il sigillo alla vittoria del Napoli, tirata coi denti.

Non sarà certo questo Napoli, giovedì, seconda gara di Europa League, che potrà giocarsi a San Sebastian contro la Real Sociedad le migliori chance di una partita che per gli azzurri ha tutta l’aria del “dentro o fuori”.

BENEVENTO-NAPOLI 1-2 (1-0)

NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Fabian Ruiz (88’ Lobotka), Bakayoko (74’ Demme); Lozano (58’ Politano), Mertens (58’ Petagna), Insigne (88’ Ghoulam); Osimhen.

BENEVENTO (4-3-2-1)
: Montipò; Letizia, Glik, Caldirola, Foulon (63’ Maggio); Ionita, Schiattarella, Dabo (63’ Improta); Roberto Insigne (77’ Di Serio), Caprari (53’ Tuia); Lapadula (63’ Sau).

ARBITRO: Doveri (Roma).

RETI: 30’ Roberto Insigne, 60’ Lorenzo Insigne, 67’ Petagna
26/10/2020
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